Riporto questo stralcio scritto dall'ex-presidente del Senato Marcello Pera sul sito di "Radio Maria": "Tra coloro che in Italia si possono considerare filo-putiniani, ci sono anche molti cattolici conservatori influenti, di cui apprezzo alcune idee di fondo: la lotta contro la scristianizzazione dell’occidente, l’opposizione alla crescente secolarizzazione del cristianesimo, il rifiuto dei continui “aggiornamenti” della dottrina per renderla, come oggi si dice, più adeguata o più accettabile o più conforme ai modi di sentire, ai valori, agli stili di vita delle società moderne. Come se già Paolo non avesse comandato il contrario: nolite conformari huic saeculo (Rom 12,2), ut non evacuetur crux Christi (1 Cor. 1,17). Non è la dottrina che deve inseguire il secolo (ad esempio, facendo spazio ai nuovi “diritti” in materia di etica della famiglia, del matrimonio, della vita), bensì sono i valori del secolo che devono essere corretti alla luce della dottrina (ad esempio, mostrando che essi sono contrari alla dignità dell’uomo)".
Da quello che vedo (e che leggo) mi pare percepire che vi sua una sorta di sindrome di Savonarola nei cattolici pro-Putin.
I cattolici occidentali che sostengono il presidente russo Vladimir Putin pensano come pensava Girolamo Savonarola.
Tra il 1494 ed il 1495 ci fu la calata del re di Francia Carlo VIII di Valois.
Savonarola parteggiò per il re francese perché vedeva in lui un castigo contro Papa Alessandro VI, il famoso corruttore Rodrigo Borgia.
Ora, i cattolici pro-Putin vedono nel presidente russo il castigatore di certe costumi degenerati dell'Occidente, una sorta di "defensor fidei".
Però, essi errano.
Putin non è certo un difensore della cattolicità.
Putin è legato a quel mondo russo-ortodosso, quel mondo che concepisce la religione più come un affare di Stato che un fatto che riguarda l'anima.
Quando Putin parla di religione parla della Chiesa ortodossa russa, una Chiesa che di fatto è di Stato e che è integrata nello Stato.
Non parla della Chiesa cattolica, la quale è autonoma dallo Stato.
Sappiamo tutti che i rapporti tra Roma e Mosca sono complessi.
Basti pensare alle accuse di proselitismo che la Chiesa ortodossa russa muove agli uniati cattolici, oltre alle questioni disciplinari e dogmatiche.
Semmai, il problema vero è un'altra questione.
Putin attacca l'Occidente liberale.
Putin odia il liberalismo e ritiene che la democrazia non funzioni e che sia contro l'idea di popolo.
Il problema è l'Occidente.
L'Occidente ha dimenticato le sue radici, in nome del relativismo.
Il liberalismo è degenerato nella cultura liberal, la quale è intrisa di socialismo ed è ostile ad una certa visione.
Il pensiero della cultura liberal ha scristianizzato l'Occidente.
Questo ha dato modo a Putin di attaccare la nostra cultura.
Noi dobbiamo recuperare i nostri valori, i quali si trovano anche nelle radici giudaico-cristiane.
Inoltre, vi è anche la questione di una democrazia delegittimata da noi stessi.
Per esempio, in questi due anni di pandemia Covid si è premiato molto lo statalismo che dimostrato il volto illiberale del nostro Paese.
Si è molto ammiccato al modello cinese.
Questo è stato un grosso aiuto a Putin e al putinismo.
Forse, se ci fosse una vera cultura liberale, forse, Putin non avrebbe tutti questi fan qui in Italia e in Occidente.
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