Egli ha detto durante un'intervista della "Repubblica": "La parola 'invece' non è (ancora) da pronunziare. Io ci credo davvero che i senatori, i miei colleghi, non butteranno via questa occasione di civiltà e troveranno il modo di approvare questa legge, per quanto imperfetta essa sia".
Egli ha anche aggiunto, inveendo contro il centrodestra: "Li invito tutti, di destra, di sinistra e di centro, di sotto e di sopra, a parlarne la sera, a casa, con i figli e con i nipoti basterà ascoltarli per capire che sarebbe un delitto contro di loro, contro i loro compagni di scuola, contro i loro simili e contro la tanto sbandierata italianità. Continuare a negare a dei bimbi, che sono italiani come i nostri figli, i diritti di ogni altro italiano è tradire la nostra italianità, una crudeltà indegna dell'Italia".
A Renzo Piano, io mi sentirei di porre questa domanda: "Nessuno fa uno sciopero della fame per le famiglie italiane che non arrivano a fine mese, per i disoccupati italiani, per gli imprenditori italiani che chiudono e per i giovani italiani costretti ad andare all'estero per lavorare?".
I soliti buonisti diranno che io sono "crudele", "incivile" e "cattivo".
A loro rispondo dicendo che non me ne frega niente!
Preferisco cento volte essere "cattivo" che essere un ipocrita.
Se la priorità di questi politici di sinistra, di questi architetti fatti senatori a vita, di certi ecclesiastici e di certi uomini del mondo cattolico che stanno distruggendo ed abiurando la dottrina cattolica in nome del buonismo è lo ius soli agli immigrati e non il trovare una soluzione per i problemi di noi italiani, vuole dire che che l'Italia merita di fallire.
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