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domenica 22 settembre 2019

Con l'estremismo palestinese non si può dialogare

Su "Shalom" vi è un articolo di Ugo Volli che è intitolato "Il circolo vizioso dell'estremismo palestinese".
Ne riporto questo stralcio:

"Dei sondaggi ci si può fidare fino a un certo punto, soprattutto se interessano risultati precisi al decimale, come nelle previsioni di voto. Spesso infatti il campione è ristretto e l’incertezza statistica di conseguenza è alta; inoltre gli intervistati spesso rispondono un po’ a casaccio, se proprio non mentono. Ma sui grandi orientamenti dell’opinione pubblica spesso le informazioni dei sondaggi sono significative, soprattutto se confrontati con le risposte precedenti alle stesse domande. E’ il caso di una inchiesta pubblicata qualche giorno fa dai giornali israeliani (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/269092) in cui veniva fuori fra l’altro che solo il 42% degli abitanti di Giudea, Samaria e Gaza desidera la soluzione a due stati e il 56% si oppone, ancora meno la considera concretamente praticabile ( 63% di no e 34% di sì). Quanto ai rapporti fra Autorità Palestinese e Israele, il 37% favorisce “la lotta armata contro l’occupazione israeliana” (cioè il terrorismo), ed erano il 34% tre mesi fa; il 32% “un accordo di pace” (il 36% tre mesi fa); e il 10% una “resistenza non violenta”".

Ora, dico la mia.
Con i terroristi non si può dialogare.
Infatti, queste persone non accettano il dialogo e percepiscono come debole chi si propone di dialogare con loro.
Ora, la mia paura riguarda il nuovo governo di Israele che si prepara a nascere.
Che programma ha Benny Gantz riguardo al problema dei terroristi palestinesi e di un'Autorità Nazionale Palestinese che non vuole riconoscere Israele?
Oltretutto, se scegliesse di fare una maggioranza con i partiti arabi, un eventuale governo presieduto da Benny Gantz, questo nuovo governo potrebbe essere molto debole di fronte ai terroristi palestinesi.
Se fossi in Gantz, la pianterei di fare lo spocchioso e (visto anche il risultato elettorale che di fatto non premia nessuno) chiamerei Benjamin Netanyahu e cercherei con lui una soluzione ragionevole.
Gantz non ha vinto le elezioni, anche se è arrivato primo.
Netanyahu non ha perso, anche se è arrivato secondo.
Del resto, con un sistema elettorale proporzionale, tutti possono essere vincitori.
Nessuno dei gruppi politici ha la quota di parlamentari che possa garantire a ciascuno di loro una maggioranza nella Knesset.
Dunque, visto il problema dei terroristi che sparano al confine tra il sud di Israele e Gaza, Gantz, Netanyahu e colleghi farebbero a trovare una soluzione alla svelta.

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