Cari amici ed amiche.
Su Facebook, ho trovato questa foto, con questa didascalia:
"Israele dice sì al treno anti-Suez
GERUSALEMME - Una commissione inter-ministeriale ha oggi approvato il
progetto della costruzione di un lungo tratto di ferrovia fino ad Eilat
(Mar Rosso) e gli ha dato nuovo impulso nella determinazione di
completare l'opera entro cinque anni. "Abbiamo compiuto un grande passo
avanti» ha rilevato il ministro dei trasporti Israel Katz (Likud). "In
futuro sarà possibile raggiungere Eliat
da Tel Aviv (340 chilometri, ndr) in due ore. In alcuni tratti i terni
viaggeranno a 250 chilometri all'ora". Oltre alla speranza di favorire
lo sviluppo del turismo, il progetto prevede la costruzione parallela di
rotaie anche per treni merci che collegheranno così il porto di Eilat
(mar Rosso) con quello di Ashdod (mar Mediterraneo). In questo modo - ha
detto in passato il premier Benyamin Netanyahu - Israele appronterà una
nuova linea di commercio fra l'Asia e l'Europa, che potrebbe servire da
alternativa al Canale di Suez. Di conseguenza, a suo parere, lo status
internazionale di Israele sarebbe accresciuto. Il ministro Katz ha
respinto in questa occasione le critiche mosse dall'ex capo del Mossad
Efraim Halevy secondo cui Israele compie un errore fatale nell'affidare
la realizzazione dell' ambizioso progetto a compagnie cinesi: ossia di
un Paese "legato anche ai nemici di Israele". Tali compagnie, ha
replicato Katz, saranno coinvolte solo nella costruzione, non nella
gestione. Israele, ha aggiunto, si è rivolto peraltro anche a compagnie
francesi e spagnole.
L'unico ministro che oggi si è espresso contro
il progetto è stato Amir Peretz (ambiente) secondo cui la costruzione
della ferrovia per Eilat comporta necessariamente l'allargamento del suo
porto commerciale, a scapito della prestigiosa barriera corallina. In
definitiva, avverte, rischia di ritorcersi contro il turismo. "Una
giornata nera per la difesa della natura nel Neghev", lamentano gli
ambientalisti. La stampa specializzata, avanza forti dubbi sui ricavi
economici di cui Israele potrà realmente beneficiare da questa ferrovia.
In particolare dubita che essa rappresenti una alternativa valida a
Suez. Ma il governo Netanyahu replica che in ogni caso il progetto avrà
effetti benefici per lo sviluppo economico del Neghev: una regione di
Israele con un grande potenziale, ancora non sfruttato a sufficienza.".
In Israele si è deciso di fare una ferrovia ad alta velocità.
Approvo questa decisione del governo israeliano che ha fatto questa scelta coraggiosa.
Infatti, amare l'ambiente non significa (e non deve significare) essere contro le infrastrutture.
Si può amare l'ambiente, per esempio, proponendo la raccolta differenziata dei rifiuti ed incoraggiando il compostaggio domestico della frazione organica dei rifiuti, e dicendo sì ad opere importanti come ferrovie, superstrade, autostrade, porti, aeroporti, ponti e gallerie.
Sicuramente, un'opera come la ferrovia che collegherà Tel Aviv a Eilat sarà una grande risorsa per il turismo e per il commercio.
Mentre in Israele si fanno opere importantissime (come la succitata ferrovia) qui in Italia c'è chi fa problemi per la costruzione di una ferrovia fondamentale, come la ferrovia ad alta velocità Lione-Torino (che farà parte dell'asse Lisbona-Kiev), l'asse autostradale Tirreno-Brennero (detto "Ti-Bre", l'asse che unirà l'autostrada A22 Brennero-Modena all'Autostrada A15 Parma-La Spezia), la Variante di Valico del tratto Bologna-Firenze dell'Autostrada A1 Milano-Napoli o il Ponte sullo Stretto di Messina.
Per esempio, il tratto Bologna-Firenze dell'Autostrada A1 Milano-Napoli è uno dei più pericolosi.
Lo conosco molto bene.
Negli ultimi dieci anni, su quel tratto vi sono stati ben 20.000 incidenti.
Per essere una delle autostrade più importanti, questo è troppo.
Dunque, si può amare l'ambiente ma non si può precludere lo sviluppo.
Invece, qui in Italia, appena si decide di fare un'infrastruttura, arriva il primo comitato di paese che fa bloccare i lavori, perché vengono calpestate le aiuole o perché fanno scappare gli uccellini.
Così non si può andare avanti!
Ricordo che uno dei mali dell'Italia sta proprio nella carenza di infrastrutture.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
Il mio libro
Il mio libro
Il mio libro
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Translate
Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
Nessun commento:
Posta un commento