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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 25 febbraio 2016

L'Istat parla chiaro: "L'Italia è morta"




Cari amici ed amiche,

l'amico Samuele Maniscalco (Generazione Voglio Vivere) mi ha riportato questa notizia:
"Caro Antonio Gabriele,



secondo l’ultimo rapporto Istat nel 2015 l’Italia ha registrato 15.000 nati in meno e 54.000 bare in più rispetto al 2014. I nati sono stati 488 mila, nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia, mentre i morti 653 mila: uno scarto negativo di 165 mila unità.

Il tasso di natalità continua inesorabilmente a scendere: nel 2015 siamo arrivati a 1,35 figli per donna, quando il tasso di sostituzione per un Paese che vuole sopravvivere è di norma stimato a 2,1. Non si riscontrano incrementi di natalità in alcuna regione e aumenta anche l’età media in cui una donna diventa per la prima volta mamma, quasi a 32 anni.











Pochi ma vecchi. In diminuzione risultano sia la popolazione in età attiva di 15-64 anni (39 milioni, il 64,3% del totale) sia quella fino a 14 anni di età (8,3 milioni, il 13,7%). Gli ultrasessantacinquenni sono 13,4 milioni del totale.

Il ricambio generazionale, peraltro, non solo non viene più garantito da nove anni ma continua a peggiorare: -7 mila unità nel 2007 ; -25 mila unità nel 2010 e -96 mila nel 2014.

Se pensiamo all’impatto catastrofico che tutto questo avrà sul sistema sanitario nazionale, sulle pensioni etc… capiamo bene dentro quale burrone stiamo precipitando.

Perché in Italia si generano pochi figli?

Innanzitutto, come ha ricordato il professore Tommaso Scandroglio, “è da ricordare che se fosse proibito l’aborto, avremmo un incremento delle nascite tra il 20 e il 25%, senza poi contare i moltissimi aborti prodotti da pilloline varie. Altro che incentivi economici per la natalità. Servirebbero disincentivi giuridici all’aborto se si avesse a cuore davvero il futuro dell’Italia.”







Al dato di sopra dobbiamo aggiungere però anche la secolarizzazione che incide sui comportamenti morali:


“sessualità sregolata che porta a gravidanze impreviste e quindi rifiutate, piana accettazione di contraccezione e aborto, mancanza di maturità personale che fa slittare il momento di decisioni importanti come sposarsi o diventare madri e padri, rifiuto dell’indissolubilità del matrimonio e precarietà dei rapporti personali che rendono difficile far nascere nel cuore delle persone il desiderio di mettere al mondo un bambino, che necessita come ovvio di rapporti stabili e duraturi”.




La domanda ai nostri governanti sorge quindi spontanea: perché mai dinanzi a un tale sfacelo sociale non investite seriamente tempo e denaro per cercare di riportare in “ordine i conti”invece di preoccuparvi di portare a casa una pessima legge sulle cosiddette unioni civili?

Quali sono le vostre reali priorità?



Cordialmente,









Samuele Maniscalco
Responsabile Campagna Generazione Voglio Vivere
".

Le domande poste sono belle.
Evidentemente, a coloro che ci governano interessa di più istituire le unioni civili,
Comunque, che l'Italia sia un Paese alla canna del gas è vero.
Questo avviene perché l'economia è stata depressa dalle politiche degli ultimi governi, i quali hanno sfavorito l'impresa e (di conseguenza) il lavoro e la famiglia.
Mi sembra lapalissiano.
Cordiali saluti.




2 commenti:

  1. Se avessimo governanti seri che avessero a cuore le sorti dell'Italia non avremmo questo sfacelo, perchè avrebbero creato le condizioni favorevoli allo sviluppo dell'economia e con il benessere è più facile generare figli. Ma siamo in mano a gente che pensa solo a sè e ad eseguire gli ordini del NWO, con i vari massoni ancora vivi che hanno condizionato la nostra esistenza e quella delle prossime generazioni

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  2. La colpa è anche di chi dà il voto a certi partiti, come il Movimento 5 Stelle, oltre che degli elettori di sinistra.

    RispondiElimina

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