Cari amici ed amiche.
Quando ero a Messina (nella mia vacanza in Sicilia, di cui ho parlato nell'articolo intitolato "Il mio viaggio in Sicilia"), uscendo dalla Piazza del Duomo, mi sono imbattuto in una statua che ritrae un personaggio storico molto importante, don Giovanni d'Austria (Regensburg (Ratisbona), 24 febbraio 1547, Bouges 1 ottobre 1578). Fratellastro del re di Spagna Filippo II d'Asburgo (Valladolid 21 maggio 1527-El Escorial 13 settembre 1598), don Giovanni d'Austria fu uno dei protagonisti assoluti della celebre Battaglia di Lepanto, la battaglia navale che fu intrapresa nel 1571 contro i Turchi. Questi ultimi, infatti, agirono su richiesta di una fatwa, un decreto religioso islamico. Dopo la Battaglia di Mohács (o Mohácz) del 1526, in cui, capitanati dal sultano Solimano il Magnifico (Trabzon (Trapezunte-Trebisonda), 1494- Szigetvar 1566), sconfissero i cristiani, invadendo l'Ungheria e mettendo a rischio anche città come Vienna e, forse, anche Praga. Del resto, già dal 1453, anno della caduta di Costantinopoli, i Turchi coltivavano il sogno di arrivare a Roma, di ribattezzarla Kizil Elma (La Mela Rossa) e di trasformare la basilica di San Pietro in moschea. Se non fosse fallito l'attacco pepetrato ad Otranto nel 1480 ( che però fece un numero impressionante di morti) e se non fosse morto il sultano Mehmet II Fatih (Edirne (Adrianopoli), 29 marzo 1432-Gebze 3 maggio 1481) ci sarebbero riusciti.
Ora, secondo questa fatwa, i Turchi avrebbero dovuto conquistare tutti i territori che facevano parte del vecchio Califfato arabo, comprese la Spagna, Malta, la Sardegna, la Sicilia, Malta, Creta e Cipro.
Proprio quest'ultima isola fu attaccata nel 1570.
I Turchi attaccarono Cipro (che dal 1489 era sotto la Repubblica di Venezia) ed il 16 agosto del 1570, Nicosia cadde. Il governatore della città, Niccolò Dandolo, fu trucidato. La sua testa fu inviata in una cesta a Famagosta, durante l'assedio.
Famagosta, invece, rimase veneziana fino al 1 agosto 1571, anno in cui si consegnò ai Turchi, capitanati dal pascià Lalà Mustafà che, dopo onorevoli promesse, umiliò, mutilò ed uccise il governatore Marcantonio Bragadin. Quest'ultimo fu scorticato vivo e la sua pelle fu issata sul pennone della nave. Fu portata ad Istanbul, ove fu oggetto di scherno. Per via traverse, tornò a Venezia.
Da qui nacque l'idea della Battaglia di Lepanto. Papa Pio V (Bosco Marengo (Alessandria), 17 gennaio 1504-Roma, 1 maggio 1572) voleva bloccare l'avanzata dei Turchi.
Egli indisse una vera e propria missione per soccorrere i Veneziani a Famagosta.
E così, chiamò in aiuto i sovrani cattolici d'Europa.
A tale appello risposero l'Impero Spagnolo di re Filippo II, la Repubblica di Venezia, la Repubblica di Genova, il Ducato di Urbino ed i Cavalieri di Malta, che con lo Stato Pontificio, fecero una Lega Santa.
La flotta fu costituita da 206 navi e tra queste vi furono:
- 12 galee di Cosimo de' Medici.
- 12 galee dello Stato Pontificio.
- 36 galee del re di Spagna, che partirono da Napoli e dalla Sicilia.
- 22 galee del re di Spagna che partorono da Genova.
- 6 galeazze veneziane.
- 104 galee sottili veneziane
- 3 galee del duca di Savoia.
- 3 galee dei Cavalieri di Malta.
E così, il 07 ottobre 1571, iniziò la spedizione che cambiò la storia.
Messina fu già una delle basi delle Crociate del Medio Evo.
Si ritrovò, quindi, ad essere la base di una nuova crociata.
Essa divenne un enorme cantiere navale in cui si facevano tutti i preparativi per quella memorabile battaglia.
Se foste vissuti nella Messina di quel periodo, avreste visto carpentieri indaffarati nella riparazione e nel controllo delle navi, soldati nell'atto di preparare le armi, cavalieri che (forse per cercare un po' di gloria) facevano la fila per essere arruolati, mercanti che portavano cibi e spezie per gli ospiti illustri, preti che dicevano Messa ogni ora e che davano benedizioni e tante altre figure.
Si sentivano varie lingue, come le varie parlate italiane (come il ligure, il veneto, il napoletano ed il siciliano), lo spagnolo, il maltese, il latino e forse anche l'inglese di qualche esule in fuga dall'Inghilterra della regina Elisabetta I Tudor che decise di combattere al servizio del Papa e della Chiesa di Roma, per la quale dovette lasciare la patria.
A Messina venne il mondo intero.
Sicuramente, i mercanti avranno fatto lauti affari, molti cavalieri erranti avranno visto in quell'impresa un'occasione per avere un po' di gloria e molti avranno ricevuto una benedizione che sarebbe potuta essere l'ultima.
Il lavoro non mancò.
Il 07 ottobre 1571, la missione partì e la contro i Turchi si svolse a Lepanto, in Grecia.
Fu una battaglia corpo a corpo, in cui morirono tante persone, 30.000 uomini.
Ne valse la pena. Il 18 ottobre 1571, giunse a Venezia la notizia della vittoria cristiana.
Della "Battaglia di Lepanto", scrissi anche in un precedente articolo intitolato "Battaglia di Lepanto, un piano sventato".
Qui raccontai anche di un episodio soprannaturale che vide come protagonista Papa Pio V che ebbe una visione.
Le parole esatte sono queste:
" Mentre il tesoriere gli elencava in resoconti dello Stato della Chiesa, il Papa aprì una finestra, si affacciò e guardò con attenzione.Tornato verso i funzionari, disse:"Lasciamo perdere adesso".
Fu un ordine e poi aggiuse: "Dobbiamo andare a ringraziare Dio che ha concesso la vittoria alla flotta cristiana" ".
Infatti, il 21 ottobre 1571, gli fu riferito che la flotta cristiana vinse la battaglia di Lepanto.
Ora, vi invito a visionare il video che ho preso da Youtube.
Questo video mostra la Battaglia di Lepanto nei suoi numeri. Inoltre, parla anche di un intervento della Vergine Maria. Effettivamente, lo stesso Papa Pio V istituì nel 1572 la festa della Madonna della Vittoria, divenuta poi festa del Santissimo Rosario. Del resto, non sembra casuale il fatto che questa missione fosse partita da Messina, una città che con Maria ha un legame importante, come dimostra la lettera rivolta ai messinesi che pare fosse stata scritta da ella stessa. E così, se andate a Messina, sostate vicino allo Stretto e guardate quella bella statua della Madonna, il cui piedistallo reca la scritta "VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMIS", "Noi benediciamo voi e questa città", le parole della sua lettera. Inoltre, passate davanti alla statua di don Giovanni d'Austria e riflettete. Molti uomini morirono in quella battaglia per salvare l'Europa. Non rendete vano il loro sacrificio. Chi è capace di intendere...intenda!
Cordiali saluti.
Molti uomini morirono per salvare l'Europa... cosi come molto uomini morirono per unficare l'Italia... cosa che oggi viene disconosciuta da un partito di maggioranza che si vanta di non celebrare le ricorrenze per i 150 anni dell'Unità D'Italia... VERGOGNA!
RispondiEliminaMa smettila...e studia la storia, quella vera!
RispondiEliminaIo nella mia vita ho già studiato abbastanza... a differenza tua.. ed i risultati si vedono!
RispondiEliminaLa differenza tra noi di destra e voi di sinistra sta proprio nel fatto che voi non avete una visione critica della storia ufficiale. Noi, invece, critichiamo la storografia ufficiale.
RispondiEliminaAd esempio, riguardo alla vicenda tra re Carlo I Stuart ed Oliver Cromwell, voi difendente la storiografia ufficiale, che dipinge Cromwell come un personaggio positivo. Io, che sono di destra, rivaluto re Carlo I, che protesse i cattolici.
Riguardo alla vicenda della foibe, voi difendeste la storiografia ufficiale, che non disse nulla.
Noi ci battemmo perché la memoria degli infoibati venisse messa alla luce.
Leggi anche questo articolo http://italiaemondo.blogspot.com/2011/09/lunita-ditalia-fu-frutto-di-un-processo.html.
Noi siamo liberi. Voi no! Siete solo spocchiosi.