Vi presento il blog "La Croce e e la Spada". Esso è stato fatto da uno studente di Mirandola (Modena) che è in contatto con me. E' un bravo ragazzo ed è anche motivato. Ho trovato molto interessante l'articolo che parla del premier turco Tayyip Erdogan.
Leggetelo:
"Ricorderete il blitz degli incursori israeliani il 31 maggio 2010 contro la “Freedom flotilla”, convoglio “umanitario” che tentava di rompere il blocco navale di Israele a Gaza per portare aiuti ai terroristi palestinesi. Messo piede sul ferry turco Mavi Marmara, gli israeliani dovettero sparare sull’equipaggio che la aveva attaccati. Nove cittadini turchi morirono. Appreso di recente che l’ONU aveva stilato un rapporto in cui condannava l’uso “eccessivo e irragionevole” della forza nel raid, ma che Israele aveva il diritto di esercitare il blocco navale come autodifesa, il premier turco Tayyip Erdogan ha definito lo Stato ebraico un “bambino viziato”. Ha espresso, inoltre, l’intenzione di recarsi presto a Gaza, mentre già il 2 settembre l’ambasciatore israeliano ad Ankara era stato espulso. Rimasti intatti gli accordi commerciali, molto importanti economicamente per la Turchia, sono stati interrotti quelli di cooperazione militare. Per il ripristino dei rapporti, il governo di Ankara pretende le scuse ufficiali di Israele, senza le quali “non è possibile nessun compromesso”, e risarcimenti per le famiglie delle vittime. A frenare la riconciliazione è la difficoltà di convincere il Ministro degli Esteri di Tel Aviv, il “falco” Avigdor Lieberman. La Turchia ha anche annunciato l’avvio di una procedura per contestare di fronte alla comunità internazionale la legalità del blocco navale israeliano, e una maggiore vigilanza nella zona da parte della sua flotta. (TMNews)
Tayyip Erdogan, Premier turco
Non c’è da meravigliarsi di quanto è successo. Anzi, mi chiedo come mai sia accaduto solo ora. Ormai lontani i tempi di Kemal Ataturk, oggi il governo di Ankara è islamico-conservatore, in sostanza non dissimile da quello iraniano. Più che naturale, quindi, che vada d’accordo con Hamas, l’organizzazione terroristica che governa i palestinesi. È evidente che il blitz dell’anno scorso sia stata solo l’occasione per uscire allo scoperto, dichiarando apertamente il sostegno a Hamas. Israele si trova quindi sempre più solo, circondato completamente da Paesi che bramano la sua distruzione. Mentre l’Europa, che da culla della civiltà dovrebbe ergersi a paladina della Libertà, continua a considerare la Turchia un ‘ponte’ verso il Medio Oriente, ed eminenti personalità chiedono a gran voce il suo ingresso nell’Unione Europea. Poco importa che la Turchia non faccia parte dell’Europa né geograficamente né culturalmente. I filoislamici, che chiudono occhi e orecchie di fronte a tutte le atrocità commesse in ogni luogo dai seguaci di Allah, in nome del pacifismo e dell’amore fra i popoli tendono loro la mano, senza temere che venga preso loro tutto il braccio. E vomitando fango su tutti coloro che danno l’allarme sull’invasione islamica, che, come un cancro, sta tramutando l’Europa in Eurabia, per citare Oriana Fallaci. Questi ‘pacifisti’, che sono i primi a sparare a zero contro la Chiesa, gli stessi che hanno escluso di riconoscere le radici cristiane dell’Europa, sembrano non vedere, colpevolmente, le implicazioni di una possibile entrata in Europa della Turchia. Io sto parlando di fatti reali, sotto gli occhi di tutti, cioè che la Turchia non riconosce Hamas come organizzazione terroristica nonostante i razzi che da Gaza cadono ogni giorno su Israele. E nonostante quello che dica non sia altro che la verità potrei essere accusato di razzismo, xenofobia e istigazione allo scontro di civiltà. Sono fiero, d’altra parte, di dire cose politicamente scorrette, perché solo così la civiltà occidentale potrà essere svegliata da quel sonno di valori e di ragione che sta permettendo alle orde islamiche di invadere l’Europa. Erdogan è uscito allo scoperto, con le sue dichiarazioni. La sua intenzione di fare una visita a Gaza è un implicito messaggio a Israele: “anche noi vi distruggeremo”. Solo volendolo si può non pensare alla Turchia come ad un potenziale nemico dell’Occidente. Il suo governo islamico ne fa un Paese pericoloso. Quando l’Islam assume anche il potere politico, un Paese diventa una polveriera, una minaccia per qualsiasi stato non musulmano, e un possibile covo di terroristi. Basti pensare al fatto che quasi tutte le guerre che insanguinano il mondo coinvolgono un Paese islamico: le Tigri Tamil nello Sri Lanka, gli indipendentisti musulmani nelle Filippine, il Pakistan nel Kashmir, le stragi a Timor Est, in Nigeria, in Cecenia, in Egitto e nel Darfur, l’Iraq e l’Afghanistan. Quasi sempre, quindi, contro i cristiani.
La Mavi Marmara, della Freedom Flotilla
Ma i ‘politicamente corretti’ non ci pensano, non danno peso a questi eccidi. Bisogna, secondo loro, essere amici dell’Islam per essere veramente amanti della pace nel mondo. I primi fra costoro sono ovviamente gli intellettuali di sinistra. Proprio coloro che accusano la Chiesa di ingerenze e di abitudini medievali sono i migliori amici dell’Islam, religione incivile per antonomasia. E le associazioni laiciste, gli atei e i gruppi omosessuali, tanto pronti ad attaccare la Chiesa, stanno zitti. Forse perché attaccare gli islamici è un po’ troppo pericoloso.
Un altro Paese è caduto nelle mani dei fondamentalisti islamici, proprio quella Turchia che doveva essere il tramite fra il mondo civile e quello musulmano. È utopia che l’Occidente finalmente reagisca? Spero di no. Molti hanno già tentato di svegliare l’Europa. Il loro appello va raccolto subito.
Pubblicato da Antares a 15:05".
Non posso che essere d'accordo con quanto scritto. E' evidente che in Turchia vi sia una situazione in cui l'Islam fondamentalista sta prendendo sempre più piede, a scapito della laicità.
L'equilibrio tra chi vuole mantenere una Turchia laica e chi è favorevole ad una sua islamizzazione è molto precario.
Quindi, l'Europa farebbe bene a stare attenta all'evoluzione degli eventi in Turchia, visto che tale Paese è candidato ad entrare nell'Unione Europea.
Se questo Paese dovesse entrare nell'Unione Europea in queste condizioni, vi sarebbe il rischio di una diffusione del fondamentalismo islamico su larga scala.
Inoltre, potrebbe esserci il condizionamento anche dei rapporti tra Israele e l'Unione Europea stessa.
Qui, davvero, c' è il rischio di vedere Israele isolato.
In fondo, i fondamentalisti islamici sperano in ciò. Quanto successo all'Ambasciata israeliana in Egitto deve farci preoccupare.
Inoltre, anche la Turchia ha rotto rapporti con Israele, proprio in seguito a quanto successe alla "Freedom Flotilla", episodio in cui lo Stato ebraico esercità il diritto di difendersi.
Quindi, mi auguro che l'Europa si svegli e segua l'evolversi degli eventi con criterio. Ne va anche del nostro futuro.
Cordiali saluti
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