Case occupate, due parole

Cari amici ed amiche,

oramai, è uno scandalo.
Sempre più sono le segnalazioni di case popolari occupate abusivamente.
Ne parla anche il telegiornale satirico di Antonio Ricci "Striscia la Notizia".
Questo fenomeno colpisce anche delle case già abitate da legittimi inquilini.
Per esempio, capita spesso che una vecchietta che abita in una casa popolare vada a farsi ricoverare all'ospedale e che poi rientrando si trova con la casa occupata da un'altra famiglia.
Addirittura ci sono casi assurdi in cui la casa è occupata abusivamente ma le utenze (come le forniture di energia elettrica e gas) sono fatte con regolari contratti.
Ora, con la sentenza n° 35580, la Corte di Cassazione annullò una condanna inflitta dalla Corte d'Appello di Roma ad una donna romana che era sola ed aveva un figlio a carico e che aveva occupato abusivamente una casa dell'Istituto delle Case Popolari.
La sentenza risale al 2006.
Ora, questo fu un caso limite però questa sentenza aprì di fatto la strada al fenomeno delle occupazioni abusive delle case.
Certamente avere una casa è un diritto inalienabile ma l'occupazione abusiva non è la soluzione, specialmente se si occupa una casa già abitata.
Si deve ripristinare il concetto secondo cui chi occupa una casa abusivamente deve essere trattato come una persona che fa qualcosa di immorale e di illegale.
Uno che occupa una casa popolare non paga l'affitto, affitto che viene fatto pagare a chi paga.
A tempo stesso, però, non si può continuare a negare che gli istituti che gestiscono le case popolari non spesso gestiscono male gli immobili, lasciandoli sfitti per lungo tempo, e che anche nel conferire gli alloggi vi siano situazioni assurde in cui gli immigrati sono avvantaggiati mentre ci sono italiani che vivono in tuguri.
Tutti si debbono dare una regolata.
Cordiali saluti.