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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 14 settembre 2019

La questione politica, gli ebrei e noi cristiani

Su "L'Informale", vi è un articolo intitolato "Gli ebrei d’Europa contro Israele".
Ne riporto questo stralcio:

"Una battaglia simile, che mette in contrapposizione il forte Stato di Israele e le sempre più esigue comunità ebraiche, ha luogo in molti paesi europei, che inevitabilmente discutono dello stesso argomento: di ciò che la stampa definisce partiti di estrema destra, populisti, nativisti o nazionalisti – e che io chiamo partiti civilizzazionisti (perché aspirano principalmente a preservare la civiltà occidentale). La leadership israeliana, com’era prevedibile, concentra maggiormente l’attenzione sulla politica estera di questi partiti, vedendoli come i propri migliori amici in Europa, mentre l’establishment ebraico europeo in modo non meno prevedibile enfatizza i profili domestici di tali partiti, ritraendoli come incorreggibilmente antisemiti, presagendo perfino un ritorno alle dittature fasciste del XX secolo.

Ma per quanto questa battaglia intra-ebraica possa sembrare campanilistica e marginale nel contesto globale, di fatto, essa ha una grande importanza, poiché influenza in fieri il futuro corso dell’Europa. Questo dipende dall’autorità morale unica che l’Olocausto ha conferito agli ebrei di poter giudicare chi sia fascista e chi no. O, come è stato espresso in modo più sommesso dal Wall Street Journal, “Se gli elettori ebrei possono rappresentare una parte relativamente esigua dell’elettorato in molti paesi europei, ottenere il loro sostegno potrebbe contribuire a migliorare l’immagine pubblica dei partiti di estrema destra”"
.

Penso che il problema esposto nell'articolo non riguardi solo gli ebrei ma anche noi cattolici.
Infatti, anche Papa Francesco ha dimostrato di non essere proprio amico di Israele, dato che anch'egli (come l'Unione Europea) si è detto contrario al riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele.
Bisogna distinguere l'istituzione religiosa dai fedeli.
Chi ricopre un ruolo nell'istituzione religiosa (come il Papa, l'arcivescovo di Canterbury o i capi delle comunità ebraiche) hanno la responsabilità di tenere unite i membri delle rispettive confessioni.
Quando un capo religioso si schiera apertamente con un certo tipo di sistema commette un errore madornale.
Infatti, egli crea discordia tra i fedeli.
Una cosa è dare delle direttive riguardo al comportamento che un fedele deve avere nella società o parlare di Dio e ben altro è prendere una posizione politica che può non essere condivisa da tutti.
Quanto sta accadendo dimostra che vi è uno scollamento tra i capi religiosi ed i fedeli.
Così, accade che una parte di questi ultimi si schierino con il capo e l'altra gli si metta contro.
Basti vedere quello che sta capitando nella Chiesa cattolica, la Chiesa di cui faccio parte.
Vi è una spaccatura tra chi si è schierato con Papa Francesco in tutto e per tutto e chi ha preso un'altra posizione.
Lo stesso dicasi per le comunità ebraiche.
Il Papa non vuole riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele?
Questo non vuole dire che noi fedeli dobbiamo essere d'accordo.
I leader delle comunità ebraiche sono contro Benjamin Netanyahu?
Non vuole dire che i fedeli debbano essere d'accordo.
Infatti, bisogna distinguere la religione dalle posizioni politiche.
Qui in Europa si vuole imporre una "religione nuova", una "religione mondialista", ma sembra che i capi religiosi non capiscano ciò o che non vogliano capire ciò.
Questo è avvilente.


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".