È morto Umberto Eco, uno degli intellettuali italiani più celebri al mondo. Aveva 84 anni, compiuti da poco, lo scorso 5 gennaio. Scrittore, saggista, semiologo, docente universitario. Eco è stato una presenza importante della vita culturale italiana degli ultimi sessant’anni, ma il suo nome resta innegabilmente legato, a livello internazionale, allo straordinario successo del suo romanzo Il nome della rosa, edito nel 1980 da Bompiani e diventato ben presto un bestseller internazionale, con traduzioni in tutto il mondo e milioni e milioni di copie vendute.
Poderosa la lista dei suoi lavori. Nel 1956 esce la sua prima opera: Il problema estetico in San Tommaso (Edizioni di Filosofia). Del 1963 un libro che è diventato ormai un classico Diario minimo (Mondadori), volume che raccoglie saggi comeFenomenologia di Mike Bongiorno e Elogio di Franti. E ancora, Apocalittici e integrati (Bompiani) del 1964, altro classico La struttura assente (Bompiani, 1968). Ma la celebrità a livello mondiale arriverà nel 1980 con Il nome della rosa. Un romanzo che farà riscoprire all’Italia e poi al mondo intero, attraverso la formula del giallo, dell’intrigo, del mistero, il meraviglioso mondo medievale. Con Il nome della rosa Eco vincerà il Premio Strega nel 1981 e numerosi riconoscimenti a livello internazionale. Ma al di là dei premi Il nome della rosa ha rappresentato il desiderio di Eco di dare pari dignità a tutte le forme culturali. Dopo Il nome della rosa, sono arrivati Il pendolo di Foucault (1981), L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000); fino al più recente Numero zero. Tutti bestseller editi da Bompiani
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