Ora, prendo uno stralcio di un discorso pronunciato da quel grande Papa il 6 novembre 1981.
Il discorso fu quasi "profetico" su codesta Europa.
Questo è lo stralcio:
"Ci troviamo in un’Europa in cui si fa ognor più forte la tentazione dell’ateismo e dello scetticismo; in cui alligna una penosa incertezza morale, con la disgregazione della famiglia e la degenerazione dei costumi; in cui domina un pericoloso conflitto di idee e di movimenti. La crisi della civiltà (Huizinga) e il tramonto dell’Occidente (Spengler) vogliono soltanto significare l’estrema attualità e necessità di Cristo e del Vangelo. Il senso cristiano dell’uomo, immagine di Dio, secondo la teologia greca tanto amata da Cirillo e Metodio ed approfondita da sant’Agostino, è la radice dei popoli dell’Europa e ad esso bisogna richiamarsi con amore e buona volontà per dare pace e serenità alla nostra epoca: solo così si scopre il senso umano della storia, che in realtà è “Storia della salvezza”".
Ora, io provo a portare il discorso in una sfera un po' più "laica".
Questa Unione Europea ha scelto di rinnegare la sua cultura e la sua storia, tagliando le sue radici giudaico-cristiane.
La storia europea è un intreccio tra la tradizione ellenistico-romana e quella giudaico-cristiana.
Per paura di "non piacere ai non cristiani", questa Europa ha scelto di rinnegare quest'ultima.
Di fatto, questo ha creato due radicalismi.
Uno di questi è quello ateista, quello che vuole distruggere ogni simbolo cristiano per "paura di offendere i non cristiani".
L'altro radicalismo è quello di matrice religiosa, che si manifesta come reazione al primo.
Qui si vede il radicalismo islamico, il quale fa proselitismo tra gli Europei e si propone come "cura" rispetto al secolarismo europeo, attirando a sé coloro che chiedono un po' di spiritualità.
Così, la nostra civiltà rischia di morire.
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