Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

domenica 29 gennaio 2017

Scontro Ordine di Malta-Papa, io sono preoccupato

Cari amici ed amiche,

sul blog "Chiesa e post-concilio", ho trovato un articolo interessante che è intitolato "Durissimo attacco dello "Spectator" a Bergoglio: Un papa mai visto nella storia, che invece di proteggere i cattolici si unisce alla loro persecuzione".
L'articolo è una tradizione di un altro che è stato scritto sul periodico americano "American Spectator".
Vi riporto uno stralcio:

"Sotto Papa Francesco, la nuova ortodossia è eterodossia e guai a coloro che non si conformano ad essa. Notizie apparse questa settimana annunciano che il Papa "era intervenuto sui Cavalieri di Malta dopo una disputa sul preservativo". In passato, un titolo del genere avrebbe suggerito un giro di vite papale sulla distribuzione del condom. In questo caso, si riferisce al fatto che Papa Francesco punisce un'organizzazione che ha rimosso un funzionario implicato nella distribuzione di preservativi. Papa Francesco è rimasto costernato dalla rimozione di un funzionario dei Cavalieri di Malta che aveva un ruolo di responsabilità sull'attività umanitaria dell'ordine, che aveva distribuito contraccettivi per le prostitute e gli operatori umanitari in Asia.

L'essenza della complicata vicenda è che il Cancelliere aveva amici liberali di alto rango in Vaticano, che sono scesi in picchiata per reintegrarlo dopo il suo forzato allontanamento. Il risultato è che il conservatore che ha licenziato il liberale se n’è dovuto andare (costretto da Francesco); il liberale è stato reinsediato nella sua precedente posizione come Gran Cancelliere, mentre “l'ordine, una volta sovrano, è ora sotto il controllo del Papa perché si discosta dalle sue visuali liberali.

Secondo il mensile, il docente e giornalista Christopher Lamb, di fatto uno stenografo dei prelati eterodossi che ora gestiscono la Chiesa, riassume la controversia come un rimprovero papale ai tradizionalisti nell'ordine, un affronto al cardinale Raymond Burke (conservatore statunitense in funzione di patronus le cui ali sono state ora tarpate dal "delegato" del papa), e una vittoria per i progressisti tedeschi (che Lamb lancia comicamente come with-hatted (una sorta di hacker buoni) amanti dei poveri, al contrario di quei conservatori terribili così fissati con l'ordine, dai modi "quasi-monarchici"). Uno di quei liberali è il cardinale di Monaco Reinhard Marx, che è stato schietto nella sua opposizione agli insegnamenti morali della Chiesa.

Ancora una volta, le priorità del papa sono state rivelate. Innumerevoli organizzazioni cattoliche, scuole e ordini, a partire dai Gesuiti di Francesco, in un modo o in un altro promuovono l'eresia e lo scandalo. Eppure il papa non ha mai alzato un dito contro di loro. Al contrario, esse ricevono le sue calde lodi. Solo i conservatori ricadono sotto il suo sguardo fulminante. Egli è indulgente con ogni gregge, tranne che con i suoi fedeli, che sommerge di epiteti, da "rigidi" a "giudici" a "nevrotici".

Papa Francesco ha approvato l'uso del preservativo (per fermare il virus Zika) e detto ai cattolici di non figliare "come conigli." Quindi è del tutto comprensibile che Paul Ehrlich, il più estremo difensore del controllo delle nascite nel corso della storia (che ritiene gli aborti obbligatori e i contraccettivi capaci di "salvare il pianeta"), sia stato invitato a una conferenza in Vaticano a febbraio sul tema "l'estinzione biologica". Sotto Papa Francesco, il Vaticano è diventato una calamita per gli attivisti più anti-cattolici dell'Occidente, molti dei quali hanno contribuito alla sua enciclica sul riscaldamento globale.


L'invito di Ehrlich getta luce sulla controversia con i Cavalieri di Malta e le relativistiche chiacchiere senza senso del papa sono state d'aiuto per tirar fuori giustificazioni. Il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha scritto al Gran Maestro dei Cavalieri di Malta che far dimettere un funzionario implicato in uno scandalo sulla distribuzione di preservativi è contrario al "dialogo", ma il Papa "non ha mai parlato di mandare via qualcuno!" a parte i conservatori, naturalmente. Ha appena estromesso il destinatario di quella lettera. Con tutta la sua retorica infinita sull' "autonomia" e sul "rispetto per le differenze" Francesco è il Papa più autocratico e amante delle epurazioni che si sia visto in molti decenni. Egli è la quintessenza del liberale "tollerante" salito al potere grazie alla disobbedienza (come arcivescovo di Buenos Aires, ha ignorato le direttive vaticane) ma che poi mantiene il potere, chiedendo obbedienza assoluta dagli altri.
Se fosse obbedienza alla dottrina della Chiesa, nessuno potrebbe biasimarlo. Ma non lo è. Lui chiede obbedienza ai suoi capricci modernisti. Mentre elimina i conservatori della Chiesa, egli cancella lo spazio dei suoi avversari. Dai corridoi delle nazioni Unite alle stanze di L'Avana e di Pechino, gli statalisti anticattolici possono sempre contare su di lui per minimizzare i loro sconfinamenti nelle faccende ecclesiali, com'è evidente nella recente scandalosa intervista in cui ha dichiarato che i cattolici cinesi possono "praticare la loro fede in Cina". No, non possono. I fedeli all'ortodossia cattolica sono trattati brutalmente.".



Il problema è che nella Chiesa di oggi c'è uno scontro molto acceso.
Per tenere a freno questo scontro e dirimerlo non basta essere dei buoni pastori di anime ma bisogna essere anche delle persone di buonsenso a livello politico.
Lo scontro è tra i progressisti, i quali hanno il fulcro in una parte dell'episcopato tedesco, e gli altri, i conservatori, tra i quali spiccano certi prelati del mondo anglosassone.
Mi viene in mente il cardinale americano Raymond Leo Burke.
Purtroppo, lo debbo dire con rammarico e con rispetto perché sono cattolico e credo profondamente nella Chiesa, Papa Francesco ha mostrato i suoi limiti proprio nell'aspetto politico.
Pensiamo al riconoscimento della Palestina.
Il riconoscimento della Palestina è stato un errore madornale, com'è stata un errore l'apertura a Cuba, che ha portato gli USA amministrati da Barack Hussein Obama a togliere l'embargo ad essa.
La cosa che mi preoccupa è il fatto che anziché cercare una via di mezzo o un vero dialogo, il Papa prenda posizione in varie diatribe in cui non dovrebbe prendere posizione.
Il Papa deve essere un arbitro e non l'allenatore di una delle due squadre.
Mi viene da pensare in ciò che egli ha detto contro l'attuale presidente USA Donald Trump.
Questo rischia di creare confusione nella Chiesa.
Riguardo alla questione della Palestina, una larga parte del mondo ebraico non ha accettato la cosa e in essa ha visto un regresso nel dialogo tra gli ebrei e noi cattolici.
Pensiamo a quando il Papa pronuncia discorsi pro-immigrazione.
I vescovi spagnoli hanno preso una posizione differente, secondi cui i poveri vanno aiutati in casa loro, come l'hanno presa anche i vescovi africani, i quali scoraggiano l'emigrazione.
Questi vescovi sono meno cattolici di quelli che dicono di "accogliere e fare entrare chiunque"?
Io penso di "no".
Anche pensatori cattolici importanti come Camillo Langone la pensano così.
In un momento di crisi, noi non possiamo fare entrare tutta questa gente, non essendoci neppure il lavoro per noi italiani.
Io ne so qualcosa.
Io temo che questo atteggiamento rischi veramente di spaccare la Chiesa.
La questione dell'Ordine di Malta rientra in questo scontro che è in atto nella Chiesa.
Essere Papa non è come essere un vescovo comune, anche di una grande sede episcopale, quale può essere un'arcidiocesi, come quella di Londra, di Madrid, di Milano, di Palermo o di Buenos Aires.
Essere Papa significa essere il Vicario di Cristo sulla Terra.
San Pietro, il primo Papa, di fronte ad una divergenza tra i cristiani di origine ebraica e quelli di origine gentile sulla circoncisione, fece un concilio, con cui trovò una soluzione.
Essere Papa vuole dire unire i fedeli. Non c'è dubbio che per essere Papa serva quel "savoir faire" politico per evitare lacerazioni dentro la Chiesa.
Io penso che quando ci sono posizioni così forti e in forte scontro serva sempre molto tatto, cosa che purtroppo fino ad ora è mancata.
Cordiali saluti.





Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.