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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 14 novembre 2014

Evangelii Gaudium, il commento nella Parrocchia di Roncoferraro



Cari amici ed amiche,

incomincio con questa introduzione:


"La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza , da vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. 
In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare le vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni.".

Questa è l'introduzione dell'Esortazione Apostolica di Papa Francesco Evangelii Gaudium.
Ieri sera, presso l'oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista in Roncoferraro (Mantova) si è commentato questa Esortazione Apostolica.
L'evento è stato condotto da don Manuel Beltrami, docente di teologia nel Seminario di Mantova e sacerdote che opera nella Parrocchia di San Giorgio di Mantova, ed il moderatore è stato don Giovanni Telò, parroco di Villa Garibaldi di Roncoferraro e referente dell'Unità Pastorale "San Leone Magno", unità pastorale di cui fa parte la parrocchia di Roncoferraro e che ha organizzato l'incontro.
Ora, vi faccio una breve sintesi di tutto.
Don Manuel ha iniziato il commento all'Esortazione Apostolica dicendo che questa è l'epoca post-cristiana.
In origine, noi cristiani eravamo lievito, poi siamo diventati pasta ed ora stiamo tornando ad essere lievito.
Noi cristiani stiamo diventando minoranza.
Una volta era obbligatorio essere cristiani. In pratica, il cittadino di un Paese seguiva la religione maggioritaria. Oggi essere cristiani è diventato una scelta.
A questo punto c'è da chiedersi che minoranza stiamo diventando.
Don Manuel ha detto che non possiamo diventare una "minoranza contro", ossia una minoranza che fa bastian contrario su tutto.
Non possiamo neppure diventare una setta, ossia una minoranza chiusa in sé stessa.
Noi cristiani dobbiamo diventare una "minoranza per", ossia una minoranza che dialoga e che, soprattutto, evangelizza.
Ora, Dio ama tutti gli uomini, anche chi non è cristiano poiché lo Spirito Santo è amore del Padre e del Figlio, quel Figlio che per il genere umano morì e risorse.
Questo è il centro del Cristianesimo: il Kerigma, l'annuncio di un Dio che si fece uomo in Gesù Cristo Suo Figlio, il quale per amore del genere morì sulla croce e risorse.
Fino all'ultimo nessun uomo può essere definito perduto.
Per questo motivo la fede viene definita non necessaria.
Però, ad un cristiano, una persona che dovrebbe evangelizzare, che non evangelizza ci sarebbe da chiedere "che dio ha incontrato" o se ha veramente incontrato Dio, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe.
L'evangelizzazione non riguarda solo l'altro (poiché Dio ama tutti) ma anche sé stessi, poiché ogni uomo è responsabile del proprio fratello.
Nella stabilità materiale (economica, sentimentale ed altro) vi è anche una stabilità spirituale.
Al momento di una rottura di questa stabilità materiale vi possono essere anche dei cambiamenti a livello spirituale.
San Francesco d'Assisi (1182-1226) parlava di "ferite che diventavano feritoie".
Egli si ritirava in grotte ad anfratti, che riteneva essere le ferite della Terra, e trovava quel Dio che come il Sole illuminava la sua vita.
Agli occhi di San Francesco, questo fece diventare le "ferite delle feritoie".
Ora, nella vita di una persona ci sono cambiamenti (rotture) che possono essere in eccesso o in difetto.
Una rottura in eccesso (come per esempio un matrimonio o un miglioramento della situazione economica) può portare nella persona nuova linfa anche a livello spirituale, purché il momento sia gestito correttamente e non ci si faccia "ubriacare", perdendo di vista Dio.
Una rottura in difetto (come per esempio un rovescio economico) può rovinare una persona anche sul piano spirituale ma se questa accetta il dolore può trovare l'amore di Dio che conforta.
Dio, infatti, è misericordioso.
La misericordia, infatti, è l'amore che Dio ha per noi che conosciamo la miseria del peccato e del male.
Per contro, don Manuel ha detto che è cosa diabolica la paura di sbagliare.
Infatti, la paura di commettere degli errori è la non ammissione dei limiti di noi uomini.
Noi cristiani, però, dobbiamo convertire le strutture.
Per esempio, anche nella Chiesa ci sono strutture che non evangelizzano.
Queste strutture non vanno necessariamente soppresse ma vanno cambiate e rese tali da potere evangelizzare, senza dovere diventare dei moralisti, senza volere fare i giudici.
Il moralismo è qualcosa di esteriore che nulla ha che fare con la fede.
L'Evangelii Gaudium è un'esortazione apostolica con cui si dice a noi cristiani che dobbiamo essere gioiosi portatori del messaggio evangelico.
Poi, è iniziato il dibattito con le persone presenti.
Io sono intervenuto dicendo che l'Esortazione Apostolica "Evangelii Gaudium" è un'opera tipica di un gesuita.
Per l'appunto, Papa Francesco proviene dalla Compagnia di Gesù, i gesuiti.
Nella mentalità dei gesuiti vi sono l'ottimismo e la fiducia nel genere umano, che nel XVIII secolo erano contrapposti al pessimismo e al moralismo dei giansenisti.
Io ho detto che l'epoca di oggi è simile a quella del XVIII secolo.
La Chiesa ebbe una grave crisi rappresentata dallo scontro teologico tra giansenisti e gesuiti e vari ordini religiosi e dal crescente laicismo dell'Illuminismo, un laicismo che si trasformò in vero e proprio odio verso il Cristianesimo e che si espletò nella Rivoluzione francese del 1789.
Don Manuel ha risposto dandomi ragione in linea generale tranne che su un punto del discorso.
L'uomo di oggi è assai più complesso e più solo rispetto a quello del XVIII secolo.
Oggi i rapporti umani sono assai più labili e c'è un maggiore individualismo.
Mi è piaciuto anche l'intervento di don Giovanni che ha detto che oggi ci si sofferma molto sugli eventi.
Anche nella Chiesa c'è questa tendenza e forse, secondo don Giovanni, ci si dovrebbe occupare di più della formazione, come per esempio la valorizzazione degli oratori.
A tale riguardo, io esprimo un mio pensiero.
Vorrei paragonare l'evangelizzazione all'accensione di un fuoco.
Per accendere un fuoco serve prima l'esca e poi la legna.
Io penso che il grande evento possa essere l'esca e che la formazione possa essere la legna.
Poi, don Manuel ha terminato con una preghiera di San Tommaso Moro:

"Signore, donami una buona digestione e anche qualcosa da digerire.
Donami la salute del corpo e il buon umore necessario per mantenerla.
Donami, Signore, un’anima semplice che sappia far tesoro di tutto ciò che è buono
e non si spaventi alla vista del male, ma piuttosto trovi sempre il modo di rimettere le cose a posto.
Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti, i sospiri, i lamenti
e non permettere che mi crucci eccessivamente per quella cosa troppo ingombrante che si chiama "io".
Dammi, Signore, il senso del buon umore.
Concedimi la grazia di comprendere uno scherzo per scoprire nella vita un po’ di gioia e farne parte anche agli altri. Amen.".


La serata è stata molto istruttiva.
Si è capito fino in fondo la gioia e la responsabilità nell'evangelizzazione.
Cordiali saluti.









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