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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 28 febbraio 2016

Il complotto c'è stato!

Cari amici ed amiche,

i rapporti dei servizi segreti americani riportano i documenti che parlano dei complotti che hanno portato alla caduta dei governi del presidente Silvio Berlusconi.
Il quotidiano "Il Giornale" ne parla.
C'è stato un monitoraggio fittissimo.
Alcune carte inedite, oggi pubblicate per la prima volta da "Il Giornale", documentano rapporti consolidati e preferenziali con alcune personalità, dubbi e oscillazioni dei presidenti a stelle e strisce e dei loro staff.
Una mole di carte che Andrea Spiri, professore a contratto alla Luiss, ha scovato al Dipartimento di Stato di Washington, dopo la progressiva messa in luce dei file fra l'ottobre 2012 e il dicembre 2015.
Gli americani mostrano di avere avuto antenne molto sensibili nel nostro Paese e individuano subito, addirittura nell'ottobre '92, in piena tempesta Mani pulite, Silvio Berlusconi come possibile leader di un nuovo partito. Siamo molto prima della discesa in campo, a Washington sono gli ultimi mesi della presidenza di Bush padre, ma i riflettori si accendono subito su un futuro che ancora nessuno conosce. L'ambasciatore Peter Secchia invia un documento classificato come confidential: Le incertezze italiane. La soluzione è un nuovo partito politico? L'ambasciatore ha fatto indagini che riassume con concisione e pragmatismo: "Il segretario del Partito Liberale Italiano Altissimo ha organizzato una cena di lavoro segreta il 12 ottobre per proporre la formazione di un nuovo partito... La cena si è tenuta il 13 ottobre presso il Grand Hotel. Da quanto viene riferito il gruppo, di cui faceva parte il magnate dei media Berlusconi, così come Francesco Cossiga, ha deciso di chiedere allo stesso Cossiga di formare un nuovo partito... La partecipazione di Berlusconi è di speciale significato, per via della vicinanza di Craxi. La sua apparizione come un nuovo leader politico potrebbe avere la benedizione dello stesso Craxi. Comunque è anche la riprova che la potenza di Craxi, duramente colpito dagli scandali, continua a declinare". In ogni caso, «gli italiani - spiega - sono confusi e cercano il cambiamento".

Una discontinuità che porterà a Palazzo Chigi nel '94 proprio Berlusconi.Due anni più tardi, a fine '94, il nuovo ambasciatore Reginald Bartholomew scrive a Washington e descrive con una certa preoccupazione l'agonia del primo esecutivo Berlusconi, minato dall'avviso di garanzia e dalla manovre del presidente Oscar Luigi Scalfaro. "Il governo Berlusconi - nota l'ambasciatore - sembra cadere. E poi? Se cade, questo potrebbe rafforzare l'impressione che l'Italia stia scivolando indietro verso la politica screditata che ha visto succedersi dalla fine della Seconda guerra mondiale 52 governi. Potrebbe inoltre consolidare la percezione che la politica operi essenzialmente in maniera indipendente e lontana dalla gente". Bartholomew, insomma, ha più di un dubbio sull'operazione in corso a Roma per sloggiare il Cavaliere. Ma non c'è niente da fare. Il 20 dicembre, due giorni prima delle dimissioni, Bartholomew invia una nota a Washington in cui spiega senza tanti giri di parole che il presidente Scalfaro l'ha giurata a Berlusconi e vuole cacciarlo da Palazzo Chigi. A svelargli gli intrighi è stato un testimone eccellente come Francesco Cossiga. "Cossiga - scrive l'ambasciatore rivolgendosi alo staff di Bill Clinton - ha sottolineato che uno dei fattori che stanno incidendo sulla crisi è la rottura irrecuperabile fra Scalfaro e Berlusconi. Cossiga ha riferito che Scalfaro si sentiva profondamente offeso dalle recenti batoste pubbliche ricevute dai berlusconiani, in particolare dal portavoce del governo Ferrara. Cossiga ha detto di ritenere che Scalfaro farebbe qualunque cosa pur di evitare un ritorno di Berlusconi al governo". Il destino è segnato.

Di crisi in crisi si arriva fino all'attualità. E all'ultimo giro di valzer del Cavaliere a Palazzo Chigi. A novembre 2011, con lo spread impazzito e la coppia Merkel-Sarkozy che lo guarda con sorrisetti di scherno, Berlusconi getta la spugna.
Oggi, l'Italia non è più una "Repubblica democratica fondata sul lavoro", come recita l'articolo 1 della nostra Costituzione.
Su "Ribellione Nazionale", ho scritto un articolo intitolato "La democrazia è morta".
In quell'articolo, io ho parlato dell'approvazione del pessimo ddl Cirinnà.
Ora, di quei 173 voti favorevoli a quel decreto tanto voluto dalla sinistra, ben 18 provengono dal gruppo di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie del senatore Denis Verdini, gruppo di senatori provenienti da Forza Italia e che oggi hanno un rapporto ancillare con l'attuale governo di centrosinistra.
Senza quei 18 voti, il ddl Cirinnà non sarebbe passato.
La quota minima per una maggioranza al Senato è di 158 voti.
Dai 173, togliete i 18 voti di Alleanza Liberalpopolare-Autonomie.
I voti favorevoli al ddl Cirinnà sarebbero stati solo 155.
Il ddl Cirinnà non sarebbe passato ed il governo sarebbe caduto, visto che si è trattato di un voto di fiducia.
Qui in Italia la democrazia è morta.
I partiti non esistono più ma ci sono gruppi con interessi particolari.
Abbiamo a che fare con un governo che cambia maggioranza a suo piacimento e che si regge grazie ad un pugno di voti di transfughi del centrodestra, i quali hanno tradito il loro mandato.
Non si indicono elezioni.
Anzi, si vogliono fare delle riforme che riducono gli spazi elettorali.
Pensiamo alla riforma delle Province, che di fatto ha solo reso non elettive queste ultime.
Si vuole rendere anche il Senato non elettivo.
Il Presidente della Repubblica non è elettivo, come non lo è il Primo Ministro.
Quindi, dov'è finita la democrazia?
A questo punto, ci dicano che la democrazia è finita e si chiuda il Parlamento, anziché continuare con questa pantomima.
In più, il lavoro manca!
In pratica, l'articolo 1 della Costituzione è morto!
Cordiali saluti. 

2 commenti:

  1. Ne parla solo Il Giornale, gli altri fanno finta di niente perchè tutti sanno benissimo cosa è successo: tutti collusi e noi non reagiamo mai !

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  2. Quando la stampa non fa il suo dovere...muore la democrazia.

    RispondiElimina

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