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sabato 27 febbraio 2016

La questione dei greco-cattolici d'Ucraina

Cari amici ed amiche,

l'amico e socio Angelo Fazio, che ringrazio, mi ha portato all'attenzione queste parole dette in un'intervista dall'Arcivescovo Maggiore Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa Greco-Cattolico Ucraina:
"La Chiesa Greco Cattolica Ucraina, è una Chiesa sui iuris. Cosa significa dal vostro punto di vista che l’Europa deve respirare con due polmoni? E come può farlo?

Questa espressione di San Giovanni Paolo II è molto conosciuta, molto famosa… ma alcuni dicono: non basta avere i due polmoni, bisogna respirare con questi due polmoni! È una ricchezza per la Chiesa cattolica stessa di avere nella comunione cattolica tante Chiese orientali, rappresenta la sua forza. E questa particolarità ci rende preparati, ma anche incoraggiati, ad intraprendere il dialogo vero, sincero, autentico con le Chiese ortodosse. Io penso che dobbiamo riscoprire questa ricchezza della Chiesa cattolica. Siamo chiamati a condividere questa ricchezza, specialmente negli incontri con le Chiese ortodosse. Ricordandoci che essere uniti nella fede non significa essere sottomessi a qualcuno. Lo stesso Papa Francesco diceva che “l’importante è la comunione”, non la sottomissione. E noi possiamo testimoniare che la comunione con il successore di Pietro non toglie niente dalla ricchezza della tradizione orientale. Anzi! La fa crescere, perché ci dischiude dal provincialismo. Dallo stretto nazionalismo. Veramente ci apre gli orizzonti universali della Chiesa di Cristo!

Lei ha recentemente parlato anche del fatto che nei territori ortodossi la Chiesa greco-cattolica vive tempi difficili. Quanto c’è bisogno di un riconoscimento della Chiesa greco-cattolica? E quanto il Papa può fare per aiutarvi, ora che il dialogo con il Patriarcato di Mosca sembra più aperto?

Noi siamo riconosciuti come Chiesa cattolica orientale sui iuris. Non solo siamo riconosciuti come tali da parte del successore di Pietro, ma eravamo veramente cresciuti in questa identità soprattutto dopo la caduta del comunismo. Chi deve riconoscere il nostro diritto di esistere è la parte ortodossa! Il punto positivo della dichiarazione è che questo riconoscimento viene fatto. Ma c’è una particolarità che ha aperto ulteriori discussioni: si parla del riconoscimento delle comunità ecclesiastiche, non delle chiese sui iuris. Questa terminologia, nella teologia ecumenica della Chiesa cattolica, viene utilizzata per descrivere le Chiese protestanti. Si parla di comunità ecclesiastiche per definire quelle comunità in cui non è conservata tutta la ricchezza della tradizione apostolica. Perciò questa definizione della Chiesa greco-cattolica come comunità ecclesiale ha aperto tanti dubbi nei nostri professori di ecclesiologia, ma anche nella gente semplice. In realtà non dobbiamo chiedere a nessuno il diritto di esistere o di non esistere. È vero che nel passato, quando cercavamo di incontrarci con i rappresentanti della Chiesa ortodossa russa, questi avevano subito la reazione che noi non saremmo dovuti esistere, almeno secondo la loro visione della Chiesa. Speriamo che adesso sarà fatto questo primo passo: riconoscere che l’altro ha diritto di vivere, che l’altro è un interlocutore valido. Questo è il punto di partenza. Perciò secondo me sia l’incontro tra il Papa e il Patriarca Kirill (con questo famoso abbraccio, che è una cosa sacra) che il testo del documento, così messo in discussione, è un punto di partenza, e non un punto di arrivo. Dobbiamo darci da fare affinché il cammino ecumenico porterà all’unità piena e visibile della Chiesa di Cristo
.".

Ringrazio Angelo.
I greco-cattolici ucraini soffrirono per le persecuzione operate dai comunisti durante il periodo sovietico.
I comunisti requisirono le loro chiese e molte di esse furono date agli ortodossi. o meglio, a quelli che si piegarono alle pretese del governo di Mosca.
Con la caduta del regime sovietico, le chiese furono restituite ai greco-cattolici e gli ortodossi se ne risentirono.
Questo, oltre alle divisioni già presenti, peggiorò non poco i rapporti tra gli ortodossi ed i greco-cattolici.
Le recenti aperture del Patriarcato di Mosca e l'incontro tra Papa Francesco ed il Patriarca di Mosca Kirill potrebbe (finalmente) risolvere questa questione.
La Chiesa greco-cattolica ucraina è una Chiesa di grande tradizione.
Essa annovera anche santi e beati, come il beato Clemente Šeptyc'kyj (1869-1951), il quale protesse gli ebrei durante l'epoca nazista (tanto che Israele lo ricorda come "Giusto tra le Nazioni") e morì in un gulag sovietico a Vladimir, perché accusato di "attività anti-sovietica".
San Giovanni Paolo II Papa lo proclamò beato nel 2001.
La Chiesa greco-cattolica ucraina è per noi un patrimonio.
Cordiali saluti.

2 commenti:

  1. Sempre più mi sento di dire che Papa Giovanni Paolo II è stato un grande santo. E questo Santo scelse di avere vicino il card. Ratzingher che io amo e stimo moltissimo: di colui il quale siede al suo posto preferisco non parlare

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