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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 22 febbraio 2016

Arabo nelle scuole? No, grazie!

Cari amici ed amiche,

ringrazio l'amico e socio Morris Sonnino, il quale su Facebook mi ha portato all'attenzione questa foto di una pagina de "Il Giornale".
Ringrazio Morris dello spunto.
La foto mostra un articolo in cui Thomas Strothotte, professore della Khune Logistics University di Amburgo, ha proposto di rendere obbligatorio l'insegnamento dell'arabo a scuola.
A lui, io rispondo dicendo: "No grazie".
L'integrazione è fare capire a chi viene qui da noi che noi abbiamo una cultura e delle tradizioni e fare sì che egli le rispetti, pur senza rinnegare le sue origini.
Un esempio concreto è la mia amica (quasi sorella) e socia Stephanie Caracciolo.
Lei è italiana ma risiede in Uruguay e va in Canada.
Lei si sente italiana e ama l'Italia ma parla anche inglese e spagnolo, le lingue del Canada e dell'Uruguay.
Ergo, chi va in un Paese deve rispettare le leggi, le tradizioni e la cultura di quel Paese.
Però, non può pretendere (per esempio) che nelle scuole di quel Paese si insegni per forza la sua lingua d'origine e non può pretendere che che sia la società di quel Paese ad adattarsi a lui.
Passatemi il termine ma (purtroppo) in Europa e qui in Italia ci sono tanti cacasotto, tante persone che si sentono "suddite" degli altri e che, "in nome dell'accoglienza", arrivano ad nascondere la nostra cultura per "paura di offendere gli altri".
Questa non è integrazione.
Ergo, non dobbiamo essere noi ad integrarci nei gruppi di lingua araba che vengono qui ma deve essere il contrario.
Cordiali saluti.


1 commento:

  1. Mi pare ovvio il tuo commento: ma per quale motivo dobbiamo studiare l'arabo? che poi il professore dimostra di non sapere che non esiste una sola lingua araba in quanto innumerevoli sono i dialetti che si parlano anche all'interno dei singoli Stati, per cui quale di questi vorrebbe che imparassimo?
    Sono cose improponibili: noi siamo a casa nostra e, se vogliamo istruirci dobbiamo essere liberi di studiare quello che vogliamo e chi viene qui deve accettare le leggi, le usanze e la lingua della nostra Italia, altrimenti fuori dai nostri confini !

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