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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 24 settembre 2011

LA LEGGE ELETTORALE? HA DELLE CRITICITA' MA...


Cari amici ed amiche.

Si parla tanto della legge elettorale da riformare e del referendum con cui alcune forze politiche vorrebbero abolirla.
Ora, esprimo qualche considerazione la "Legge Calderoli", la legge n° 270 del 21 dicembre 2005, detta anche "Porcellum", se guardata bene non è così malvagia per come viene descritta.
Essa favorisce il bipolarismo e gli sbarramenti impediscono la frammentazione delle forze politiche in Parlamento, facendo sì che non entrino i partiti che alle elezioni prendono meno del 4% alla Camera dei Deputati e dell'8% al Senato (in ciascuna Regione) e le coalizioni che prendono meno del 20%, sia a livello nazionale (alla Camera) e sia a quello regionale (al Senato).
Inoltre, con i premi di maggioranza su base regionale al Senato, questa legge si adatta bene a quel progetto federale che il Governo e la maggioranza di centrodestra vogliono mettere in atto.
Infatti, in tale progetto è contemplato il "Senato federale".
Questa legge ha, però, dei limiti.
Il primo limite riguarda la mancanza della preferenza.
Questa legge ha le "liste bloccate". Ergo, l'elettore deve solo votare la lista e non può scegliere chi mandare in Parlamento.
Quindi serve una modifica che introduca la preferenza. Così, l'elettore potrà scegliere chi mandare in Parlamento.
Per il premio di maggioranza, si potranno poi "ripescare" i "migliori secondi", ossia quegli eletti che seguono coloro che hanno preso più preferenze.
Così si potrà fare sì che gli eletti siano legati ai propri elettori e che la classe politica sia scelta dal basso.
La seconda criticità riguarda il voto degli italiani all'estero.
Non si può fare votare per posta. Infatti, il voto tramite posta ha creato problemi, anche seri, come (ad esempio) la mancata possibilità di votare per tutti i nostri concittadini eletti all'estero (perché il materiale per votare non è arriva tutti) o, addirittura, la presenza di schede già votate prima che pervenissero all'elettore. Quest'ultima cosa è gravissima.
Quindi, bisognerà riformare il meccanismo, facendo in modo che che tutti i cittadini residenti all'estero accedano al voto. Quindi, servirà anche una riforma della rete consolare che dovrà diventare più capillare nella sua organizzazione.
Sul referendum, io penso che non sia la cosa migliore.
Questo referendum propone il ritorno alla legge elettorale precedente, il "Mattarellum", una legge elettorale in parte maggioritaria ed in parte proporzionale.
Il"Mattarellum" generò solo confusione.
Ad esempio, nel 1996, il centrosinistra di Prodi vinse nella quota maggioritaria ma in quella proporzionale vinse il centrodestra.
Inoltre, questo referendum sembra più un'arma contro l'attuale Governo e l'attuale maggioranza che non la manifestazione di una seria volontà di cambiamento di una legge che ha delle criticità.
Basti vedere chi lo promuove.
Il problema, però, non è solo nella legge elettorale ma è anche nella Costituzione.
Ad esempio, qui in Italia c'è il triste fenomeno del trasformismo, ossia di quei parlamentari, consiglieri regionali, provinciali e comunali che cambiano partito e/o coalizione.
Se vogliamo avere una classe dirigente eletta "dal basso" dobbiamo porre un freno a questo fenomeno.
Purtroppo, la Costituzione non prevede il vincolo di mandato, ossia quel vincolo che lega il parlamentare (o il consigliere regionale, provinciale o comunale) al partito in cui è stato eletto e, quindi, all'elettore che gli dovrebbe rappresentare.
Infatti, se (ad esempio) un parlamentare è stato eletto nel Popolo della Libertà deve rappresentare gli elettori di quel partito che l'hanno votato.
Lo stesso vale per i parlamentari del Partito Democratico e di altri.
Serve, quindi, anche una riforma della Costituzione che preveda, ad esempio, il vincolo di mandato (e faccia sì che un eletto in un determinato partito non lasci quest'ultimo, pena le dimissioni obbligate dall'organo in cui è stato eletto) o la "sfiducia costruttiva", per il Parlamento, che preveda che, in caso di caduta di un Governo, si possa valutare se in quell'organo dello Stato vi sia o meno la maggioranza eletta dal popolo. Se vi dovesse essere, quest'ultima potrebbe costruire un nuovo Governo. In caso contrario, si tornerebbe al voto.
Questo potrebbe fare in modo che non vi sia uno scollamento tra la politica ed il popolo.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.