Leggete l'articolo scritto da Gabriele Polizzi su "Italia chiama Italia".
Esso è intitolato "Italiani nel mondo, agli eletti all’estero che difendono ius soli: sparite!".
Trovo molto interessante il passo che recita:
"Dei vostri comunicati, delle vostre chiacchiere, delle dichiarazioni vuote che riempiono giornali e che intasano le nostre orecchie. Via, a casa. Ci penseremo da soli a difendere la nostra Patria; resteremo noi, italiani nel mondo senza stipendio di lusso né privilegi, a dire no a chi vuole svendere la cittadinanza italiana in cambio di un pugno di voti. Resteremo noi a difendere noi stessi, ci stringeremo gli uni agli altri e – ne sono certo – conteremo più di quanto possiate contare voi, burattini i cui fili sono mossi dai partiti.
Ci avete provato, dite, ma l’Italia vi ignora? Prendetene atto e abbandonate gli sforzi. Soprattutto se i vostri sforzi sono più forti e decisi nei confronti di chi non ha nelle vene neppure una goccia di sangue italiano, piuttosto che nei confronti di chi ha il dna tricolore fin dalla nascita. Ipocriti che non siete altro, ma davvero vorreste convincerci, con il vostro politicamente corretto, che basterebbe nascere sul suolo italiano per dirsi cittadini italiani? No, noi non ci caschiamo. Di più: noi non vi vogliamo, se questo è tutto ciò che sapete fare.".
Ci avete provato, dite, ma l’Italia vi ignora? Prendetene atto e abbandonate gli sforzi. Soprattutto se i vostri sforzi sono più forti e decisi nei confronti di chi non ha nelle vene neppure una goccia di sangue italiano, piuttosto che nei confronti di chi ha il dna tricolore fin dalla nascita. Ipocriti che non siete altro, ma davvero vorreste convincerci, con il vostro politicamente corretto, che basterebbe nascere sul suolo italiano per dirsi cittadini italiani? No, noi non ci caschiamo. Di più: noi non vi vogliamo, se questo è tutto ciò che sapete fare.".
Ora, vi porto un dato.
Il 51% degli italiani sotto i 40 anni vorrebbe emigrare.
Questa è un'opinione che purtroppo condivido.
Vi sembra normale una cosa del genere.
Mentre ci sono i giovani italiani (molti dei quali sono diplomati e laureati) se ne vanno, qui in Italia si pensa a dare la cittadinanza ai maghrebini, piuttosto che agli slavi, agli nigeriani, ai pakistani, ai cinesi e a tutte le altre persone di altri Paesi che sono arrivati qui.
Anziché pensare agli italiani (residenti in Italia e all'estero) si pensa agli immigrati.
Per esempio, pensiamo all'accesso alle case popolari.
Gli immigrati sono i primi ad averle mentre ci sono italiani che devono aspettare per anni e che vivono i veri e propri tuguri.
Chi fa notare questa cosa, si becca del razzista.
Ora, per essere cittadini di un Paese non basta viverci ma bisogna conoscerne e rispettarne la cultura ed i valori fondanti.
Per esempio, qui in Italia la poligamia non è ammissibile!
Chi propugna la poligamia non può diventare cittadino italiano.
Per questo motivo, trovo che le affermazioni del Ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge siano inopportune.
Purtroppo, si sta affermando una mentalità sbagliata in cui chi dice che lo ius soli non va bene per il nostro Paese o frasi simili debba essere additato come "razzista".
Ora, voglio riportare una frase scritta su Facebook da un mio amico romano:
""A morte gli ebrei"; "A noi la coppa a voi la kippah", "La storia è sempre quella, sul petto vuoi la stella", tutti gli striscioni antisemiti che sono apparsi o durante le partite, oppure che vengono scritte sui muri di tutta Roma. Perché per questo gli arbitri non sospendono le partite? Perché non si tratta di insulti contro persone di colore? O perché i giocatori non sono ebrei? E' da quando ho otto anni che sono abbonato allo stadio, e questa piaga non si è ancora debellata. Dove sono l'indignazione del ministro Kyenge, della Boldrini e le condanne del C.O.N.I e di tutti i vertici sportivi ed istituzionali?".
Io condivido questa riflessione di questo mio amico.
Mentre si tacciano di razzismo coloro che, come me, difendono gli italiani, negli stadi ci sono ancora degli idioti che scrivono frasi contro gli ebrei e sui muri (non solo di Roma) si scrivono frasi di odio verso gli ebrei.
Inoltre, quando ci sono i "booh" verso i giocatori di colore si sospendono le partite.
Per carità di Dio, ciò è cosa giusta.
Però, quando si urlano slogan come quelli enunciati dal mio amico, c'è un silenzio assordante!
Le partite vanno avanti lo stesso!
Allora, piantiamola con questa ipocrisia.
Termino commentando le frasi del ministro Kyenge che ha detto di capire l'indignazione degli immigrati!
Vorrei ricordare al ministro che (nella veste di ministro) lei è al servizio degli Italiani (e non degli immigrati) e deve rappresentare l'Italia.
Se le va bene è così.
Se non le andasse bene, dovrebbe dimettersi!
Si risparmierebbero dei soldi, visto che un ministero è un costo.
Gli italiani vogliono delle risposte dalla politica.
Cordiali saluti.
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