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giovedì 25 giugno 2020

Il golpe militare? In certi casi, è il male minore



Su "Atlantico Quotidiano", vi è un articolo di Michele Marsonet che è intitolato "Il male minore del golpe militare dove le urne spalancano le porte a regimi ancor più illiberali ed estremisti".
Ne riporto questo stralcio:

"C’è però un altro caso scottante che domina da tempo le prime pagine dei giornali e i notiziari televisivi. Parlo della Turchia, nazione di fondamentale importanza nello scacchiere mediterraneo, in Medio Oriente e nella struttura della Nato. Come tutti sanno Erdogan è riuscito, con un’abilità che gli va riconosciuta (e con qualche aiuto esterno), a neutralizzare i vertici militari d’ispirazione kemalista che per decenni avevano garantito, oltre alla laicità del Paese, la sua sicura collocazione nel campo occidentale.
Recentemente, quando gli è stato chiesto quale fosse a suo avviso la chiave per risolvere i problemi turchi, il “sultano” di Ankara ha risposto “islam, islam, islam”. Proprio così, e senza la benché minima ombra di dubbio, alla faccia dell’iniziale moderazione con cui il suo partito AKP si era presentato anni fa sulla scena politica interna e internazionale.
In una situazione simile credo non sia un peccato sperare – e uso intenzionalmente tale verbo – che qualche fiammella di kemalismo sia sopravvissuta nelle forze armate nonostante la profonda opera di eradicazione messa in atto da Erdogan. E che essa si traduca in un colpo di stato simile a quelli avvenuti in passato, e sempre condannati dai governi occidentali
".

Il caso della Turchia potrebbe essere un esempio paradigmatico.
Oggi, la Turchia è governata da un personaggio di nome Recep Tayyip Erdogan.
Questi è un islamico fanatico e piano piano (dopo avere dimostrato un'apparente moderazione all'inizio) sta tirando fuori la vera natura sua e del suo partito, l'AKP.
Basti pensare al fatto che voglia riconvertire in moschea la basilica di Hagia Sophia di Istanbul, dopo che Atatürk la fece diventare un museo nel 1935.
L'esercito è stato il pilastro della repubblica laica di ispirazione kamalista.
Certo, in passato, anche la repubblica kamalista ha avuto le sue contraddizioni, specie riguardo ai Greci del Ponto, ma essa si è retta sempre sullo Stato laico.
Erdogan ha epurato i vertici dell'esercito perché sapeva che quest'ultimo avrebbe potuto rovesciarlo.
Oggi, ci sono ancora delle fiammelle di kamalismo nell'esercito.
Se queste "fiammelle" dovessero dare il via ad un "incendio", noi con chi dovremmo schierarci?
Dovremmo schierarci con Erdogan, il quale vuole instaurare un regime islamista e nazionalista, pur essendo stato votato, o con quella parte dell'esercito ancora fedele alla vecchia repubblica laica di ispirazione kamalista che però potrebbe instaurare una dittatura militare?
Il problema vero è che noi Occidentali non abbiamo capito che la democrazia va bene solo per noi.
Al contrario, altri popoli, per loro storia e cultura, non conoscono il concetto di democrazia.
Non lo comprendono.
Forse, noi dovremmo difendere questo privilegio che la storia ci ha concesso, questo privilegio di essere liberi.
Per questo motivo, per certi Paesi, il golpe militare è il male minore.




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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.