Cari amici ed amiche,
ieri sera c'è stato l'incontro del piccolo gruppo sinodale dell'Unità Pastorale "San Leone Magno" (di cui fa parte la parrocchia di Roncoferraro), piccolo gruppo sinodale di cui io faccio parte.
Questo incontro rientra nei lavori del Sinodo diocesano della Chiesa mantovana.
Il piccolo gruppo sinodale di cui faccio parte parla della liturgia.
Durante l'incontro è stato letto questo brano degli Atti degli Apostoli (capitolo 2, versetti 42-47), brano da cui è stata fatta partire la discussione:
"[42] Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere.
[43] Un senso di timore era in tutti e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli.
[44] Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune;
[45] chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno.
[46] Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore,
[47] lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.
[48] Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Ora, da questo incontro è emerso che oggi la fede.".
Prima di commentare quanto è emerso nell'incontro, io esprimo un mio pensiero.
Io temo che questo sinodo diocesano (che è un evento importante) possa ridursi ad essere una pratica burocratica nella Chiesa mantovana.
Ergo, io temo che una volta sentita la gente la burocrazia dentro gli organi della diocesi possa rallentare (se non bloccare) ogni cosa, mantenendo di fatto lo status quo.
Per dirla in modo shakespeariano, ci sarebbe tanto rumore per nulla.
Invece, il sinodo deve essere un'occasione di riflessione in cui si correggono quegli errori che sono stati commessi in passato e in cui si rilancia l'azione liturgica (e non solo l'azione liturgica) della Chiesa del territorio mantovano.
Ora, dall'incontro (in cui io ho operato come moderatore) è emerso che per "essere Chiesa" e per "fare liturgia" serve la condivisione.
Ogni membro della Chiesa deve dare sé stesso, partecipando seriamente alla liturgia, stando vicino a chi ha bisogno, pregando insieme ad altri e da soli ed accogliendo coloro che alla Chiesa vogliono avvicinarsi senza trattarli come "ultimi arrivati".
Essere cristiani oggi è anche una questione di coraggio.
Questo tasto è stato molto battuto da me.
Oggi, essere cristiani è un atto di coraggio.
In questo mondo in chi l'"io" prevale sul "noi" e in cui il relativismo ha ammantato ogni cosa i valori cristiani sono sempre più denigrati.
La Chiesa è sempre più oggetto di insulti e non solo.
Oggi la tradizione cristiana e la Chiesa come istituzione sono sempre più osteggiate.
Certo, qui da noi non ci sono stato atti di violenza (come per esempio è accaduto in altre parti d'Italia e in altri Paesi, come la Francia) ma si sa che a volte la l'odio passa anche attraverso metodi più subdoli.
Io ho rimarcato tutto questo dicendo che oggidì non è più tempo di predicazione ma di testimonianza.
La Chiesa (di Mantova e non solo) deve rispondere a questi attacchi che subisce con la testimonianza.
Ho detto anche che il vero pericolo non è tanto chi non crede ma il cristiano tiepido, come il prete che svilisce la liturgia o il cristiano laico che appena esce dalla chiesa (intesa come edificio sacro) fa cose che non sono consone a quello che il Cristianesimo dice.
Ora, su questo punto qualcuno mi ha un po' "bacchettato", poiché egli ha ritenuto dicendo queste cose sono un po' uscito dai panni del moderatore, ma quello che ho detto prima rappresenta la realtà dei fatti e tocca anche la Chiesa mantovana.
Può piacere o meno ma è così.
Io penso che queste cose vadano dette, altrimenti il sinodo si trasforma in un'ampollosa manifestazione burocratica che non porta a nulla.
Del resto, in occasione del recente Sinodo dei Vescovi, Papa Francesco ha detto che si debbono dire le cose in faccia.
Io ho fatto altrettanto.
Noi cristiani dobbiamo essere buoni testimoni.
Mi viene in mente don Alberto Ferrari, il prete che è stato parroco qui a Roncoferraro fino al 2005 e che oggi è a Moglia.
Durante le messe egli citava i santi.
Nelle confessioni, come penitenza, egli faceva recitare la preghiera dell'"Ave Maria".
Parlava spesso della Madonna, di Sant'Agostino, di San Giovanni Fisher, di San Tommaso Moro, di Santo Curato d'Ars e di Santa Teresina di Lisieux.
Noi dobbiamo tornare ai santi e al loro esempio.
Anche dentro la Chiesa di oggi, soprattutto qui nel nord dell'Italia, c'è troppo positivismo.
Si ritengono i santi come un qualcosa di "superato".
Per qualcuno tanto varrebbe a questo punto eliminare gli altari dedicati alla Madonna e ai santi dalle chiese.
Invece, i santi sono ancora oggi testimonianza di vita cristiana autentica.
A tale proposito, io sto lanciando una proposta, che ho portato anche alla riunione di ieri.
La mia proposta è quella di fare portare a Mantova le spoglie di di San Gabriele dell'Addolorata.
Oggi stesso contatterò la sezione della Pastorale Giovanile della Diocesi di Mantova ed il Coordinatore dell'Unità Pastorale "San Leone Magno", don Giovanni Telò, con questo messaggio:
"All'attenzione di Sua Eccellenza Monsignor Roberto Busti,Vescovo di Mantova, del Vicario episcopale della Pastorale Giovanile della Diocesi di Mantova, Monsignor Claudio Cipolla, del coordinatore dell'Unità Pastorale "San Leone Magno", don Giovanni Telò, e dei padri sinodali.
Salve,
il mio nome è Antonio Gabriele Fucilone e scrivo da Roncoferraro.
Faccio parte di un piccolo gruppo sinodale dell'Unità Pastorale "San Leone Magno", l'unità pastorale a cui appartiene la parrocchia di cui faccio parte.
Mi permetto di lanciare una proposta che ho trattato anche con mio piccolo gruppo sinodale.
Vorrei parlare proprio del Sinodo della Chiesa mantovana.
Il Sinodo della Chiesa mantovana è stato voluto e caldeggiato dalla SV, Eccellenza, ed è un momento di riflessione sullo stato della religiosità e sulle varie problematiche nella nostra diocesi.
Oggi, la nostra diocesi risente sempre più della secolarizzazione e penso che servano anche degli eventi importanti per poterla rivitalizzare, per potere fare vedere che c'è e che ben presente nella vita pubblica dei mantovani.
Nella nostra diocesi sono passati santi di ogni tipo: dalla Madonna di Fatima (nel 2010, nella parrocchia di Castel d'Ario) a Santa Bernadette (nel 2011, nella cattedrale di Mantova).
Di recente, il duomo di Mantova ha ospitato Santa Teresa.
Io vorrei proporre a Sua Eccellenza e alla diocesi di fare portare qui (per tre o quattro giorni) le reliquie di San Gabriele dell'Addolorata, che con il nostro San Luigi Gonzaga è Protettore dei Giovani.
Il Santuario di San Gabriele dell'Addolorata si trova ad Isola del Gran Sasso, in Abruzzo, di cui questo santo è patrono.
Qui nel Mantovano, c'è già una cappella a dedicata a questo santo passionista (morto giovane), nel Santuario della Beata Vergine Maria delle Grazie a Curtatone.
Quindi, tecnicamente, ci sarebbe già il luogo in cui ospitare le reliquie di questo santo.
Poi, qualora voi riteneste giusto ospitarle in un'altra chiesa (come il duomo di Mantova) la cosa sarebbe a vostra discrezione.
Io ho solo voluto lanciare un'idea.
Io penso che portare San Gabriele a Mantova possa creare più curiosità sia verso il santo stesso e la sua storia e sia verso il sinodo.
La Chiesa di oggi ha bisogno di testimoni e San Gabriele rappresenta una testimonianza che può aiutare in particolare i giovani.
Cordiali saluti.
In fede
Antonio Gabriele Fucilone".
San Gabriele potrebbe essere un "testimone giusto" per questo momento particolare per la Chiesa mantovana e non solo.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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