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martedì 24 ottobre 2017

Viva il federalismo. No all'assistenzialismo, parte II

Sul blog "The Italian Tory" vi è un articolo molto interessante che è intitolato "Successo per i referendum: ora avanti con le riforme federaliste".
Esso riprende quanto da me scritto prima.
Vi riporto questo stralcio dell'articolo:

"Lasciando perdere le varie polemiche sul voto, che sinceramente avanzano, l’Italia intera oggi deve prendere in considerazione il messaggio venuto dalle due regioni settentrionali, e iniziare a intraprendere, regione per regione, un percorso di autonomia e di responsabilità che promuova le specificità delle singole regioni apportando un contributo alla crescita nazionale. Il centrodestra, in quanto bandiera della libertà, del merito, della crescita e dell’autonoma iniziativa, deve farsi portatore di questo tipo di riforma, che partendo dalle regole costituzionali già esistenti dovrebbe proseguire con modifiche alla costituzione stessa, organizzando lo stato nazionale secondo principi di merito molto diversi da quelli social-centralisti che lo stanno portando verso il baratro. Da destra e da sinistra questo dovrebbe essere un percorso condiviso, poiché ci sono figure da entrambe le parti che nella storia hanno promosso il federalismo e il regionalismo, uno su tutti don Sturzo, padre politico dei moderati italiani, che aveva fondato questo tipo di politica sui principi di responsabilità e di autonomia, ma anche e soprattutto di aiuto reciproco, propri del cristianesimo".

L'Italia deve diventare un Paese ad organizzazione federalista.
Chi dice che il federalismo metterebbe a rischio l'unità del nostro Paese dice una fesseria.
Un Paese può essere unito anche se le sue regioni hanno una forte autonomia.
Anzi, con l'attuale sistema si rischia davvero di spaccare l'Italia, con cinque regioni (quelle a statuto speciale) che si tengono i soldi e con il Sud che ad oggi non produce, per colpa di quella schifosa politica di assistenzialismo che ha foraggiato le peggiori classi dirigenti.
Il federalismo farebbe bene anche al Sud.
Con il federalismo, un Comune con problemi di bilancio non sarebbe più foraggiato (con soldi nostri) ma le sue classi dirigenti risponderebbero degli errori commessi.
Sarebbe introdotto quel principio di responsabilità che fino ad oggi è mancato.
Il referendum che c'è stato in Veneto e qui in Lombardia ha fatto emergere ciò.
Roma (non intesa come città ma come governo nazionale) ne prenda atto.

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