Questa è la nota di Giulio Meotti sulla questione dei Curdi:
"Urge un monumento (oltre a uno stato) per i curdi. Dobbiamo intitolare loro delle strade, i nostri poeti (ormai ce ne sono pochi) devono comporre versi in loro onore e i nostri politici devono far loro visita portandogli solidarietà e contratti. I curdi e solo i curdi (con l'aiuto dell'America) hanno appena liberato quel cesso a cielo aperto di Raqqa, la città dove l'Isis impiccava e crocifiggeva e lapidava e pianificava massacri di europei. E prima sempre i curdi hanno aperto le loro città (come Erbil) ai cristiani, sfollati dai fondamentalisti islamici. Solo fra i curdi trovi volontari occidentali andati a combattere non per il Califfo, ma contro di lui. L'unico posto in Medio Oriente dove oggi, a parte Israele ovviamente, un ebreo potrebbe sfoggiare una kippah senza essere sbranato è il Kurdistan iracheno. Se era per Mister Obama e Monsieur Hollande, quello che l'Isis è una "squadra di serie B" e "bombarderemo Raqqa" dopo i 90 morti del Bataclan, a quest'ora il Califfato anziché perdere Raqqa stava a Ratisbona. Grazie, amici curdi!".
La questione dei Curdi è molto complessa.
Il Kurdistan è diviso tra Iraq, Siria, Iran e Turchia.
I Curdi vogliono autodeterminarsi ed il Kurdistan iracheno ha fatto un referendum.
Ora, il problema non è rappresentato dal popolo curdo ma dai Paesi in cui esso si trova.
La Turchia, la Siria, l'Iran e l'Iraq non vogliono un Kurdistan indipendente.
Se il Kurdistan iracheno si staccasse, anche il Kurdistan turco, quello iraniano e quello siriano vorrebbero fare altrettanto.
Sarebbe un loro diritto.
Purtroppo, Paesi come Iran e Turchia sono disposti anche a fare la guerra pur di impedirlo.
Un Kurdistan unito ed indipendente si potrebbe fare solo sotto l'egida di un consenso internazionale.
L'ONU è abbastanza forte per fare ciò?
Israele ha perfettamente ragione a sostenere la causa curda.
Forse, un Kurdistan indipendente potrebbe tenere testa ai fondamentalisti islamici.
Il problema resta con i Paesi prima citati.
L'ONU potrebbe non essere abbastanza forte, poiché è piegata a logiche completamente spesso diverse anche dal buonsenso.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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