questa è la nota dell'amico Vito Schepisi:
"Mi dissocio dalla retorica ridondante dei media sulla Giornata della Memoria. La memoria non è la celebrazione di un compleanno in cui si festeggia il raggiungimento di un’anzianità maturata; non è una ricorrenza che fissa nella storia la data di un evento o di un’impresa, né è la data di partenza di una nuova realtà civile o sociale.
La memoria è ciò che deve avvicinare i sentimenti alla storia.
La memoria è ciò che si forma nei cuori e nello spirito degli uomini, perché dia forza al riscatto della loro dignità e civiltà per i momenti in cui l’una e l’altra si sono smarrite.
Questo riscatto non può esaurirsi nella celebrazione di un giorno.
L’intolleranza, l’odio, l’opportunismo e l’aggressività non si possono calcolare in trecentossentacinquesimi, come se bastasse una sola frazione dell’anno per apparire pensierosi e inorriditi per ciò che è successo.
E lavarsi così la coscienza!
Sono passati quasi 70 anni dalla risoluzione N. 181 dell’ONU del 29 novembre 1947 che dette vita il 14 maggio 1948 alla nascita dello stato di Israele.
Un popolo riunito nella sua terra promessa, e in questo popolo tantissimi gli scampati alle torture e allo sterminio nazista.
Ancora oggi, però, la minaccia dello sterminio è rimasta. E accade come se questo orrore fosse una costante della storia. Quasi scontato. E nessuno inorridisce.
I rappresentanti di quei popoli in cui c’è l’educazione dei minori all’odio sono accolti nei nostri paesi come capi di stato. Con loro si fanno patti, si concedono crediti e riconoscimenti politici e diplomatici, si assegnano finanziamenti e assistenza internazionale, senza neanche chiedere un impego a rinunciare al terrorismo ed ai propositi di sterminio.
Si fa distinzione tra lo stato di Israele e gli ebrei, come se la risoluzione dell’ONU del 1947 non fosse stata adottata per assegnare una terra d’origine ad un popolo ebraico perseguitato.
C’è una pace che non avverrà mai, e c’è una proposta che non è ragionevole di due popoli e due stati, finché la comunità internazionale continuerà a finanziare le formazioni terroristiche, senza neanche chiedere in cambio la cessazione delle violenze e la certezza di un vero proposito di pace. Senza sicurezza, essenziale alla stabilità di un popolo, non si potrà chiedere ad Israele, unica democrazia del Medioriente, di rinunciare ad agire in sua tutela.
La memoria ha una sua ragione solo se conduce a correggere gli errori e gli orrori del passato.
Altrimenti è solo retorica.".
Concordo con questa nota,
Riguardo alla Giornata della Memoria, vi invito a leggere un articolo del blog della mia grande amica e socia Stephanie Caracciolo "Cuore d'Italia".
Ora, esprimo un mio parere.
Anche qui a Roncoferraro (in Provincia di Mantova) sono state fatte manifestazioni in memoria delle vittime della Shoah.
Manifestazioni come queste vanno fatte?
Direi proprio di sì.
La memoria è un bene prezioso da proteggere, per evitare il rischio di ripetersi di fatti gravi, come la Shoah.
Però, va detta anche un'altra cosa.
Queste commemorazioni rischiano di diventare vere e proprie manifestazioni di ipocrisia.
Infatti, tanti di quelli che oggi commemorano le vittime della Shoah sono le stesse persone che negli altri giorni attaccano Israele e lo fanno non per contestare la politica di quello Stato (che comunque è una politica che non può essere contestata, perché Israele si difende) ma per pregiudizio verso gli ebrei.
Parliamoci chiaro.
In tanti Paesi ci sono abusi e certa gente tace.
Mi viene in mente Cipro Nord, ove i turchi trasformano le chiese in moschee o in edifici destinati ad altro uso.
Questa stessa gente tace.
Invece, quando Israele si difende, subito ci sono quelli che attaccano e, ripeto, sono le stesse persone che commemorano le vittime della Shoah.
Evidentemente, c'è un pregiudizio.
Invece, quando Israele si difende, subito ci sono quelli che attaccano e, ripeto, sono le stesse persone che commemorano le vittime della Shoah.
Evidentemente, c'è un pregiudizio.
Non ci si può definire amici degli ebrei e poi spalare sterco e gettarlo su Israele.
Allora, non facciamo di queste sacrosante commemorazioni delle manifestazioni di ipocrisia che non cancella neppure gli orrori che ci furono nella Germania nazista.
Anzi, un insulto ad Israele è un insulto anche alla memoria delle vittime della Shoah.
Allora, non facciamo di queste sacrosante commemorazioni delle manifestazioni di ipocrisia che non cancella neppure gli orrori che ci furono nella Germania nazista.
Anzi, un insulto ad Israele è un insulto anche alla memoria delle vittime della Shoah.
Cordiali saluti.
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