Cari amici ed amiche.
Leggete questa nota che è stata riportata su Facebook dall'amico Angelo Fazio.
Essa recita:
"
L'ex sacerdote don Marco Dessì è stato condannato a 7 anni di reclusione per abusi sessuali commessi in Nicaragua, ai danni di tre ragazzi della comunità di Chinandega, di cui era responsabile. L'avvocato ateo Marco Scarpati, presidente di Ecpat-Italia onlus, il network internazionale che lotta contro la pedofilia, la pedopornografia e lo sfruttamento sessuale dei minori, ha seguito da vicino il caso, che vede coinvolte anche alcune associazioni come "Rock no war" di Modena e "Solidando" di Cagliari. Il Sole 24 Ore lo ha intervistato, per discutere, tra l'altro, dell'evoluzione del punto di vista della Chiesa sulla pedofilia negli ambienti ecclesiastici.
Don Dessì è stato condannato a 7 anni di reclusione. E' soddisfatto della sentenza?
Quando qualcuno va in galera non si può essere soddisfatti, ma in questo caso posso dire che la galera ha senso. Reputo questa condanna equa e giustamente severa.
Una sentenza più o meno severa di quella d'appello?
Sono stati saltati tutti i reati precedenti all'agosto 1998, anno in cui è stata modificata la normativa tramite una legge richiesta proprio da Ecpat (Legge 296/98: la legge italiana punisce con la pena della reclusione i reati inerenti alla prostituzione e alla pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi all'estero, ndr). La nuova normativa ha innovato il diritto istituendo nuovi reati. Un italiano che compie questo tipo di reati all'estero ora può essere punito anche in Italia. Prima servivano, invece, documenti e pratiche burocratiche complesse.
Il capo d'imputazione di don Dessì era, dunque, inizialmente composto da sei voci. Tre di queste si riferivano a prima del 1998, la quarta era successiva ma è stata considerata precedente, infine sono rimasti due capi d'imputazione, ma erano i più gravi, perchè la continuazione del reato prevede un trattamento più lieve.
La sentenza, scesa da otto a sette anni, è stata in realtà più severa perchè si riferisce ad un minor numero di capi d'imputazione.
Nel gennaio scorso il Papa ha emesso un decreto per ridurre allo stato laicale don Dessì. Ritiene che qualcosa si stia muovendo in Vaticano?
Si sta muovendo molto in Vaticano. Lo dico da laico e ateo, sta avvenendo tanto. L'attuale Papa ha modificato di molto l'approccio del Papa precedente e ha penalizzato i reati di pedofilia fra sacerdoti. C'è stata una grande collaborazione fra Vaticano e giustizia ordinaria. Ci sono stati rapporti intensi di scambio intellettuale e giuridico con i collaboratori del Vaticano. Senza l'intervento del Vaticano, l'ex sacerdote non sarebbe mai tornato in Italia e, dunque, non sarebbe stato possibile sottoporlo ad indagini accurate e intercettazioni. Parlo da analista esterno. Quando Benedetto XVI era ancora cardinale fu delegato da Papa Wojtyla, già malato, a guidare la Via Crucis. Mi ricordo di un'orazione in cui Ratzinger parlò in modo molto duro dei peccati della Chiesa. Fu interpretato come un discorso da storico e filosofo, in realtà stava parlando dei peccati di "questa" Chiesa. Una volta diventato Papa, Ratzinger ha deciso, infatti, di fare pulizia, di battere la polvere dai tappeti, emanando tra l'altro delle norme severissime. E sta rivoluzionando tutto. Ma per fare davvero pulizia, questi tappeti vanno battuti anche all'esterno.
Ritiene che Papa Wojtyla non abbia contrastato in modo sufficiente la pedofilia?
Wojtyla ha vinto il comunismo e ha chiuso il XX secolo. Una volta chiuso questo periodo storico occorreva una persona che verificasse che la Chiesa potesse reggere le nuove sfide dell'umanità. Per questo Papa Ratzinger va apprezzato. Non credo che Wojtyla si sia impegnato meno, credo solo che abbia vissuto in un differente periodo storico, è quindi un discorso diverso, che non può essere confrontato con quello inerente Papa Ratzinger. Questo, tuttavia, non toglie che Benedetto XVI ha fatto e sta facendo più di ogni altro.
Inserto: Meditazione del cardinale Joseph Ratzinger alla Via Crucis del 2005:
"Che cosa può dirci la terza caduta di Gesù sotto il peso della croce? Forse ci fa pensare alla caduta dell’uomo in generale, all’allontanamento di molti da Cristo, alla deriva verso un secolarismo senza Dio. Ma non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza! Quanto poco rispettiamo il sacramento della riconciliazione, nel quale egli ci aspetta, per rialzarci dalle nostre cadute! Tutto ciò è presente nella sua passione. Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue è certamente il più grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore. Non ci rimane altro che rivolgergli, dal più profondo dell’animo, il grido: Kyrie, eleison – Signore, salvaci" (cfr. Mt 8, 25).
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A questa nota, voglio unire un articolo del blog "La Croce e la Spada", che recita:
"Il Papa come Hitler. Questa la sostanza di quello che è avvenuto qualche giorno fa, quando due avvocati bavaresi, C. Sailer e G.J. Hetzel, hanno presentato alla Corte Penale Internazionale dell’Aja una denuncia contro il Papa per crimini contro l’Umanità. Sembrerebbe una barzelletta, ma purtroppo è l’assurda realtà. Sarebbero tre i crimini mondiali, mai denunciati perché la riverenza verso la Chiesa avrebbe “offuscato il senso di giusto e sbagliato”. Il Papa sarebbe responsabile del mantenimento di un regime di coercizione mondiale che soggioga i membri con minacce terribili, impedendo l’uso di preservativi anche se potrebbero servire ad evitare il contagio da HIV. Altra colpa sarebbe quella di coordinare una macchina globale di copertura dei crimini sessuali compiuti da religiosi, agevolandone il ripetersi. Arrivano ad attaccare anche il Battesimo, sostenendo che la Chiesa “acquista i suoi membri” (quasi fosse un club) con un atto obbligatorio e irrevocabile nonostante i “membri”, i bambini, siano incapaci di scegliere. Il Papa avrebbe coperto gli abusi anche quando, sotto Giovanni Paolo II era prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. “L’Avvenire” stigmatizza la denuncia, ricordando come sia stato proprio l’allora cardinale Ratzinger, insieme a Giovanni Paolo II, a inaugurare una nuova era di “tolleranza zero” riguardo a questo crimine orrendo. “Azzeccagarbugli”: così il quotidiano dei vescovi definisce gli avvocati senza scrupoli che marciano sulle sofferenze delle persone per il proprio guadagno personale, mentre per Maurizio Lupi questa battaglia in tribunale è “strumentale e ideologica”. La SNAP e il CFCR, le ong responsabili della denuncia, hanno allegato 10000 pagine di documentazione su migliaia di abusi. Pamela Spees, uno degli avvocati, ha parlato di “responsabilità oggettiva” riguardo al Papa e ad altri tre cardinali, che avrebbero insabbiato prove e coperto i colpevoli, che sarebbero circa 20000. Il Vaticano ha risposto con un “No comment”, mentre è il cardinale Sepe, di Propaganda Fide, a riassumere tutto questo: è semplicemente l’ennesimo tentativo anticattolico di affossare l’immagine della Chiesa.
È nient’altro che questo. Non so quali siano le motivazioni reali degli avvocati e delle associazioni: difficile dire che siano semplicemente pecuniarie, poiché la Corte dell’Aja non è autorizzata ad imporre risarcimenti in denaro. E, soprattutto, gli Stati Uniti non hanno mai firmato il protocollo di legittimazione del Tribunale. Quindi quello che il cardinale Sepe dice è vero: è solo l’ultimo degli ormai innumerevoli attacchi alla Chiesa Cattolica e ad un Papa troppo scomodo. La mia opinione è che in un mondo secolarizzato preda di un esasperato laicismo non vi sia posto per un’entità mondiale qual è la Chiesa, che vive nei cuori di miliardi di persone, senza confini e distinzioni di razza o lingua. La Chiesa fa paura al mondo ateo e relativista, perché non dà motivi, come l’Islam, di aperta critica, non spinge persone al martirio e non muove gli eserciti. Per questo i suoi nemici tentano le vie più subdole per trovare un’ipotetica macchia nel candore della sua veste. Certi, d’altra parte, di non avere nulla da temere: la Chiesa non uccide chi la denigra, anche nei modi più crudeli e viscidi. Non ci sarà mai un integralista cattolico che assassinerà il Theo van Gogh del laicismo. Innumerevoli volte ho chiesto a persone del genere perché non criticassero nello stesso modo l’Islam e i suoi ayatollah. Le loro risposte sono sempre state estremamente evasive e generiche. L’ovvia realtà è che il mondo ateo del relativismo etico ha troppa paura per far valere le sue idee anche nel mondo musulmano: le rappresaglie, in quel caso, ci sarebbero eccome! Chi ha criticato l’Islam, come Oriana Fallaci, Geert Wilders e Ayaan Hirsi Alì è costretto a vivere sotto scorta. Mentre il sopraccitato regista van Gogh ora riposa in pace. Il terrore dell’Islam è ovunque: nel film 2012 si vede crollare la basilica di San Pietro, ma non la moschea della Mecca o il Tempio della Roccia, come sarebbe se si volesse essere paritari e “politicamente corretti”. La Chiesa suscita una “paura” diversa: come si fa a contrastare qualcosa che esiste da venti secoli e che assorbe i colpi dei suoi nemici senza cadere? Si può solo cercare di impedirle di compiere quello che la rende la rappresentazione dell’Amore di Dio: togliere l’8x1000 indebolendo la sua capacità di sostenere le missioni, togliere i crocifissi dai luoghi pubblici, sostenere che la GMG vuoterà le casse della città di Madrid (in realtà, è avvenuto l’opposto), ad esempio. Pazienza se bambini moriranno perché mancheranno i mattoni per le case dato che l’8x1000 è stato abolito, e pazienza se una radice della cultura italiana come il crocifisso verrà tolta in nome della laicità. La crudeltà di certa gente non ha limiti, neanche quando si tratta di strumentalizzare il dolore di vittime di abusi pur di aggiungersi alla prestigiosa lista di critici della Chiesa Cattolica. Forse sbaglio a definire queste persone “critici”, perché una critica può anche essere costruttiva. Le critiche che vengono portate alla Chiesa, al contrario, sono gratuite, fatte per distruggere senza il minimo proposito di costruire. Grazie a Dio esistono milioni di cattolici praticanti che mostrano ogni giorno al mondo come queste critiche siano vuote. Da qualche giorno si è conclusa la sagra della mia piccola parrocchia, cui ho partecipato attivamente; molta della gente che è venuta non va in chiesa, ma non ha potuto fare a meno di pensare che quelli che li servivano lo facevano gratuitamente, e che i proventi non sarebbero andati a un partito, ma in beneficenza. È meraviglioso come il nostro parroco, da quando è arrivato pochi anni fa, abbia saputo creare una comunità di tanti giovani attivi e decine e decine di bambini iscritti al catechismo, in una parrocchia che conta meno di 2000 abitanti. Questa è la risposta alle critiche dei laicisti, degli atei, dei relativisti morali, dei comunisti, dei gay e di tutte le associazioni anticattoliche. Le nostre armi non sono i mitra, le autobomba e i kamikaze, ma l’Amore di Dio e la Sua Parola, che portiamo nel mondo disperdendo ogni assalto. Questa denuncia è l’ennesimo patetico attacco ai cattolici, ed il suo fallimento sarà un’altra dimostrazione della forza morale e spirituale di una Chiesa incrollabile.".
Ora, faccio qualche mia considerazione. Queste due note smentiscono certe accuse rivolte contro il Santo Padre, Papa Benedetto XVI.
Devo dire che sembra di essere nel periodo dell'Illuminismo del XVIII secolo. In quel periodo, ci fu un forte anticlericalismo che fu sollevato da molti ceti intellettuali (i "philosophes") e da certe logge massoniche, che furono veicolo delle idee anticlericali ed anticattoliche.
Inoltre, la Chiesa ed il mondo cattolico vivono un momenti di divisione, come lo vissero nel XVII secolo. In quel periodo, i cattolici furono divisi in giansenisti, molinisti, giuseppinisti, tomisti, agostiniani, francescani, gesuiti e quant'altro. Inoltre, gli ordini religiosi deperivano, perché erano sempre meno gli ingressi al loro interno e le vocazioni crollarono.
Molti preti si spretavano.
Inoltre, vi fu anche un certo avvicinamento all'occultismo. Un esempio fu la Voisin, una donna vissuta nella Francia di re Luigi XIV che fu famosa per le messe nere.
Oggi, vi è la stessa situazione.
La Chiesa è messa sotto attacco da vari gruppi di intellettuali, partiti politici, associazioni (come alcune di quelle omosessuali, quelle femministe o quelle abortiste), una certa parte del mondo della televisione e quant'altro.
Vi è un clima secolarizzato, in cui le vocazioni sono diminuite.
Vi sono divisioni nel mondo cattolico. Un esempio l'ho fatto ieri, nell'articolo intitolato "Da Roncoferraro a Suzzara, i supermercati si fanno davanti ai cimiteri".
Una parte del mondo cattolico roncoferrarese ha taciuto di fronte alla realizzazione di un supermercato di fronte al cimitero, cosa che, a mio giudizio e non solo, va contro quello che è il concetto di scaralità del luogo.
Inoltre, vi sono preti che arrivano quasi al limite della disciplina.
Leggete questo articolo intitolato "E questo sarebbe un prete?" quello intitolato "Preti eterodossi? Fanno male alla Chiesa!". Quindi, vi è anche una certa apostasia che è aggravata dal fiorire di sette. Infatti, il calo della Chiesa non coincicide con un calo della "domanda di spiritualità". In questa situazione, quindi, le sette trovano un terreno fertile, come il fondamentalismo islamico.
E' chiaro che qui vi sia qualcosa che non va.
Noi cattolici dobbiamo farci forza. Dobbiamo ricordarci di queste parole del Vangelo secondo Marco che recitano:
"[1] Mentre usciva dal tempio, un discepolo gli disse: "Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!".
[2] Gesù gli rispose: "Vedi queste grandi costruzioni? Non rimarrà qui pietra su pietra, che non sia distrutta".
[3] Mentre era seduto sul monte degli Ulivi, di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte:
[4] "Dicci, quando accadrà questo, e quale sarà il segno che tutte queste cose staranno per compiersi?".
[5] Gesù si mise a dire loro: "Guardate che nessuno v'inganni!
[6] Molti verranno in mio nome, dicendo: "Sono io", e inganneranno molti.
[7] E quando sentirete parlare di guerre, non allarmatevi; bisogna infatti che ciò avvenga, ma non sarà ancora la fine.
[8] Si leverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti sulla terra e vi saranno carestie. Questo sarà il principio dei dolori.
[9] Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe, comparirete davanti a governatori e re a causa mia, per render testimonianza davanti a loro.
[10] Ma prima è necessario che il vangelo sia proclamato a tutte le genti.
[11] E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi di ciò che dovrete dire, ma dite ciò che in quell'ora vi sarà dato: poiché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo.
[12] Il fratello consegnerà a morte il fratello, il padre il figlio e i figli insorgeranno contro i genitori e li metteranno a morte.
[13] Voi sarete odiati da tutti a causa del mio nome, ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.
[14] Quando vedrete l'abominio della desolazione stare là dove non conviene, chi legge capisca, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano ai monti;
[15] chi si trova sulla terrazza non scenda per entrare a prender qualcosa nella sua casa;
[16] chi è nel campo non torni indietro a prendersi il mantello.
[17] Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni!
[18] Pregate che ciò non accada d'inverno;
[19] perché quei giorni saranno una tribolazione, quale non è mai stata dall'inizio della creazione, fatta da Dio, fino al presente, né mai vi sarà.
[20] Se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessun uomo si salverebbe. Ma a motivo degli eletti che si è scelto ha abbreviato quei giorni.
[21] Allora, dunque, se qualcuno vi dirà: "Ecco, il Cristo è qui, ecco è là", non ci credete;
[22] perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e portenti per ingannare, se fosse possibile, anche gli eletti.
[23] Voi però state attenti! Io vi ho predetto tutto.
[24] In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà
e la luna non darà più il suo splendore
[25] e gli astri si metteranno a cadere dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
[26] Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria.
[27] Ed egli manderà gli angeli e riunirà i suoi eletti dai quattro venti, dall'estremità della terra fino all'estremità del cielo.
[28] Dal fico imparate questa parabola: quando già il suo ramo si fa tenero e mette le foglie, voi sapete che l'estate è vicina;
[29] così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, alle porte.
[30] In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutte queste cose siano avvenute.
[31] Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
[32] Quanto poi a quel giorno o a quell'ora, nessuno li conosce, neanche gli angeli nel cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
[33] State attenti, vegliate, perché non sapete quando sarà il momento preciso.
[34] È come uno che è partito per un viaggio dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vigilare.
[35] Vigilate dunque, poiché non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino,
[36] perché non giunga all'improvviso, trovandovi addormentati.
[37] Quello che dico a voi, lo dico a tutti: Vegliate!". ".
E' davvero un periodo buio per noi cristiani.
Cordiali saluti.
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