Attraverso Facebook, l'amico Vito Schepisi mi ha fatto avere la foto che ho riportato qui sopra, con questo commento:
"LA ECO DI QUESTA SENTENZA NON DEVE VENIR MENO.TRASFORMIAMOLA IN UN BOOMERANG
E' una sentenza da tribunale di regime. Contiene in se più motivi di amara riflessione:
- distorce la verità giudiziaria formatasi nel dibattimento;
- intimidisce in massa i testimoni destinandoli ad essere processati per falsa testimonianza.
- è violenta nella forma, nella sostanza e nel metodo.
Nel primo caso, come nei regimi totalitari, il processo diventa una farsa per preparare la gogna.
Nel secondo caso, nessuno più rischierà di testimoniare a favore degli imputati inquisiti di un'area politica.
Cade su un uomo a cui le presunte parti lese testimoniano correttezza, signorilità e generosità.
Dov'è il giudice terzo?
Ci stiamo giocando la democrazia?
La eco di questa sentenza non deve venir meno:
Trasformiamola in un boomerang contro il pericolo di un nuovo regime, per riprenderci la nostra sana libertà di giudizio politico.
Il giudizio politico spetta a noi POPOLO, non a loro CASTA.".
Concordo con quanto scritto.
Non ci sono coloro che (secondo l'accusa) avrebbero subito il reato di concussione.
Ruby, il personaggio chiave della vicenda, ha detto di non essersi prostituita.
Ora, l'accusa dice che chi subisce certi reati da uomini potenti tende a negare.
Questo è folle!
In pratica, stando così le cose, i magistrati che trattano la questione partono già con un pregiudizio.
Qui non c'è serenità di giudizio.
Sembra uno dei processi dell'Inghilterra di re Enrico VIII.
La sentenza di quei processi era già scritta.
Il processo Ruby è simile.
Quando la giustizia non lavora così, i problemi ci sono.
Questo contribuisce a creare sfiducia del cittadino verso le istituzioni e lo tenta a prendere "scorciatoie".
Vorrei terminare, segnalandovi un articolo che ho trovato sul giornale "Imola Oggi" che è intitolato "Boccassini, una delle famiglie di magistrati più corrotte della storia d’Italia".
Cordiali saluti.
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