Sappiamo tutti delle difficoltà che ebbe in vita San Pio da Pietrelcina.
Lo si accusò di "simonia", di essersi fatto delle false stimmate, per potere approfittare della credulità popolare, di avere avuto rapporti con donne e (addirittura) di avere cercato di causare uno scisma nella Chiesa.
Queste accuse furono false.
Purtroppo, egli ebbe anche dei problemi dentro la Chiesa stessa.
L'arcivescovo di Manfredonia Pasquale Gagliardi (8 dicembre 1859-11 dicembre 1941) lo calunniò.
Nel 1920, il Sant'Uffizio mandò da lui padre Agostino Gemelli (18 agosto 1878-15 luglio 1959) che lo descrisse così nella sua diagnosi:
"È un bluff... Padre Pio ha tutte le caratteristiche somatiche dell'isterico e dello psicopatico... Quindi, le ferite che ha sul corpo... Fasulle... Frutto di un'azione patologica morbosa... Un ammalato si procura le lesioni da sé... Si tratta di piaghe, con carattere distruttivo dei tessuti... tipico della patologia isterica".
Nel 1932, il Sant'Uffizio lo condannò.
Dal 1932 al 1933, egli non poté nemmeno dire messa e confessare, cose che per lui furono importanti.
Eppure, San Pio fu sempre obbediente e non fece alcuna ribellione.
Forse, anche noi cattolici dovremmo imitare questo grande frate.
Potremmo anche criticare l'atteggiamento di certi prelati e persino quello del Papa ma dobbiamo evitare gli isterismi.
Il momento in cui la Chiesa di oggi si trova è difficile e noi dobbiamo pregare parecchio.
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