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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 9 settembre 2011

CICLO ARTURIANO, LA MIA RECENSIONE



Cari amici ed amiche.

Visionate il video che ho preso da Youtube e che mostra l'Abbazia di Glastonbury (Inghilterra) e la leggnda del Graal e di re Artù, il "ciclo arturiano".
Ora, no voglio raccontare il testo in modo letterario.
Voglio dare di esso una spiegazione e cercare di rapportarlo con la storia.
Il testo gira attorno a vari personaggi, come re Uther Pendragon, che sedusse lady Igraine, la moglie del duca di Cornovaglia Gorlois, e da questa unione nacque re Artù, il mago Merlino, i cavalieri della Tavola Rotonda, come Lancillotto, Gawain, Galahad, Tristano di Lioness, lo stesso Mordred (il nemico di re Artù) e Parsifal, Ginevra, la moglie di re Artù, il Re Pescatore e la Dama del Lago.
Tra questo racconto e la storia vi è uno stretto legame, com'è altrettanto stretto il legame con la leggenda e con la religione. Il ciclo arturiano tratta anche tutti i travagli di un'epoca che vide l'Impero Romano d'Occidente in crisi e delle orde dei barbari, come gli Angli ed i Sassoni, che entrarono nei suoi territori. Proprio la Britannia, il luogo in cui fu ambientato questo racconto, fu il primo territorio ad essere abbandonato dalle legioni romane, a partire dal IV secolo AD. Era la terra meno difendibile dagli attacchi dei barbari. L'abbandono fu totale dal 410 AD (anno in cui Roma fu saccheggiata dai Visigoti di Alarico I) in avanti, per fare sì che ci fossero più milizie a difendere l'Italia. Quindi, la Britannia fu isolata da resto dell'Impero Romano d'Occidente.
Pensate a re Artù. Molti lo identificano con personaggi realmente esistiti, come il capo britannico-romano Riothamus o con il dux romano Lucio Artorio Casto oppure con Costantino III, re di Britannia.
Ora, c'è da fare una riflessione. Gli Angli ed i Sassoni che vennero da est non riuscirono mai ad arrivare a quella porzione di territorio che oggi corrisponde al Galles e alla Cornovaglia.
Questo può fare supporre che qualcosa o qualcuno li avesse fermati.
Quindi, qui può esserci un collegamento tra la storia ed i racconti. Inoltre, anche i nomi dei luoghi ricordano qualcosa. Pensate alla parola "Somerset", nome che indica una zona dell'Inghilterra meridionale. Il nome "Somerset" significa "Mare d'estate" e ciò può fare presumere che lì vi fosse stato un mare (o una zona allagata) e che quindi la zona di Glastonbury fosse stato un'isola e secondo coloro che teorizzano sulla veridicità del "ciclo arturiano"quest'isola potrebbe essere Avalon, l'isola legata a re Artù. La zona sud-orientale dell'Inghilterra si sta abbassando mentre quella opposta si sta sollevando. Scrissi di questo argomento nell'articolo intitolato "Londra sott'acqua? E' possibile!". Quindi, l'attuale Somerset potrebbe essere stato allagato. Qui vi è anche il legame con la religione. Infatti, pare che Giuseppe d'Arimatea fosse approdato a Glastonbury e che qui egli avesse portato il Santo Graal. Secondo alcuni, pare che egli avesse versato del sangue che potrebbe essere stato quello di Cristo. Secondo la leggenda, da questo sangue nacquero due sorgenti la "White Spring" e la "Blood Spring". La "White Spring" è chiamata così perché le acque che emette sono ricche di calcio mente la "Blood Spring" emette acque ricche di ferro, che passando dallo stato di ferro bivalente a quello di ferro trivalente diventa insolubile e forma una patina rossastra. Inoltra, vi sono dei legami con San Michele Arcangelo. Di ciò parlai in vari articoli scritti in precedenza, come quello intitolato "San Michele, re Artù ed Excalibur- Saint Michael, King Arthur and Excalibur" . Io penso che Excalibur possa essere identificata proprio con la spada usata da San Michele contro Lucifero. Non è una teoria così azzardata. Infatti, anche lo stesso racconto ha delle analogie con la storia di San Michele e Lucifero. Leggete bene la storia che riguarda Mordred. Questi era un cavaliere della Tavola Rotonda ed erede di re Artù ma un giorno si ribellò e tradì il suo sovrano, distruggendo il regno di Camelot. Fece esattamente quello che fece Lucifero, l'angelo il cui nome significa "portatore della luce", che si ribellò a Dio e lo tradì perché per la sua arroganza tentò di scalzarlo. Con l'aiuto di San Michele, Dio cacciò il ribelle, gettandolo all'Inferno. Mordred ricorda anche Giuda Iscariota. Tra l'altro, in alcuni racconti del "ciclo arturiano", i cavalieri della Tavola Rotonda furono dodici, come gli apostoli. Questo racconto ci insegna che chi fa del male fa un danno a sé stesso e agli altri. Infatti, l'atto di Mordred distrusse il regno di Camelot. Ora parliamo anche di Galahad, il cavaliere che salvò il Re Pescatore che era ferito. Per parlare di questo cavaliere, cito le parole di Franco Corsi che nel suo libro intitolato "I cavalieri del Graal. Il significato della questione per l'uomo d'oggi" scrisse:

"Galahad rappresenta il lato mistico del cristianesimo, i cui atteggiamenti sono spesso in contrasto con la mentalità comune. Si tratta di un comportamento tipico del cristiano, le cui scelte sono in controcorrente con quelle del mondo, e la cui visione della realtà possiede anche una dimensione mistica: la fede nella Provvidenza Divina e nell'amore di Dio sono soltanto due esempi.
La determinazione di Galahad è assoluta, ed egli è disposto a tutto per raggiungere il Graal: il suo fine primario è quello di guarire le ferite del Re Pescatore, e ciò fa sì che, alla fine, egli possa ritrovare la reliquia. Così per noi la prima attenzione dovrebbe esser rivolta verso Dio e l'amore per gli altri, così da fare della nostra vita un dono continuo: significa lasciare tutto per seguirlo, con determinazione ed entusiasmo. Galahad ha ritrovato il Graal ed è spirato "in odore di santità". E' la stessa santità cui aspiriamo, sicuri che la via da lui indicata sia l'unica per raggiungere anche noi il Graal. Egli stesso sembra volerci additare questo tragitto: l'ultimo suo pensiero è rivolto al padre Lancillotto; parlando ai compagni, si raccomanda così con loro: "ricordatemi a mio padre Lancillotto e appena lo vedrete, invitatelo a ricordarsi di questo mondo incerto". Quale significato acquista questa raccomandazione? Per Galahad il mondo non è qualcosa da sfuggire in assoluto. Pur non cedendo alle sue lusinghe, egli ama il mondo nel quale è nato, e lo reputa un luogo meraviglioso per cui vale la pena morire. Dunque cade, ai nostri occhi, la figura di un Galahad soltanto mistico ed ascetico. Egli sa fondere un pensiero spirituale ad un altissimo amore per la terra, così da diventare la perfetta immagine di un cristiano, in grado di vivere nel mondo senza essere del mondo.".

Ringrazio l'amico Angelo Fazio che ha condiviso con me questo materiale su Facebook. Nella simbologia cristiana, il Re Pescatore può essere interpretato come il cristiano "ferito" dal peccato. Infatti, secondo una certa traduzione francese vi è un'assonanza con il termine "pécheur", ossia "peccatore". Con il Santo Graal, la coppa con cui Cristo fece l'ultima cena o che raccolse il suo sangue quando venne messo in croce e trafitto, Galahad salvò il Re Pescatore. Quindi, qui vi è un riferimento all'Eucaristia, che nella Santa Messa ha un ruolo fondamentale e che ha un forte potere salvifico perché nell'Eucaristia vi è Cristo in persona. Un'altra interpretazione del Re Pescatore sta nel suo nome. Infatti, il pesce è il simbolo di Cristo. In greco la parola "pesce" si scrive "ICTHYS", ossia "Iesus Christos Theu Yios Soter", che significa, "Gesù Cristo Figlio di Dio e Salvatore". Inoltre, gli apostoli erano "pescatori di uomini".
Il "ciclo arturiano" può essere letto sia come una saga legata alla storia e sia come un trattato di teologia. Esso rappresenta un mondo di cui, forse, noi dovremmo recuperare i valori più profondi.
Termino questa mia "recensione" con due mie poesie.
Cordiali saluti e buona lettura.

GALAHAD

Accussì staci hodie...comu fù heri...
cà di Diu pì fari Sarvizza...solu pò 'n chidda d'u frati facennu...
comu fici Galahad...gran cavaleri...
accussì feritu...accussì cà si 'nniu murennu...
cà cù u Gran Calici, u Santu Graal, sarvau u Re Piscaturi,
pì apostulu fari...comu l'animi tutti sarvari...puru nta so' morti,
picchì si accussì faci...com'iddu stissu...u cristianu pò sarvari u piccaturi!


EXCALIBUR

"Ubi Caliburnus est...
ibi iustitia est.
Caliburnus iustitiae ensis est...
et ubi est iustitia...ibi Deus est."

Cù una spata 'n guerra si jittau...
cuntru lu tintu Luciferu...ghjustu Michael lu Prince...
d'onne militia d'anghjuli..ché 'n cori comu Diu hè...
et certu 'nti li sèculi a vene...fù magnu...comu Lisandru...
di gran valuri...San Ghjorghju...
ché cuntru lu dragu si jittau di gran curaghju...
cù Ascalon...d'ultimu ventu di Roma...figghiu...
cusì 'n Albione Arthur lu rè vinni...pè Cristu nosciu Signuri...
cù Excalibur...chì comu San Paulu fici cù la Palora...
ma ghjustizia fari pò una spata...
si da lu piccatu...chì tene...la manu hè fora.

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