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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 8 ottobre 2013

Una luce illumina il cammino, commento all'Enciclica "Lumen Fidei"

Cari amici ed amiche.

Ieri, presso l'oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista di Roncoferraro, Mantova, si è fatto un incontro organizzato dall'Unità Pastorale di San Leone Magno.
In questo incontro si è parlato della lettera enciclica "Lumen Fidei", la prima lettera enciclica di Papa Francesco.
Relatore di ciò è stato il parroco della Parrocchia dei Santi Giacomo e Mariano di Villa Garibaldi di Roncoferraro, don Giovanni Telò.
La relazione di don Giovanni è stata assai dettagliata.
Cercando di essere stringato, io la commento in modo più sintetico.
Essa incomincia con un interrogativo: questa lettera enciclica è stata scritta da Papa Francesco o dal suo predecessore, il Papa emerito Benedetto XVI?
Su questa lettera enciclica, Papa Francesco ha scritto: "Assumo il suo (di Benedetto XVI) prezioso lavoro, aggiungendo al testo alcuni ulteriori contenuti".
Quindi, la lettera è stata scritta da Papa Benedetto XVI ma  è stata aggiornata e firmata dall'attuale Pontefice.
In questa lettera enciclica, la fede viene vista come luce.
Cito un suo passo che recita: "Chi crede, vede; vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada, perché viene a noi da Cristo risorto, nella stella mattutina che non tramonta.".
Essa promana dall'incontro con Dio che ci chiama e ci svela il suo amore.
La fede è gratuita.
La lettera enciclica dice che la fede è un dono di Dio "che chiede l'umiltà ed il coraggio di fidarsi e affidarsi, per vedere il luminoso cammino dell'incontro tra Dio e gli uomini, la storia e la salvezza. ".
Essa è legata alla paternità di Dio, "fonte da cui proviene la vita" ed è legata all'ascolto, come dice la lettera di San Paolo ai Romani (capitolo 10, versetto 17) che recita: "La fede viene dall'ascolto". 
La fede è risposta ad una chiamata di Dio, un Dio personale e non astratto che ci chiama per nome.
Essa richiede anche un cammino di sequela: "L'uomo religioso è in cammino e deve essere pronto a lasciarsi guidare, a uscire da sé per trovare Dio che sorprende tutti".
La fede si trasmette per contatto, "da persona a persona, come una fiamma si accende da un'altra fiamma".
Per noi cristiani, la fede è incentrata su Gesu Cristo, "radicato in modo assoluto nel Padre.", che "si è fatto così vicino da entrare nella nostra storia" (facendosi uomo) e ci ha mostrato il volto del Padre.
Egli è morto per salvarci.
La lettera enciclica dice: "La prova massima dell'affidabilità dell'amore di Cristo si trova nella sua morte per l'uomo.". 
Egli è risorto e la resurrezione "svela l'affidabilità totale dell'amore di Dio".
Questo amore di Dio non è un amore qualunque ma è un Amore più importante, lo Spirito Santo.
Il cristiano è trasformato dall'amore di Cristo, al quale si è aperto mediante la fede.
La lettera dice: "Nella fede l'"io" del cristiano si espande per essere abitato dall'Altro, per vivere in un Altro, e così la sua vita si allarga nell'Amore. Qui si situa l'azione propria dello Spirito Santo. Il cristiano può avere gli occhi di Gesù, i suoi sentimenti, la sua disposizione filiale, perché reso partecipe del suo Amore, che è lo Spirito.".
In pratica, l'Amore del Padre e del Figlio è lo Spirito Santo.
Questo dà il quadro di un Dio unico (il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe) che si manifesta in tre persone, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Questo caratterizza tutto l'impianto di fede della Chiesa.
La fede va vissuta come esperienza dentro la Chiesa, come dice nel seguente modo la lettera enciclica: " Questa apertura al "noi" ecclesiale avviene secondo l'apertura propria dell'amore di Dio, che non è solo rapporto tra Padre e Figlio, tra "io" e "tu", ma nello Spirito è anche un "noi", una comunione di persone.".
In greco, la parola "comunione" si dice "koinonia".
Come ha detto anche il Papa in un'intervista fatta dal giornale dei gesuiti "La Civiltà cattolica", il cristiano deve essere sempre alla ricerca.
La fede non è qualcosa di statico.
Bisogna mettersi sempre in discussione.
Lo stesso motto del Papa, "Miserando atque eligendo", dice ciò.
Egli stesso dice di essere un peccatore.
Quindi, non è bene per il cristiano giudicare, perché gli altri potrebbero giudicare lui.
Per il Papa, la santità può stare in ognuno di noi, poiché Dio è nella vita di ognuno.
Per il Santo Padre, il cristiano non può essere "restaurazionista" (come dice lui con questo suo neologismo) ma deve usare la tradizione per andare avanti.
Si è parlato anche dell'intervista fatta al Papa da Eugenio Scalfari, per il giornale "La Repubblica". 
Essa ha un passo che recita: "Il proselitismo è una solenne sciocchezza, non ha senso. Bisogna conoscersi, ascoltarsi e far crescere la conoscenza del mondo che ci circonda. A me capita che dopo un incontro ho voglia di farne un altro perché nascono nuove idee e si scoprono nuovi bisogni. Questo è importante: conoscersi, ascoltarsi, ampliare la cerchia dei pensieri. Il mondo è percorso da strade che riavvicinano e allontanano, ma l’importante è che portino verso il Bene. ". 
Qui si torna al discorso dell'ascolto.
Poi, si è fatto il dibattito con i presenti.
Manco a dirlo, il primo a parlare sono stato io.
Io ho posto la questione della fede e della religione.
Infatti, fede e religione non sono la stessa cosa.
La fede è credere ed affidarsi a Dio.
La religione è quella cosa che lega l'uomo a Dio e che indirizza la fede.
Però l'una ha bisogno dell'altra.
Qui torna il paragone che avevo fatto in un mio precedente articolo, quello intitolato "La fede".  
Io avevo paragonato la religione ad un casa bene arredata e bella.
La fede è la persona che la abita.
Una religione senza fede è come una casa che, per quanto possa essere bella ed arredata con gusto, è disabitata.
Purtroppo, tanta gente è religiosa e va chiesa ma dentro di sé non ha il Paradiso ma lo Sheol.
Questo mio intervento ha innescato un dibattito con le catechiste e non solo.
L'intervento di don Ernesto Novello, parroco di Barbasso, ha detto di avere più volte spiegato che la fede e la religione non sono la stessa cosa.
La religione ha anche que quell'insieme di aspetti liturgici e dogmatici, rimarcando il fatto che tra coloro che vanno in chiesa vi sono persone che effettivamente non hanno fede.
La fede e il fidarsi di Dio.
Per un signore di Governolo che è intervenuto, la fede unisce le persone.
Infatti, stando a quell'intervento, anche un musulmano ha la fede e crede in Dio.
Mentre, la religione (o meglio l'uso che di essa si fa) divide.
Un altro signore è intervenuto dicendo che bisogna distinguere anche la religione dalla Chiesa, che (spesso in nome della religione) ha commesso degli errori.
Don Giovanni ha precisato dicendo che essa ha fatto anche tante cose buone. 
E' stato un incontro istruttivo.
Lunedì 14 ottobre ve ne sarà un altro intitolato "Dio vide che era cosa buona"  ed è incentrato sui temi dell'ambiente.
Sicuramente, interverrò anch'io.
Termino, segnalandovi che l'Associazione Luci sull'Est riferisce che Papa Francesco consacrerà il mondo alla Madonna di Fatima.
Cordiali saluti. 





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Ringrazio un caro amico di questa foto.