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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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mercoledì 24 febbraio 2016

La Pala Robbiana di Gradara


Cari amici ed amiche,

del castello di Gradara, io ho scritto molto.
Io ci ero andato nel 1992.
Questo castello è noto per la storia di Paolo e Francesca.
Francesca da Polenta, figlia del signore di Ravenna, venne data in sposa a Giovanni Malatesta, primogenito del signore di Rimini Malatesta I, detto anche Gianciotto.
Gianciotto era brutto, deforme e sciancato.
Il matrimonio venne fatto per procura e al posto dello sposo vi fu il fratello minore di quest'ultimo, Paolo.
Il matrimonio fu celebrato con un inganno.
Poiché Gianciotto era brutto, sgraziato e zoppo, il matrimonio venne celebrato per procura poiché si temette che la giovane avrebbe rifiutato il marito.
Purtroppo, la sfortuna volle che Francesca e Paolo si innamorassero e che essi avessero una relazione.
Sfortunatamente, Gianciotto lo seppe e si vendicò.
Gianciotto entrò nella stanza di Francesca e vide i due innamorati.
Volle uccidere il fratello (che cercò si scappare attraverso la botola ma gli si impigliò il vestito) e Francesca si mise tra i due.
Purtroppo, Gianciotto li passò a fil di spada e rimasero uccisi entrambi.
Ora, pare che i fantasmi di questi due innamorati molto sfortunati siano ancora oggi nel castello.
Ora, del castello mi era piaciuta molto la cappella.
La cappella si rifà alla tradizione cattolica antica, addirittura precedente al rito del Concilio di Trento.
L'elemento che spicca è la Pala Robbiana.
Mi ricordo ancora questo particolare.
Essa si trova dietro il semplice altare ed è un'opera in alto-rilievo, larga 172 cm e alta 213 cm.
Sull'autore vi sono dei dubbi.
Infatti, si era ritenuto che l'autore fosse stato Luca Della Robbia (1399/1400-1482).
Egli l'avrebbe fatta due anni prima della sua morte.
I critici, però, sono concordi sul fatto che a fare quest'opera sia stato Andrea Della Robbia (nipote di Luca, 1435-1525).
Ora, la parte reca un altorilievo raffigurante al centro la Vergine Maria con Gesù Bambino.
Alla sinistra della Vergine Maria vi sono Santa Maria Maddalena e San Girolamo e alla sua destra vi sono Santa Caterina d'Alessandria (con la ruota) e San Ludovico di Tolosa.
Nella parte bassa vi è un bassorilievo che raffigura San Francesco che riceve le stimmate, l'Annunciazione e la Comunione di Santa Maria Egiziaca nel Deserto.
Purtroppo, nel XIX secolo, le truppe francesi danneggiarono l'opera.
Per esempio, alla ruota di Santa Caterina d'Alessandria mancano due denti.
L'opera venne colpita con sciabole e corpi contundenti.
Il 6 aprile 1861, su mandato del Ministro delle Finanze del Regno d'Italia Quintino Sella, i regi commissari Giovanni Mornili e Giovanbattista Cavalcaselle, noti storici dell'arte dell'Ottocento, eseguirono una "ricognizione" alla Pala "opera di Luca della Robbia" e la trovarono di insigne bellezza. Fu apposto dunque il regio sigillo al piede sinistro mutilato della Beata Vergine. Venne osservata pure una mutilazione sul naso di S. Francesco. L'opera fu stimata all'incirca del valore di L.40.000.
Anche quest'opera, insieme alla storia di Paolo e Francesca è parte della storia tormentata di questo castello.
Codiali saluti.


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