Cari amici ed amiche,
Leggete l'articolo del sito "Rights Reporter" che è intitolato "I motori della intifada".
Dell'articolo è interessante la parte che recita:
"I palestinesi dovrebbero essere frustrati perché dopo che per 40 anni sono stati sommersi letteralmente di oro e dollari si trovano ancora in una condizione da terzo mondo e non certo per colpa di Israele. Se c’è qualcuno con cui se la dovrebbero prendere questi sono i loro leader. Ma l’odio è talmente radicato che sono in pochi a pensare questo. Tutti gli altri seguono come pecore le direttive dei capi.
E qui veniamo al vero punto della questione, ai motori della intifada e ai mandanti degli attentati che stanno insanguinando Israele e incuneando nella gente comune quel senso di insicurezza che si respira girando per Tel Aviv. Se il leader della Autorità Palestinesi, Abu Mazen, incita continuamente all’odio religioso e razziale, se Hamas rivendica in maniera spudorata la paternità degli attentati, il Governo israeliano non può fermarsi alla semplice condanna verbale, deve colpire il motore della intifada e deve farlo in maniera decisa e inequivocabile. E se qualcuno dall’estero (leggi Mogherini e Kerry) prova a dire qualcosa gli si chieda del perché quando Abu Mazen incita all’odio se ne sta zitto o perché quando Hamas rivendica gli attentati non proferisce nemmeno una parola di condanna.".
Io sono d'accordo con quanto scritto.
Mentre Abu Mazen va in giro con scarpe firmate italiane ed Hamas riceve parecchi soldi dall'Unione Europea per "ricostruire Gaza" (soldi che in realtà Hamas si intasca ed usa per comprare nuove armi) il popolo palestinese muore di fame e come un ammasso di pecore viene istigato all'odio dai loro capi, Abu Mazen ed Hamas.
Il governo israeliano non può tacere e stare fermo.
Esso deve difendere Israele, il suo Paese.
Anzi, nessuno di noi qui in Occidente può tacere.
Ricordo, per esempio, che Israele combatte anche per difendere i cristiani presenti in Gerusalemme, Città Santa delle tre religioni monoteistiche e capitale dello Stato di Israele.
Vogliamo darci una svegliata o vogliamo continuare a credere all'idea dei "due popoli e due Stati" , un'idea che ad oggi è impraticabile.
Abu Mazen ed Hamas non vogliono riconoscere Israele.
Come si può riconoscere lo Stato Palestinese in queste condizioni?
A questo punto è meglio che ci sia un solo Stato: Israele!
Una cosa del genere non è la migliore soluzione solo per gli ebrei ed i cristiani (che in Israele hanno protezione e sicurezza) ma anche per quei musulmani sinceramente moderati e civili e che in uno Stato Palestinese rischierebbero di essere tacciati di "collaborazionismo con Israele" o (peggio ancora) di "eresia ed offesa nei confronti dell'Islam" e come tali uccisi.
Lo dico anche da cristiano: io sto con Israele e non voglio uno Stato Palestinese.
Del resto, anche la maggioranza degli arabi che stanno in Israele non vogliono uno Stato Palestinese e la storia dice che non è mai esistito uno Stato Palestinese mentre è esistito un Regno di Israele.
Qualcuno mi darà del sionista.
Io non mi sentirei offeso di questo aggettivo.
Io sono un sionista convinto.
Sicuramente è meglio essere sionisti che complici di terroristi che hanno sposato le idee di Adolf Hitler.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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