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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 12 ottobre 2013

Banca Monte dei Paschi, serve un chiarimento!

Cari amici ed amiche.

Su Facebook, mi è arrivata questa foto con questa didascalia:
"Mussachi?
Nel Partito Democratico è partita la gara per mollare l'ex-presidente della Banca "Monte dei Paschi" di Siena: fino a ieri, tutti battevano cassa a Siena. Ora sembra che nessuno abbia mai conosciuto Giuseppe Mussari.
Non solo Bersani e D'Alema, ma vi è un silenzio assordante anche dai montepaschini Bassanini-Lanzillotta, dall'ex-Sindaco Pd di Siena Ceccuzzi, da Luigi Berlinguer, che con Mussari ha piazzato il figlio nel CDA di Antonveneta, la taciturna Rosy Bindi, sponsor di Profumo, e il silenzioso Veltroni, che con Mussari condivideva la passione per il basket. 
Il "cayman" Renzi sugli scudi: Matteuccio aveva sbancato proprio a Siena.
Il piddino Mucchetti si arrampica sugli specchi: "E' un sistema trasversale. Uno dei consiglieri del Monte dei Paschi in epoca Mussari è con la Lista Monti".
Riusciranno i "sinistrati" a fare credere che il Partito Democratico di Siena decideva tutto da solo?
Si fa strada la tendenza a parlare di sistema trasversale, prassi...
Eh no ragazzi... non ci prendiamo in giro!
Anche il finanziamento "illecito" ai partiti era trasversale e prassi, ma ci fu QUALCUNO CHE POTEVA NON SAPERE...
Anche stavolta sempre quel qualcuno può non sapere.


NEL PD ORA SEMBRA CHE NESSUNO ABBIA MAI CONOSCIUTO GIUSEPPE MUSSARI
Laura Cesaretti per "Il Giornale"

"Altro che le Cayman, Bersani e D'Alema pensino al Montepaschi: in sei mesi si è distrutto quel che i senesi avevano costruito in 600 anni", diceva Matteo Renzi tre mesi fa, al culmine della campagna per le primarie Pd.

Di lì a poco, il segnale di rivolta della città del Palio, del Monte e del torbido lungo incesto tra partito e banca arrivò forte e chiaro al Nazareno: 22mila e 900 preferenze, oltre il 54%, al giovane sindaco di Firenze (in barba ad ogni storica rivalità secolare, da Montaperti in poi); solo 15mila 184, il 36%, al segretario Pd.

Stessi numeri nella vicina Sinalunga, patria di quella Rosy Bindi che sosteneva pancia a terra Bersani contro Renzi, e che col Mps ha avuto anche lei le sue brave frequentazioni (tanto da aver assistito all'ultimo Palio, raccontano i senesi, dalle finestre della Fondazione, e da essere accreditata come sponsor del presidente Profumo, la cui consorte Sabina Ratti è supporter bindiana).

Il monito renziano risuona oggi come un presagio funesto nelle orecchie di quel Pd nazionale che, ad un mese dal voto, assiste spaventato all'esplosione nucleare dello scandalo derivati che travolge il Monte e il suo ex presidente Mussari. "Non c'è nessuna responsabilità del Pd, per l'amor di Dio", si schermisce - invocando la Provvidenza - Bersani, ma il candidato premier del centrosinistra sa bene che ora i suoi avversari utilizzeranno comunque il tracollo Mps come un'arma elettorale contro di lui. E deviare il fuoco non sarà facile.

 Perché le connessioni tra Pd (nella sua versione ex Pci, certo, ma anche in quella ex Dc) e la banca di Siena sono tante e ramificate, e a ripercorrerne la storia recente saltano fuori nomi illustri del gotha di centrosinistra. Con ruoli diversi e a volte contrapposti, nelle operazioni politico-finanziarie che hanno costellato l'ultimo decennio.

Perché ad esempio, nel 2001, la nomina dell'avvocato calabrese Mussari, forte di una lunga militanza nel Pci-Pds-Ds, alla presidenza della Fondazione Mps fu sponsorizzata da un quadrilatero di ferro formato a Siena dal potente Magnifico Rettore Luigi Berlinguer (oggi capo dei probiviri Pd, ironia della sorte) e dal parlamentare eletto in città Franco Bassanini, e a Roma da Massimo D'Alema e Giuliano Amato.


Artefice della scalata, il segretario dei Ds senesi (nonché testimone di nozze di Mussari) Franco Ceccuzzi, successivamente diventato parlamentare Pd e poi sindaco della città. Si dimise la scorsa primavera, in seguito alla guerra fratricida scoppiata tra ex Pci ed ex Dc del Pd attorno al controllo del potere dentro Mps, oggi è di nuovo candidato.

Il quadrilatero mussariano del 2001 si ruppe fragorosamente negli anni successivi, durante l'operazione Unipol, come raccontò lo stesso Bassanini in una intervista a Panorama: "Consorte e D'Alema fecero un pressing su Siena perché si alleasse con Unipol (nella scalata a Bnl, ndr). Chi difese l'autonomia di Mps, come me e Amato, venne emarginato".


Tanto che, nella versione di Bassanini, sull'altare dello scontro bancario Amato ci rimise nientemeno che il Colle, nel 2006. Nel 2007, all'epoca della acquisizione di Antonveneta (e della voragine che aprì nei conti Mps), l'ex dalemiano Mussari veniva dato in avvicinamento a Walter Veltroni, allora leader del Pd e futuro candidato premier.

Dell'operazione si disse che costituiva la rivincita dell'asse Veltroni-Prodi contro quello D'Alema-Fassino. Quanto al "probiviro" Luigi Berlinguer, ha più recentemente avuto al soddisfazione di vedere il figliolo Aldo (già brillante laureato dell'Università paterna, poi brillantissimo membro del Cda dell'aeroporto di Siena) è stato brillantemente promosso al Cda di Antonveneta.
". 


Sul caso della Banca Monte dei Paschi di Siena serve un chiarimento.
Al presidente Berlusconi vengono fatte le pulci ogni volta.
Egli viene processato per ogni cosa e per ogni cosa viene messo alla berlina.
Invece, quando c'è una situazione particolare che tocca la sinistra, le cose non si devono sapere.
Anzi, le cose non si sanno.
E' ora di finirla con questi "due pesi e due misure".
Qui c'è in gioco la credibilità della nostra politica.
Cordiali saluti.





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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.