Riprendo questo stralcio di un articolo scritto su "Italia chiama Italia" da Dario Rivolta: "Fin dai tempi antichi in guerra si usa la propaganda al fianco delle armi. Gli scopi sono molteplici, ma due sono i principali: abbattere il morale del nemico e galvanizzare le proprie truppe e la propria popolazione. Potremmo aggiungerne un altro che è diventato sempre più importante con la diffusione mondiale contemporanea di tutte le notizie: acquisire nuovi consensi per la propria parte e isolare il più possibile il nemico.
Ovviamente l’attuale guerra in Ucraina non fa eccezione e tutti possono costatare che in merito all’efficacia e all’estensione della propria propaganda chi domina di gran lunga è l’Ucraina. Non solo il presidente Volodymyr Zelensky è presente ovunque, per radio, per televisione, sui giornali e via internet, ma lo fa con una grande abilità comunicativa scegliendo come vestirsi, lasciandosi crescere una barba “sofferente”, usando per ogni pubblico cui si indirizza le parole e i riferimenti storici più appropriati.
Certamente anche a lui può capitare di esagerare un pochino, come quando ha parlato tramite internet al Parlamento israeliano. In quel caso i suoi ottimi consiglieri per la comunicazione (americani anche quelli?) non hanno considerato la suscettibilità degli israeliani quando si parla di “olocausto” e lo hanno spinto a osare un paragone indecente tra lo sterminio degli ebrei voluto dai nazisti e i civili che muoiono in Ucraina sotto i bombardamenti.
A parte quell’episodio, ogni volta che parla sa mischiare il vittimismo con la postura da uomo coraggioso, le notizie in merito ai successi militari del suo esercito sui campi di battaglia con la richiesta all’occidente di nuove e più potenti armi, i ringraziamenti per l’aiuto che sta ricevendo
con i rimproveri perché non si fa di più.
Comparando lui e (in misura minore) il suo ministro degli Esteri Kuleba con i vari portavoce russi non c’è paragone: gli ucraini hanno le espressioni e gli atteggiamenti giusti, gli “orsi” di Mosca non riescono a smentire la fama che li vuole “grossier” e “pericolosi”.
Bisogna però ammettere che i nostri giornali e le nostre televisioni un po’ del loro ce lo mettono: la scelta delle immagini più consone e delle dichiarazioni più utili, la diffusione di ogni notizia favorevole e il silenzio totale su quanto non “fa gioco” è una tecnica ben conosciuta dai nostri giornalisti e nessuno, in Italia e in tutta Europa, se ne vuole privare. D’altra parte qualcuno ha deciso che, anche se ufficialmente non lo siamo, noi “occidentali” stiamo dalla parte giusta, cioè quella ucraina, e inviare armi e cercare di distruggere la Russia attraverso innumerevoli sanzioni non basta. Occorre confermare alle nostre opinioni pubbliche che i russi sono il male assoluto e che a Kiev si combatte e si muore per difendere la nostra democrazia e non solamente gli interessi americani".
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è un attore.
Dunque, egli ha più padronanza dell'arte della propaganda di quanta ne abbia il suo rivale russo Vladimir Putin.
Quest'ultimo è un uomo che ha sempre lavorato nelle istituzioni, un politico.
Egli, Putin, operava negli apparati dell'Unione Sovietica.
Al contrario, Zelensky è un uomo di spettacolo, un uomo che non ha bisogno di uno staff che si occupa della propaganda.
In quanto uomo immagine, persona abile nella comunicazione, egli stesso fa e dirige quest'ultima.
Zelensky ha gioco facile nell'apparire come il "buono" agli occhi di un Occidente che da sempre si contrappone alla Russia.
Però, egli è veramente il "buono".
Posto il fatto che l'Ucraina abbia il sacrosanto diritto di difendere la sua sovranità, deve essere ricordato che prima di questa guerra Zelensky aveva un indice di gradimento piuttosto basso.
Inoltre, non si parla dei rapporti tra Zelensky e l'oligarca Kolomoisky né del fatto che l'attuale presidente ucraino abbia messo sotto processo il suo predecessore, Petro Poroshenko, accusandolo ingiustamente di essere un traditore.
L'ex-presidente non è filo-russo.
Oltre a ciò, Zelensky ha fatto chiudere le reti dell'opposizione.
Quindi, Zelensky non è un eroe.
Egli si trova a guidare l'Ucraina in questa situazione ma non può essere definito un eroe né un esempio di democrazia.
Purtroppo, si deve prendere atto del fatto che l'Ucraina abbia delle analogie con la Russia.
Infatti, neanche l'Ucraina è un esempio di democrazia occidentale e (purtroppo) Zelensky ha un'idea totalitaria della politica.
Già il fatto che abbia messo fuori legge l'opposizione filo-russa lo dimostra.
Ora pongo questa domanda: che pericolo può creare un partito che ha idee filo-russe ma che non è eversivo e non mette a rischio l'ordinamento dello Stato?
In una democrazia sana il popolo giudica e un partito che non piace viene punito dall'elettorato.
Ergo, se l'Ucraina fosse una democrazia sana e compiuta, i partiti filo-russi sarebbero fuori dal Parlamento per volere del popolo che vota.
Bisogna prendere atto del fatto che un pezzo di Ucraina guardi ancora alla Russia.
Sia chiaro, io non ho simpatie per la Russia.
Io sono dichiaratamente atlantista, anche se sono contro Biden.
Infatti, sono un liberal-conservatore.
Però, dico anche che se vogliamo parlare di storia ci si deve porre qualche domanda in più rispetto a ciò che dice il mainstream.
Oggi vi è uno scontro tra due persone che vogliono la stessa cosa: il potere sull'Ucraina.
La propaganda è una cosa ma la realtà è ben diversa.
A fare le spese di ciò sarà il popolo ucraino.
Nessun commento:
Posta un commento