Ne riporto questo stralcio:
"Per il PCC, la stabilità politica del Partito è al di sopra di tutto il resto, sia in Cina sia nel mondo. Guy Sorman, celebre intellettuale franco-americano, nel suo libro del 2008 intitolato The empire of lies: the trouth about China in the Twenty-first century, scrive: «Due cose potrebbero minacciare il regime: una regressione nell’economia globale o un’epidemia incontrollabile. La legittimità del regime è strettamente legata al tasso di crescita del Paese, a sua volta ancorato ai consumi a livello mondiale e specialmente ai consumi degli Stati Uniti d’America… Una pandemia più devastante dell’epidemia della SARS del 2003 è comunque del tutto possibile, data la mancanza di strutture sanitarie adeguate nella Cina rurale e le migrazioni di massa a livello interno, e la storia suggerisce che potrebbero volerci diversi mesi per l’autorità centrale e per la comunità internazionale per rendersene conto e reagire»".
Oramai, si è capito tutto.
Il regime cinese ha insabbiato ogni cosa inerente al Coronavirus per uno sporco gioco politico.
Infatti, se tutto ciò che riguardava il Coronavirus si fosse saputo almeno a dicembre (dato che tale virus era in Cina dalla fine dello scorso anno) le cose sarebbero andate diversamente.
Purtroppo, ciò non è accaduto.
Infatti, le cose si fossero sapute prima, la Cina avrebbe avuto gravi perdite a livello economico ed il regime sarebbe andato a farsi benedire.
Invece, tutto è stato tenuto segreto e Pechino ha lanciato l'allarme solo quando il problema si è fatto evidente.
Dunque, per salvare sé stesso, il Partito Comunista Cinese ha messo a repentaglio la salute e l'economia di molto Paesi del mondo, a cominciare dall'Italia.
Il Partito Comunista Cinese deve essere processato.
Gli USA hanno già deciso di citarlo per danni.
Cosa farà l'Italia?
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