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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 8 giugno 2013

Afghanistan, Siria e Libano, i segni della guerra.


Cari amici ed amiche.

Prima di incominciare, esprimo il mio cordoglio per Giuseppe La Rosa, il nostro militare che oggi è morto a Farah, in Afghanistan!
Esprimo il mio cordoglio ai suoi cari.
Purtroppo, ci sono tante zone del mondo in cui le armi stanno avendo l'ultima parola.
Quello che sta accadendo in Siria è raccontato sulla pagina di Facebook intitolata "Fermiamo la persecuzione dei cristiani nel mondo", in questo modo:

"Sulle chiese di Al-Qusair i segni della guerra contro Assad e dell'odio religioso dei ribelli
Dopo un anno di assedio la città è ridotta a un villaggio di 500 abitanti. Case e abitazioni sono ormai un cumulo di macerie. Fuggiti tutti i 3mila cristiani che per secoli hanno convissuto con i musulmani. Il monastero di S. Elia dissacrato dalle milizie islamiste.

Beirut (AsiaNews) - La battaglia fra ribelli ed esercito per la conquista di Al-Qusair ha distrutto la città, ridotta ormai a un cumulo di macerie. Degli 30mila abitanti, di cui 3mila cristiani, presenti prima dell'inizio della guerra civile, solo 500 restano nelle proprie abitazioni. Dalle immagini diffuse dalla Bbc le vie appaiono deserte. La maggioranza parte delle case e degli edifici pubblici sono crollati sotto i colpi di mortaio, o sono stati trasformati in depositi di armi dalle milizie anti-Assad, che per oltre un anno hanno occupato la città.

L'assedio non ha risparmiato nemmeno moschee e chiese, per secoli esempio della convivenza pacifica fra musulmani e cristiani. Diversi edifici ortodossi sarebbero state dissacrate dagli stessi ribelli islamici durante la loro permanenza, come confermano alcuni testimoni a Lyse Doucet, inviata della Bbc e prima giornalista straniera ad essere entrata ad Al-Qusair. La corrispondente dell'emittente britannica descrive lo stato di abbandono del piccolo monastero greco-ortodosso di S. Elia, simbolo della comunità cristiana locale. In questi mesi i ribelli si sono accaniti contro l'edificio, che appare crivellato di colpi di artiglieria. Sul pavimento giacciono sparsi decine di oggetti di culto. Alle pareti sono ancora appese alcune icone e statue, ma la maggior parte risulta sfregiata e mutilata, segno di una distruzione pianificata e non casuale.

Intervistato da AsiaNews, p. Simon Faddoul, presidente di Caritas Libano, spiega che da oltre un anno non si hanno notizie della comunità cristiana di Al-Qusair. "La maggior parte di loro - afferma - è fuggita quando la città è caduta in mano ai ribelli nel 2012. A differenza dei musulmani, pochi cristiani hanno varcato il confine con il Libano. La maggior parte delle famiglie ha preferito cercare rifugio in altre città o villaggi". (S.C.)"
.

Quanto sta succedendo in Siria e (di riflesso) in Libano è assurdo.
Siria e Libano sono terre legate al Cristianesimo.
Re Salomone prese il legno dei cedri del Libano per fare il Tempio a Gerusalemme.
Damasco, la capitale della Siria, è legata a San Paolo, che lì si convertì, diventando l'apostolo dei gentili, la voce di Cristo tra i pagani.
La Siria ed il Libano sono terre di Santi, come San Giovanni CrisostomoSan Marone e San Charbel 
La presenza cristiana in quelle zone è antichissima.
Esistono varie confessioni, quella cattolico-maronita, quella cattolico-latina, quella cattolica di rito greco-melchita, quella siro-cattolica, quella caldea, quella armeno-cattolica, quella greco-ortodossa, quella siro-ortodossa, la Chiesa apostolica armena, la Chiesa nestoriana, quella anglicana e la varie Chiese protestanti. 
Ora, la presenza cristiana in quella zona è fondamentale per la cultura stessa di quelle popolazioni che ivi risiedono.
Purtroppo, il fondamentalismo islamico e le guerre ad esso legate stanno creando non pochi problemi ed i cristiani stanno pagando un prezzo altissimo.
Essi sono visti da fondamentalisti islamici come nemici della loro fede ed amici dell'Occidente, che per loro è Satana.
Oltretutto, essi bollano il Cristianesimo come una "religione idolatra" o "pagana".
Per esempio, quando facciamo il segno della Croce, per i musulmani noi cristiani bestemmiamo perché neghiamo l'unicità di Dio.
Ovviamente, non è vero che noi neghiamo l'unicità di Dio.
Per noi, Dio è uno ma si manifesta nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.
L'Islam arrivò in Siria e in Libano nel VII AD.
Prima, quelle terre erano dell'Impero Romano d'Oriente ed erano cristianizzate.
L'Islam tolse a noi cristiani dei luoghi importanti, come la Basilica di San Giovanni Battista, la basilica che ospitava la testa di colui che battezzò Gesù Cristo, che tra l'altro (per dovere di cronaca) è Santo Patrono anche qui a Roncoferraro (Mantova).
Al posto della chiesa, oggi vi è la Moschea degli Omayyadi, una moschea voluta da al-Walid inb Abd al-Malik, che nel 706 AD eliminò la basilica, dopo che il suo predecessore Mu' awiya ibn Abi Sufyan fece costruire una musalla, oratorio islamico, in un terreno contiguo alla chiesa stessa.
Oggi, purtroppo, i cristiani sono sempre meno.
Il terrorismo islamico sta rendendo sempre meno sicura la vita dei cristiani in quella zona.
Le chiese della zona vengono profanate.
I cristiani vengono torturati, se non uccisi.
Vista la situazione, i cristiani sono costretti a scappare.
Ora, mi voglio rivolgere ai pacifisti.
A fronte di questa situazione, è giusto o no ricorrere alle armi?
In fondo, quanto accaduto in Afghanistan e quanto sta accadendo in Siria sono correlati.
La guerra in Afghanistan fu causata dagli attentati terroristici dell'11 settembre 2001.
Quanto sta accadendo in Siria e in Libano è frutto del terrorismo.
A questo punto, io trovo che l'opzione militare non sia da escludere.
Certo, la guerra deve essere l'ultima opzione e si deve fare ricorso ad essa solo quando la diplomazia nulla può..
Prima di tutto, serve la diplomazia poiché serve ad evitare la guerra.
Con la sua "Summa Theologiae", San Tommaso d'Aquino ci può aiutare in questo modo:

"Perché una guerra sia giusta occorrono tre cose: I l'autorità del principe, cui spetta la tutela dello Stato: II la giusta causa, cioè un'offesa o un danno ricevuti cui l'offensore non vuole dare riparazione; III, la retta intenzione, in chi la fa, di mirare al bene e di evitare il male; non sono rette intenzioni, secondo Sant'Agostino, la voglia di nuocere, la crudeltà nella vendetta, la libidine di dominio e l'implacabilità dell'animo.".

Forse, è il caso di riflettere.
Cordiali saluti. 














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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.