Ne riporto questo stralcio:
"Londra, 5 settembre 2019. Il Primo Ministro Britannico Boris Johnson vuole la Brexit, senza se e senza ma, nella fatidica data del capodanno celtico,il 31 ottobre, ovvero per Halloween, (e che festa dell’ orrore, per alcuni inglesi!), data che porterebbe fuori definitivamente il regno unito dall’Europa.
Il leader dei labouristi Jeremy Corbyn vuole, al contrario, ritardarla e ponderare, nella speranza che gli inglesi ci ripensino.
E sembrerebbe proprio che ci abbiano già ripensato, visto che gli slogan che campeggiano a Westiminster sono “It is not too late!” non è troppo tardi, per ripensarci, appunto".
Sul fatto che gli inglesi ci abbiano ripensato, potrei non essere d'accordo.
Sappiamo tutti che, al referendum del 2016, nella City prevalse il "Remain" ma la Brexit vinse nel resto dell'Inghilterra e nel Galles.
Alle elezioni europee del 2019, ha prevalso il partito pro-Brexit di Nigel Farage.
Londra è una cosa e l'Inghilterra profonda delle campagne è un'altra.
Era così anche al tempo di re Enrico VIII, nel XVI secolo.
Dunque, dire che gli inglesi ci abbiano ripensato mi pare presto.
Però, il Parlamento ha dinamiche diverse.
In questi giorni, è accaduto di tutto.
Nel Conservative Party, la fronda anti-Brexit è stata espulsa da Boris Johnson, il quale si è detto pronto al voto.
A questo punto, con il partito messo male, sarebbe bene che Johnson facesse un accordo con Farage, così che possa avere maggiori possibilità di vittoria, per portare avanti la Brexit.
Comunque, Johnson ha dimostrato di avere gli attributi.
Non ha paura del voto.
Qui in Italia, qualcuno dovrebbe imparare.
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