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martedì 17 settembre 2019

Dal salto della quaglia...al salto del Grillo

Su "Panorama", vi è un articolo intitolato "Il Marchese del Grillo".
Esso è stato scritto dal direttore Maurizio Belpietro.
Ne riporto questo stralcio:

"Come si chiamava quel film con Alberto Sordi? Ah sì, Il marchese del Grillo. La pellicola è del 1981 e il regista è Mario Monicelli, uno che meglio di chiunque altro ha rappresentato la commedia italiana. Beh, il film mi è ritornato in mente in questi giorni. Perché quello che è andato in scena nell’ultimo mese sul teatro della politica italiana altro non è che una commedia. Che cosa potrebbe essere, del resto, la storia di un comico che prima fonda un movimento che vuole cambiare l’Italia e poi porta il partito a salvare l’Italia alleandosi con quelli che considerava il peggio dell’Italia?

Una volta si diceva che si nasce incendiari e si finisce pompieri. Ma Beppe Grillo non è nato incendiario, lo è diventato e pure in tarda età. Colpa delle battute scorrette, colpa dei socialisti che pensavano di essere i padroni d’Italia, colpa della Rai che è sempre stata filogovernativa, pure quando a comandare erano i 5 Stelle e la Lega. Sta di fatto che Beppe dalla politica è stato cacciato e con un certo numero di anni di distanza alla politica, ma questa volta tenendola in mano come un’arma, è tornato.

Certo, dieci anni fa, quando partì, nessuno avrebbe scommesso un soldo sulla nascita di un movimento che scardinasse il bipolarismo destra-sinistra. Nessuno avrebbe potuto immaginare che a sfasciare la seconda Repubblica sarebbe bastata una barzelletta. Anzi, un vaffa. Eppure, sposando la causa anti-Casta, antivaccini, anti-pannolini (femminili), anti-Euro e le scie chimiche, Grillo ha costruito un partito che ha conquistato il Parlamento. Chi poteva pensare, dieci anni fa, che uno steward dello stadio San Paolo potesse diventare prima vicepresidente della Camera, poi vicepremier e infine ministro degli Esteri. Certo, nessuno poteva credere, nel 2009, che l’uragano dell’antipolitica avrebbe spazzato i partiti tradizionali, fino a stravolgere la geografia politica dell’Italia. Eppure è ciò che è successo.

Che tutto stesse per cambiare avremmo dovuto capirlo già cinque anni fa, quando il marchese del Grillo si presentò davanti a Matteo Renzi e in una diretta streaming da Palazzo Chigi gli impedì di parlare, dicendogli in faccia «tu sei un giovane-vecchio», uno che rappresenta le banche, il sistema, il potere. Noi, al contrario, vogliamo cambiare, per questo non abbiamo nulla da dirci. Furono dieci minuti di teatro, di pura comicità: una commedia alla Monicelli, recitata davanti alle telecamere nel cuore del Palazzo. Con un Grillo che diceva in faccia a Renzi: io sono io e tu non sei un cazzo
".

Oggi, Beppe Grillo governa con Matteo Renzi, anche se questi ha rotto con il Partito Democratico.
C'è il "salto della quaglia"...e "quello del Grillo".
Da contestatore della politica del sistema,  Beppe Grillo è oggi il massimo difensore di quest'ultima.
Addirittura, il governo sostenuto dal Movimento 5 Stelle ha anche l'endorsement di Papa Francesco.
Oramai, è chiaro che il patto tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico sia un "patto per la poltrona".
Renzi ha rotto con il Partito Democratico?
La cosa non cambia, perché continuerà a sostenere il governo giallo-rosso.
Oggi, noi ci stiamo trovando di fronte ad un nuovo bipolarismo tra il centrodestra e la sinistra alleata con il Movimento 5 Stelle.
E pensare che Grillo si propose di "superare lo steccato ideologico tra sinistra e destra".
Invece, oggi, il Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico sono alleati.
Tra i due non vi è un "contratto" , cosa che era stata fatta con la Lega, ma vi è un accordo politico vero e proprio che si può riprodurre anche a livello elettorale.
Dunque, lo statuto del Movimento 5 Stelle, che vietava le alleanze, è lettera morta.
Del resto, da un vecchio comico pazzo cosa ci si poteva aspettare?
Oggi, vi è un'alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.
Questa alleanza non è fatta nell'interesse dell'Italia ma in quello dei due partiti che la compongono.

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