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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 27 gennaio 2017

Senza l'Euro vivremo meglio

Cari amici ed amiche,

il quotidiano "Il Giornale", riporta un'analisi interessante.
Secondo questa analisi, stilata da Mediobanca, il nostro Paese risparmierebbe bel 8 miliardi se non avesse l'Euro.
Questo è lo stralcio dell'articolo:

"NON È PER SALVINI CHE USCIAMO DALL'EURO

Lo studio di Mediobanca, che pure considera cruciali le elezioni prima in Francia e poi in Olanda e prevede quelle italiane a fine legislatura, affida la sua analisi sui costi dell'uscita dall'euro, essenzialmente a ragioni di tipo economico. La prima questione è che la moneta conta. Eccome, quando si parla di produttività italiana. Il nostro differenziale con la Germania e la Francia è del 20 per cento. Una roba da pazzi: è come correre una gara con Bolt, e per di più azzoppati. Tre momenti storici hanno determinato questo stato di cose. Nel 1979 quando siamo entrati nel serpente monetario con una banda di oscillazione del sei per cento, poi nel 1989 quando la forchetta l'abbiamo abbassata al 2,25 per cento e infine nel 1996 quando abbiamo addirittura rivalutato la lira dell'8 per cento per riuscire ad agganciare il nascente euro.

Da quel momento in poi è stato un tracollo. Negli ultimi quindici anni la ricchezza italiana (il Pil) non è cresciuta di un euro. Dal 2008 ad oggi il Pil è sceso di sette punti percentuali. Le conseguenze si vedono nei portafogli delle banche pieni zeppi crediti inesigibili.
SENZA PIL IL DEBITO NON REGGE

Senza crescita non solo siamo più poveri, ma non riusciamo a ripagare il debito. Eppure Mediobanca nota come negli ultimi quindici anni (escluso il 2009) abbiamo sempre avuto il maggior avanzo primario d'Europa. La facciamo semplice: lo Stato ha incassato dalle nostre tasse più di quanto abbia speso. Alla fine i conti pubblici finiscono comunque in rosso, poiché il ragioniere dello Stato ha dovuto pagare gli interessi sul debito: ma senza questo costo (l'avanzo primario, appunto) abbiamo fatto meglio di tutti. Ciò però vuol dire che negli ultimi quindici anni lo Stato ha drenato risorse dal settore privato. Ha preteso, molto più di quanto ha dato. Nonostante ciò il debito è cresciuto. È fuori controllo. Siamo in trappola: i privati sono massacrati, producono di meno, sono poco produttivi, hanno un cambio rivalutato, ma il debito non scende. Come possiamo pensare di ridurre la montagna di debito?
I TASSI DI INTERESSE SALIRANNO

In questo scenario negli ultimi anni siamo stati relativamente aiutati dal basso livello dei tassi di interesse. Abbiamo un grande debito, ma tassi bassi. Ora la festa rischia di essere finita. Per tre motivi. Il primo è l'andamento generale dell'economia nel mondo. Mentre in Italia, ad esempio, i prezzi sono calati dello 0,1 per cento, in Europa sono mediamente cresciuti dell'1,1 per cento. Le pressioni affinché la Bce molli la sua politica di tassi zero sono forti. In America è già partito il processo di rialzo dei tassi. Oggi paghiamo 69 miliardi di euro di interessi all'anno su un debito di 2.173 miliardi. Fate un po' voi i conti su cosa accadrebbe sui nostri conti con un rialzo di un solo punticino dei tassi. Un secondo motivo deriva dal fatto che Mario Draghi non può continuare all'infinito a comprare i nostri Btp, comprimendone così il prezzo. Fino ad ora ne ha acquistati 210 miliardi (13 per cento dell'intero ammontare del nostro debito), ma ha già promesso di rallentare lo shopping. Terzo fattore: le nostre banche. Sono gli acquirenti storici e più fedeli dei Btp. Ma i nuovi regolamenti europei, le obbligheranno ad alleggerire i propri portafogli di carta pubblica italiana, per ridurre la concentrazione del rischio su un solo emittente. Il combinato disposto di queste tre situazioni comporterà un aumento dei tassi di interesse sul nostro debito. E saranno guai. Nel solo 2017 dovremmo rinnovare più di 200 miliardi di prestiti e gli attuali tassi all'1,5 per cento per Mediobanca rischiano di essere un sogno.".


Aggiungo una cosa: l'Euro non è neppure governato da un organo politico.
Per esempio, il Dollaro americano ha dietro la Federal Reserve, dietro alla quale vi sono il presidente e gli altri organi istituzionali.
Ergo, se il presidente Trump dicesse alla Federal Reserve di battere moneta, quest'ultima batterebbe moneta.
Con l'Euro questo non si può fare, mancando una vera banca centrale, sotto il controllo di organi istituzionali e politici.
Inoltre, con la Lira, l'Italia poteva fare la svalutazione competitiva, con cui ribattere a Paesi come la Germania.
Con l'Euro, invece, noi siamo alla mercé dei tedeschi.
Per noi sarebbe bene uscire dall'Euro.
Questa situazione non potrà reggere. Prima o poi, noi dovremo scegliere tra il restare nell'Euro e rimetterci o l'uscire da esso e salvarci.
Cordiali saluti.

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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.