Cari amici ed amiche.
Su Facebook, mi è arrivata questa foto con questa didascalia:
"Mussachi?
Nel Partito Democratico è partita la gara per mollare l'ex-presidente della Banca "Monte dei Paschi" di Siena: fino a ieri, tutti battevano cassa a Siena. Ora sembra che nessuno abbia mai conosciuto Giuseppe Mussari.
Non solo Bersani e D'Alema, ma vi è un silenzio assordante anche dai montepaschini Bassanini-Lanzillotta, dall'ex-Sindaco Pd di Siena Ceccuzzi, da Luigi Berlinguer, che con Mussari ha piazzato il figlio nel CDA di Antonveneta, la taciturna Rosy Bindi, sponsor di Profumo, e il silenzioso Veltroni, che con Mussari condivideva la passione per il basket.
Il "cayman" Renzi sugli scudi: Matteuccio aveva sbancato proprio a Siena.
Il piddino Mucchetti si arrampica sugli specchi: "E' un sistema trasversale. Uno dei consiglieri del Monte dei Paschi in epoca Mussari è con la Lista Monti".
Riusciranno i "sinistrati" a fare credere che il Partito Democratico di Siena decideva tutto da solo?
Si fa strada la tendenza a parlare di sistema trasversale, prassi...
Eh no ragazzi... non ci prendiamo in giro!
Anche il finanziamento "illecito" ai partiti era trasversale e prassi, ma ci fu QUALCUNO CHE POTEVA NON SAPERE...
Anche stavolta sempre quel qualcuno può non sapere.
NEL PD ORA SEMBRA CHE NESSUNO ABBIA MAI CONOSCIUTO GIUSEPPE MUSSARI
Laura Cesaretti per "Il Giornale"
"Altro che le Cayman, Bersani e D'Alema pensino al Montepaschi: in sei
mesi si è distrutto quel che i senesi avevano costruito in 600 anni",
diceva Matteo Renzi tre mesi fa, al culmine della campagna per le
primarie Pd.
Di lì a poco, il segnale di rivolta della città
del Palio, del Monte e del torbido lungo incesto tra partito e banca
arrivò forte e chiaro al Nazareno: 22mila e 900 preferenze, oltre il
54%, al giovane sindaco di Firenze (in barba ad ogni storica rivalità
secolare, da Montaperti in poi); solo 15mila 184, il 36%, al segretario
Pd.
Stessi
numeri nella vicina Sinalunga, patria di quella Rosy Bindi che
sosteneva pancia a terra Bersani contro Renzi, e che col Mps ha avuto
anche lei le sue brave frequentazioni (tanto da aver assistito
all'ultimo Palio, raccontano i senesi, dalle finestre della Fondazione, e
da essere accreditata come sponsor del presidente Profumo, la cui
consorte Sabina Ratti è supporter bindiana).
Il monito renziano
risuona oggi come un presagio funesto nelle orecchie di quel Pd
nazionale che, ad un mese dal voto, assiste spaventato all'esplosione
nucleare dello scandalo derivati che travolge il Monte e il suo ex
presidente Mussari. "Non c'è nessuna responsabilità del Pd, per l'amor
di Dio", si schermisce - invocando la Provvidenza - Bersani, ma il
candidato premier del centrosinistra sa bene che ora i suoi avversari
utilizzeranno comunque il tracollo Mps come un'arma elettorale contro di
lui. E deviare il fuoco non sarà facile.
Perché
le connessioni tra Pd (nella sua versione ex Pci, certo, ma anche in
quella ex Dc) e la banca di Siena sono tante e ramificate, e a
ripercorrerne la storia recente saltano fuori nomi illustri del gotha di
centrosinistra. Con ruoli diversi e a volte contrapposti, nelle
operazioni politico-finanziarie che hanno costellato l'ultimo decennio.
Perché ad esempio, nel 2001, la nomina dell'avvocato calabrese Mussari,
forte di una lunga militanza nel Pci-Pds-Ds, alla presidenza della
Fondazione Mps fu sponsorizzata da un quadrilatero di ferro formato a
Siena dal potente Magnifico Rettore Luigi Berlinguer (oggi capo dei
probiviri Pd, ironia della sorte) e dal parlamentare eletto in città
Franco Bassanini, e a Roma da Massimo D'Alema e Giuliano Amato.
Artefice
della scalata, il segretario dei Ds senesi (nonché testimone di nozze
di Mussari) Franco Ceccuzzi, successivamente diventato parlamentare Pd e
poi sindaco della città. Si dimise la scorsa primavera, in seguito alla
guerra fratricida scoppiata tra ex Pci ed ex Dc del Pd attorno al
controllo del potere dentro Mps, oggi è di nuovo candidato.
Il
quadrilatero mussariano del 2001 si ruppe fragorosamente negli anni
successivi, durante l'operazione Unipol, come raccontò lo stesso
Bassanini in una intervista a Panorama: "Consorte e D'Alema fecero un
pressing su Siena perché si alleasse con Unipol (nella scalata a Bnl,
ndr). Chi difese l'autonomia di Mps, come me e Amato, venne emarginato".
Tanto
che, nella versione di Bassanini, sull'altare dello scontro bancario
Amato ci rimise nientemeno che il Colle, nel 2006. Nel 2007, all'epoca
della acquisizione di Antonveneta (e della voragine che aprì nei conti
Mps), l'ex dalemiano Mussari veniva dato in avvicinamento a Walter
Veltroni, allora leader del Pd e futuro candidato premier.
Dell'operazione si disse che costituiva la rivincita dell'asse
Veltroni-Prodi contro quello D'Alema-Fassino. Quanto al "probiviro"
Luigi Berlinguer, ha più recentemente avuto al soddisfazione di vedere
il figliolo Aldo (già brillante laureato dell'Università paterna, poi
brillantissimo membro del Cda dell'aeroporto di Siena) è stato
brillantemente promosso al Cda di Antonveneta.".
Sul caso della Banca Monte dei Paschi di Siena serve un chiarimento.
Al presidente Berlusconi vengono fatte le pulci ogni volta.
Egli viene processato per ogni cosa e per ogni cosa viene messo alla berlina.
Invece, quando c'è una situazione particolare che tocca la sinistra, le cose non si devono sapere.
Anzi, le cose non si sanno.
E' ora di finirla con questi "due pesi e due misure".
Qui c'è in gioco la credibilità della nostra politica.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
Il mio libro
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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