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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 12 ottobre 2013

Caso Priebke, due parole

Cari amici ed amiche.

Su Facebook, ho ricevuto questa foto con questa didascalia:
"Priebke, l’Argentina non vuole la salma. Buenos Aires ha fatto sapere che "Gli argentini non accettano questo tipo di affronti alla dignità umana".

Tra il 1945 e il 1948 centinaia di migliaia di ex nazisti usufruirono della cosiddetta rat-line, la "via dei topi" che dall'Europa continentale conduceva a Genova e agli altri imbarchi per il Sud America, soprattutto per l'Argentina .
Nella maggior parte dei casi accadde senza eccessivi problemi, grazie ai buoni uffici offerti dal governo di Juan Domingo Perón, il beneplacito dei servizi segreti statunitensi (in chiave della futura Guerra Fredda) e ai canali preferenziali del Vaticano che aiutò la gran parte di quei criminali prima a nascondersi in chiese e conventi e poi a ottenere i documenti (falsi, generalmente rilasciati dalla Croce Rossa) necessari a emigrare.

La “Casa Rosada” inviava agenti in Europa per agevolare il loro espatrio; passavano dalla Svizzera con documenti di identità della Pontificia commissione di assistenza e con il lasciapassare della Croce Rossa.
Secondo l'ex funzionario del dipartimento americano della Giustizia John Loftus ben sessantamila tedeschi fedeli al Reich si sarebbero rifugiati nel paese sudamericano , usufruendo di una nuova identità ed una nuova vita. Alcuni di essi , 180 individui , sono stati riconosciuti come criminali di guerra condannati o sospettati, o collaborazionisti . Di questi, una trentina sono tedeschi, più di cinquanta di origine croata, e circa cento tra francesi e belgi (NDR : rapporto finale della Comisiòn para el Esclarecimiento de las Actividades del Nazismo en la Argentina)

Dei criminali di guerra approdati nel paese, l'Argentina ne estrada ben pochi:

Martin Bormann, segretario personale di Hitler;
Klaus Barbie , capo della Gestapo di Lione Barbie si distinse per la deportazione di centinaia di ebrei e la tortura ed eliminazione fisica di altre centinaia di patrioti francesi.

 Juan Bohne, il terminatore di handicappati, dementi e altri "inquinatori" della razza; Eduard Roschmann, l'ex comandante del ghetto di Riga giunto nel '48 a Buenos Aires da Genova con un passaporto della Croce Rossa intestato a Federico Wegener;
Bilanovic Sakic, responsabile del campo di concentramento di Jasenovac, nella Croazia ustascia; Josef Schwammberger, comandante altoatesino del ghetto di Przemsy . Carl Vaernet , medico delle SS che sosteneva di aver scoperto una "cura" per l’omosessualità; nel 1944 Himmler mise a disposizione delle sue folli ricerche la popolazione del "triangolo rosa", gli omosessuali internati a Buchenwald. I malcapitati furono castrati e gli fu impiantato un «glande sessuale artificiale», un tubo metallico che rilasciava testosterone nell’inguine.

Altri ex nazisti fecero dell’Argentina una loro seconda patria , mantenendo ben vive le loro usanze ed ideologie antisemite. Molti di essi rimasero impuniti.

A San Carlos de Bariloche Erich Priebke divenne famoso, amato e stimato da tutta la popolazione del piccolo e meraviglioso paesino che si trova alle pendici delle Ande argentine. Aveva aperto addirittura un negozio, dove "teneva un ritratto di Hitler nel retrobottega . Ma questo angolo di Argentina cela, fra le casette in stile tirolese, altri tremendi segreti.
Il mefistofelico dottor Mengele, conosciuto come l'Angelo della Morte di Auschwitz, ha vissuto qui prima della sua morte avvenuta in Brasile nel 1979. Mengele arrivò in Argentina, via Genova. grazie ad un lasciapassare della Croce Rossa, nel 1949. Si chiamava Helmut Gregor.

 Adolf Eichmann il principale responsabile dello sterminio di milioni di ebrei europei, che soleva ricordare "all'occorrenza salterò nella fossa ridendo perché la consapevolezza di avere cinque milioni di ebrei sulla coscienza mi dà un senso di grande soddisfazione", trascorreva a Bariloche lunghi periodi di vacanza. Questo paesino era diventato una piccola Germania, un luogo tranquillo, dove si diceva che il compleanno di Hitler veniva festeggiato con uniformi della Gestapo.

A villa Angostura, a poche decine di chilometri c’è il santuario più inquietante per i vecchi nazisti: è una casa costruita a fine anni 40 da un magnate dell’industria argentina di origine tedesca, è l’esatta riproduzione della casa di montagna di Hitler in Baviera e li, si dice, abbiano vissuto i coniugi Hitler dopo la presunta fuga da Berlino.

Dopo la guerra arrivarono in Argentina anche fascisti italiani e non ultimi i principali gerarchi ustaše, i famigerati nazisti croati, protagonisti di efferatezze e massacri paragonabili a quelli dei loro “colleghi” tedeschi, con epicentro nel campo di sterminio di Jasenovac, in Slavonia.

Passano gli anni , gli echi del conflitto mondiale e delle persecuzioni razziali si assottigliano , ma l’ Argentina continua a rimanere il fulcro vitale del nazismo , nonché fucina e formazione di una nuova ed inquietante generazione nata grazie all’apporto ideologico dei nazi-tedeschi argentini.

Un interessante articolo a firma di Dolcetta Marco del 9 maggio 1994 ci fornisce uno spaccato inquietante della vicenda :

(http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/09/quella_sera_cena_nella_tana_co_0_9405095293.shtml)

In Argentina , più precisamente a Bariloche per fare delle interviste per la trasmissione Mixer di Raidue riesce a mettersi in contatto con alcuni criminali nazisti : Reinhardt Kopf, che ora si fa chiamare Juan Mahler, gia' braccio destro nelle SS di Otto Skorzeni, e William Guyedan De Roussel, morto una settimana dopo l’incontro, professore di Scienze politiche alla Sorbona di Parigi ed amico intimo di Carl Schmitt ed anche agente della Gestapo e teorico dello sterminio di 30 mila massoni ed ebrei nella Francia occupata dai tedeschi.

Voi vivete qui indisturbati? " Si' . mi risponde con un tono fra il compiaciuto narcisismo e la sorpresa che qualcuno dopo 40 anni lo venga a cercare dalla lontana Europa . io sono in regola con le leggi della mia nuova patria, l' Argentina. Ho fatto la guerra nelle forze speciali delle SS, con Otto Skorzeni. Ho rapito il duce sul Gran Sasso e anche Hortj, avvolgendolo in un tappeto, a Budapest, nel 1944.

Ma come e' arrivato qui? "Io sono arrivato in Argentina dopo, grazie ad un lasciapassare della Croce Rossa Italiana. Me lo diede monsignor Hudal, nel convento dei cappuccini di via Sicilia a Roma. Li' ho visto anche monsignor Montini, il futuro Papa Paolo VI che avevo conosciuto a Berlino, dove era nunzio apostolico del Vaticano". 

 
Ma come vive questa particolare comunità di Bariloche? “Guyedan De Roussel e' il piu' ricco. Di famiglia nobile e' riuscito a trasferire tutti i suoi capitali e comprare un' intera regione a El Bolson, a 50 km da Bariloche. E tutti i vecchi nazi vivono in questa tenuta nelle vicinanze. Si vedono sempre fra di loro “

Ci ritroviamo di sera allo Chalet Suizo, un ristorante sul lago . La tavolata comprende parecchie persone: c' e' un italiano alla mia sinistra Luigi Biasuzzo, un friulano che fece parte delle SS, nella sezione S.D., il servizio di informazione che agiva oltre la linea gotica, e poi accanto a lui William Guyedan De Roussel il francese, e Carl Golla, architetto e disegnatore dei progetti di Speer e anche Erich Priebke che mi viene presentato da Biasuzzo come una SS che lui conobbe in Italia e che a Bariloche fa il macellaio: un tipo taciturno che non mi ha mai fatto cenno della sua presenza a Roma e alle Fosse Ardeatine.

Rileggendo tutta la vicenda dei criminali nazisti naturalizzati argentini , e sottolineando il fatto inequivocabile che hanno di fatto ricostituito un vero e proprio Reich ideologico d’oltreoceano , le dichiarazioni del ministro degli Esteri, Hector Timerman suonano come una presa per i fondelli :

“non accettiamo la minima iniziativa per consentire il ritorno del corpo di un criminale nazista nel nostro paese''non accetterà questo affronto alla dignità umana''.

Credo che ogni ulteriore commento sia del tutto superfluo
".


In primo luogo, io non trovo giusto che si accusino la Chiesa ed il Vaticano di essere stati conniventi con i nazisti o di avere aiutato i nazisti a scappare in Argentina.
Certo, tra coloro che aiutarono i nazisti a scappare ci furono anche dei preti ma non trovo giusto sparare nel mucchio.
Questi preti non rappresentarono la Chiesa nel suo complesso. 
Infatti, ci furono anche tanti preti che combatterono il nazismo (cito il Beato Clemens August von Galen, cardinale ed arcivescovo di Munster) o i numerosi preti che protessero gli ebrei nelle canoniche oppure i monaci che protessero gli ebrei nei loro monasteri.
Anche Papa Pio XII, il tanto vituperato Papa Pio XII, protesse molte persone, tra cui ebrei.
Molti preti morirono nei campi di sterminio.
Cito il caso di padre Massimiliano Kolbe.
Riguardo a Priebke, io sono tra i primi a dire che egli fu un criminale.
Ieri, avevo scritto un articolo a riguardo, un articolo intitolato "E' morto Erich Priebke? Io non faccio lutto!". 
Priebke è morto impenitente.
Non chiese neppure scusa per quello che fece.
Anzi, non chiese scusa!
Questo lo condannerà a vita nell'Aldilà, come saranno condannati chi sono nella sua condizione.
Certo, la salma di Priebke è scomoda!
Non si vuole certo che il luogo di sepoltura diventi un "santuario" per chi coltiva ancora oggi certe idee criminali come quella nazista.
Cordiali saluti. 






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Ringrazio un caro amico di questa foto.