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sabato 21 ottobre 2017

Il messaggio "ebraico" nella Cappella Sistina

Sul sito "Aleteia" vi è un articolo scritto da Chiara Santomiero che è intitolato "C’è un messaggio nascosto di Michelangelo nella Cappella Sistina?".
L'articolo parla di una ricerca fatta a quattro mani dall'esperto di Talmud Blech Benjamin e dal ricercatore di storia dell'arte Ron Doliner, che hanno scritto un libro intitolato "I segreti della Sistina".
Su questo libro si parla di alcuni messaggi nascosti negli affreschi della Cappella Sistina.
Per esempio, l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male (i cui frutti furono mangiati da Eva ed Adamo) non è un melo ma un fico.
Nella nostra iconografia, si ritiene che esso sia un melo perché in latino il nome della mela è "malum" ed è in assonanza con il nome "male".
Al contrario, per la tradizione ebraica, il frutto della conoscenza sarebbe il fico.
Nel libro della Genesi (capitolo 3, versetto 7) vi è scritto:

"Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture".

Inoltre, guardando la parete del "Giudizio Universale" si nota che essa rassomiglia alle Tavole della Legge.
Anche il Cristo che giudica sembra più il Messia re che punisce i malvagi e riscatta i giusti della tradizione ebraica, che non il Cristo serafico che compare nell'iconografia più "convenzionale".
Come mai vi sono questi particolari?
La risposta potrebbe avere un nome ed un cognome:  Reginald Pole.
Nelle immagini della Cappella Sistina potrebbe esserci stata l'influenza di un movimento a cui aderì anche Michelangelo Buonarroti (1475-1564).
Il movimento in questione fu quello degli Spirituali, un movimento creato da Juan de Valdés (1505-1541) che proponeva una riforma della Chiesa con alcune istanze luterane ma senza arrivare alla rottura con Roma.
Juan de Valdés era un profondo erasminiano, e come tale era convinto del valore dell'uomo e della sua capacità di trovare nel proprio intimo la forza per elevarsi a Dio.
Tuttavia, sotto le influenze dell'Alumbradismo e della mistica francescana, raggiunse una posizione fortemente spiritualistica che considerava nell'uomo l'incapacità d'investigare la sfera divina senza fare appello anche alla fede oltre che alla ragione.
D'altro canto Juan de Valdés superava queste due correnti mistiche e non professava l'abbandono passivo a Dio, sottomettendo il volere umano a quello divino.
Egli fondò a Napoli il circolo degli Spirituali,
In seguito, gli spirituali di Napoli furono dispersi e si radunarono attorno a Vittoria Colonna (1490-1547) e a Giulia Gonzaga (nata a Gazzuolo, in Provincia di Mantova, nel 1513 e morta a Napoli nel 1566).
Il nuovo circolo degli Spirituali si formò a Viterbo.
Qui arrivò anche un altro personaggio importante: il cardinale Reginald Pole (1500-1558).
Pole fu un ecclesiastico inglese figlio di lady Margaret Pole (1473-1541), la quale fu contessa di Salisbury.
Egli fu imparentato con la famiglia reale dei Plantangeneti.
Pole si formò qui in Italia.
Stette a Padova fino al 1526, ove conobbe anche Gaspare Contarini (1483-1542) e Pier Martire Vermigli (1499-1562).
Il primo divenne cardinale (come Pole) ed il secondo abbracciò il protestantesimo.
Poiché rifiutò di accettare lo scisma imposto da re Enrico VIII (1491-1547), Pole dovette stare lontano dall'Inghilterra.
Sua madre venne accusata di tradimento e decapitata. Oggi, ella è riconosciuta come beata.
Egli stette qui in Italia ed ebbe un nemico giurato: Gian Pietro Carafa (1476-1559), che fu creato cardinale nel 1505 e dal 1542 egli fu anche il primo presidente dell'Inquisizione.
Carafa sospettava Pole di eresia.
Nel 1536, Pole fu creato cardinale da Papa Paolo III (1468-1549).
Contro Pole vi erano i sospetti di Carafa.
Questi sospetti erano dovuti al fatto che Pole fosse una figura rilevante degli Spirituali riuniti a Viterbo, ove il cardinale stava nelle vesti di amministrato del Patrimonio di San Pietro.
Degli Spirituali di Viterbo fecero parte anche il protonario apostolico Pietro Carnesecchi (1508-1567) che fu poi arso vivo per l'accusa di eresia, ed il cardinale Giovanni Morone (1509-1580).
Tra il 1545 ed il 1546, Pole fu anche legato pontificio al Concilio di Trento.
Nel circolo degli Spirituali entrò anche Michelangelo Buonarroti.
Questo adesione influenzò l'opera della Cappella Sistina che egli stava facendo.
Le forme ed i vari atteggiamenti e pose dei personaggi non rispecchiano la classica iconografia.
Il Cristo del Giudizio Universale è un Cristo che ha la posa di Colui che dà una sentenza, la quale può essere di salvezza e di condanna, e persino la Vergine Maria, la quale sta alla sua destra, sembra temerlo.
Il cardinale Carafa definì l'opera una "porcheria luterana".
Fece molte indagini contro Pole e gli altri spirituali.
Ora, Pole ebbe anche una frequentazione che oggi potrebbe "darci una spiegazione".
Egli soggiornò a Venezia, ove fece studi filologici della Bibbia con l'ebraista fiammingo Giovanni di Kampen.
Dunque, Pole potrebbe avere appreso anche alcune nozioni della tradizione giudaica e (forse) anche del Talmud.
In qualche modo, Pole potrebbe avere diretto de facto i lavori alla Cappella Sistina, lavori che nel 1534 furono commissionati a Michelangelo da Papa Clemente VII (26 maggio 1478-25 settembre 1534), il quale era in punto di morte.


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