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martedì 8 ottobre 2013

Corea del Nord, il comunismo è religione di Stato!

Cari amici ed amiche.

L'amico Angelo Fazio mi ha inoltrato questo articolo del giornale "Panorama" che è intitolato "Corea del nord: i 7 peggiori crimini del dittatore".
Lo ha commentato in questo modo:

"In determinati periodi, l’interesse generale della politica internazionale e l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale si concentrano sull’Estremo Oriente, più precisamente sulla penisola coreana per via di certi test missilistici con testate atomiche, che portano scompiglio in quella regione, con conseguente rischio di destabilizzazione.Così, il dibattito pubblico comincia ad incentrarsi sulla complessa natura del regime di Pyongyang e sul minestrone ideologico che caratterizza il “regno” della dinastia dei Kim.
Però, in maniera un po’ troppo semplicistica si arriva a definire “regime comunista” questa sorta di “monarchia comunista di diritto divino” con fattispecie che riflettono la storia e la cultura tribale della Nord Corea
Impossibile non vederci le fattispecie di una para-religione vera e propria, con tanto di narrazioni prodigiose e sovrannaturali, incentrate soprattutto sulla carismatica figura del Capostipite della dinastia, ritenuto padre fondatore della nazione, Kim Il-Sung, deceduto nel 1994. Sul suo carisma e su questo tipo di narrazioni ha retto il potere del figlio Kim Jong-Il (il cosiddetto “caro leader”) e, dopo la dipartita di quest’ultimo nel 2011, anche quello del nipote trentenne Kim Jong-Un, attuale presidente della Nord-Corea.
Può essere utile ricordare come, nel 1994, dopo la morte di Kim Il-Sung, il parlamento di Pyongyang nominò quest’ultimo “presidente in eterno” (figlio e nipote sono ritenuti solo suoi luogotenenti!).
Inoltre, a nutrire questa venerazione, vi è tutta una serie di aneddoti fabbricati ad arte, (cui il cittadino nord-coreano sarà iniziato fin dall’infanzia), del tipo “quando il nostro signore Kim Il-Sung venne al mondo, le stelle del cielo s’illuminarono per la gioia!” oppure “il giorno in cui il nostro signore ricevette un fiore in regalo, la natura intera festeggiò, gli alberi fiorirono e la neve si sciolse attorno a lui!”.
Come si noterà, sono le caratteristiche di una para-religione vera e propria!
E può apparire estremamente riduttivo descrivere semplicemente come “regime comunista” questo sistema, sebbene, oltre alle grottesche peculiarità simil-monarchiche, la Nord-Corea sia in effetti edificata sul modello delle repubbliche popolari di estrazione socialista.
E’ da dire che la componente comunista di questo regime c’è, ma occupa un ruolo decisamente minimale nel complesso.
E’ vero che il culto della personalità verso i Kim è, in parte, ispirato a quello dei cinesi verso Mao-Tse-Dong o a quello dell’Unione Sovietica del periodo stalinista.
Tuttavia, dobbiamo aggiungere che il grosso della venerazione verso i membri di questa "dinastia" non è importata ne dalla Cina, ne dalla Russia, ma proviene dalla stessa cultura tribale della penisola coreana. Ed è, dunque, frutto di una storia millenaria.
In buona percentuale, il potere carismatico dei Kim, si appoggia su dottrine tribali endogene alla Corea stessa; in particolare sulla locale dottrina del Juche (in coreano significa “autodeterminazione”), la quale prevede che vi siano figure umane che assurgano alla semi-divinità per permettere la salvezza collettiva delle anime che compongono un popolo.
Difficile dunque, a livello sociologico, etichettare tutto ciò come mero comunismo di matrice filo-sovietica, poiché, in buona parte, il regime dei Kim è un prodotto locale dell’ambiente tribale-sociale che ha caratterizzato il modo di vivere delle popolazioni della penisola coreana per millenni; dunque, non è un sistema importato dall’estero, e neppure da qualsivoglia dottrina politica nata in Occidente.

 Il regime di Pyongyang è certamente, (in parte), riconducibile al comunismo marxista. Tuttavia, ancor di più, esso è vero e proprio tribalismo...".

Angelo ha centrato il tema.
Su un punto, però,  lo correggo.
Lui ha scritto che il regime comunista nordcoreano è una para-religione.
La realtà è diversa.
Quel regime è a tutti gli effetti la religione di Stato, qualcosa di peggio.
In Corea del Nord, il regime comunista è riuscito a fare quello che ha provato a fare in altre nazioni: sostituire l'uomo a Dio e la fede in Dio con la fede nell'uomo.
Il dittatore nordcoreano diventa una figura quasi divina.
I suoi simulacri prendono il posto sia delle immagini delle religioni tradizionali di quei posti e sia di quelle del Cristianesimo, che in Corea del Nord è perseguitato.
Il dittatore è (di fatto) un dio, secondo la logica del comunismo della Corea del Nord.
I cittadini di quel Paese devono vivere in funzione di lui e chi lo critica o la pensa semplicemente in modo diverso dal suo perde ogni cosa e rischia di morire.
Per esempio, chi legge una Bibbia diventa "nemico pubblico". 
Infatti, secondo quella logica perversa, chi critica solamente il dittatore non viene accusato solo di "eversione" ma quasi di blasfemia.
In Corea del Nord, il comunismo è riuscito a fare quello che si era proposto., diventare una fede per gli uomini e fare diventare l'uomo un dio.
Nel Cristianesimo, Dio si fece uomo in Gesù Cristo.
Nel Comunismo, l'uomo si fa dio di sé stesso.
Quindi, in quell'ideologia che si chiama comunismo vi è anche la blasfemia, il rovesciamento del Cristianesimo.
Questo è satanismo!
Il comunismo si dice "ateo" ma in realtà, con una certa chiave di lettura, si nota che esso è intrinsecamente satanico, anche se Satana non è nominato.
Allora, riflettiamo!
Cordiali saluti. 



 

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Ringrazio un caro amico di questa foto.