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sabato 6 aprile 2019

Papa Francesco, i muri ed i ponti

Papa Francesco continua a dire che si debbano "costruire ponti e non muri".
Ora, su "L'Informale", vi è un articolo di Niram Ferretti che è intitolato "Una lezione a papa Francesco su i muri e i musulmani" e di cui riporto questo stralcio:

"“Faccio appello a non creare muri ma a costruire ponti” è stato a lungo il mantra di Papa Francesco.

Più di recente, quando, domenica scorsa gli è stata fatta “una domanda sulla migrazione in generale e sulla minaccia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di chiudere il confine meridionale con il Messico”, il papà ha declamato banalità: “I costruttori di muri”, ha detto, “siano essi fatti di filo spinato o mattoni, finiranno per diventare prigionieri dei muri che costruiscono … Con la paura, non andremo avanti, con i muri, resteremo chiusi dentro questi muri”.

Meno di una settimana prima, Papa Francesco aveva tenuto una predica al sindaco di Roma sulla necessità di essere più accogliente con i migranti musulmani. “Roma”, dichiarò in quell’occasione, “è una città ospitale, è chiamata ad affrontare questa sfida epocale [i migranti musulmani chiedono l’ingresso] sulla scia della sua nobile storia, usare le sue energie per accogliere e integrare, trasformare tensioni e problemi in opportunità per l’incontro e la crescita. “




“Roma”, ha esultato, “città di ponti e mai di muri!”

La grande ironia di tutto ciò è che papa Francesco vive nell’unico Stato circondato da mura, la Città del Vaticano, e la maggior parte di questi bastioni sono stati eretti per scongiurare secoli di invasioni islamiche
".

Da cattolico, rispetto il Santo Padre ma sul tema dell'immigrazione e del rapporto con l'Islam non posso essere concorde con lui.
Ferretti ha scritto un articolo intelligente e corretto.
In primis, come ha scritto Ferretti, Roma è l'unica delle cinque sedi apostoliche del Cristianesimo a non essere stata soggiogata dall'Islam proprio perché nei secoli riuscì sempre a difendersi, cosa che non poterono fare gli altri.
Costantinopoli riuscì a difendersi fino al 29 maggio 1453 solo perché (fino al 1171) l'Impero Romano d'Oriente fu in grado di difendersi e perché ci fu I Crociata, che di fatto restituì al medesimo impero parte di quell'Anatolia che gli fu tolta dai Turchi nel 1071. 
Quando l'Impero Romano d'Oriente decadde definitivamente e (di fatto) fu lasciato solo di fronte ai Turchi anche Costantinopoli cadde. 
Riuscì a difendersi per la posizione e perché il popolo d'Europa si seppe muovere bene.
In secundis, quelle mura fatte costruire da grandi Papi, come Papa Giovanni VIII (820-16 dicembre 882), i quali capirono che l'Islam concepiva la pace solo come una cosa che si sarebbe potuta ottenere con la sottomissione delle terre abitate da non musulmani. 
Qui sta il punto focale della questione.
Per il pensiero islamico, la fede deve essere portata e (di fatto) imposta agli altri con manu militari.
In pratica, il popolo islamico occupa un posto, se ne appropria e dichiara chi abita in esso miscredente.
Nel caso degli ebrei e di noi cristiani, per il pensiero islamico, vi è la condizione di "dhimmi", una condizione di relativa "tolleranza" in cambio del pagamento di una tassa e di altri segni di inferiorità di fronte alla legge islamica.
In nessun Paese civile si impongono tasse per potere professare la propria fede senza rischiare dei guai. 
Appare ovvio che, a lungo andare, i "dhimmi" siano spinti a convertirsi all'Islam per non pagare più la tassa, non essere più dichiarati inferiori e fare carriera.
L'Islam è questo.
Papa Francesco deve capire ciò.
Egli deve capire che non si può dialogare con tutti perché non tutti hanno voglia di dialogare in modo sereno e serio.
Ci sono musulmani perbene e moderati ma l'Islam è un pensiero totalizzante e totalitario, un pensiero che schiaccia l'uomo sotto la comunità.
Questo è un dato di fatto.


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Ringrazio un caro amico di questa foto.