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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 24 settembre 2011

OBBIEDIENZA A DIO CON I FATTI


Cari amici ed amiche.

Nelle Sante Messe di oggi e domani, sarà letto il seguente brano del Vangelo:

"Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio, và oggi a lavorare nella vigna.

[29] Ed egli rispose: Sì, signore; ma non andò.

[30] Rivoltosi al secondo, gli disse lo stesso. Ed egli rispose: Non ne ho voglia; ma poi, pentitosi, ci andò.

[31] Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?". Dicono: "L'ultimo". E Gesù disse loro: "In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

[32] È venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, pur avendo visto queste cose, non vi siete nemmeno pentiti per credergli. "

Questo brano del Vangelo secondo Matteo (capitolo 20, versetti 29-32) parla di un uomo che chiese al suo primo figlio di andare a lavorare alla sua vigna.
Disse di sì ma poi ci andò.
Fece la stessa richiesta al secondo che disse di no ma poi ci andò.
Ora, è chiaro che questo racconto sia un'allegoria.
L'uomo rappresenta il Signore. Il primo figlio, rappresenta coloro che conoscevano già la Legge, coloro che agli occhi dei giudei dell'epoca erano visti come la "gente bene" , gli uomini apparentemente pii.
In realtà, questo uomini adoravano Dio con le labbra ma questa loro presunzione li rendeva ciechi di fronte ai loro peccati.
Il secondo figlio, invece, rappresenta coloro che inizialmente si ribellano a Dio ma che poi si pentono e si convertono.
Del resto, anche la stessa concezione ebraica ammette questo principio.
Un nemico che si pente non è più un nemico. Questo deve farci riflettere.
Allora, anche noi cristiani dobbiamo stare attenti a non fare come quel "primo figlio" .
Noi non dobbiamo fare i moralisti verso gli altri, senza guardare dentro di noi stessi.
Se non facciamo così, rischiamo di essere simili a quei farisei che controllavano se il bicchiere da cui bevevano era pulito o meno e giudicavano gli altri mentre non guardavano i loro peccati.
Cordiali saluti.

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