La sensazione è che tale convocazione altro non sia che una passerella (fatta in pompa magna) di gente importante, la quale non porterà nulla di concreto.
Infatti, l'Italia attende risposte serie dal Governo e le vuole il più presto possibile.
Servono, per esempio, nuove infrastrutture, una riforma della giustizia ed una riduzione della burocrazia.
Di conseguenza, serve una riduzione delle tasse.
La decisione di prendere simili provvedimenti può essere presa anche senza convocare gli "Stati generali".
Infatti, un luogo in cui prendere i provvedimenti c'era già ed era il Parlamento.
Perché queste cose non sono state trattate in Parlamento, in un confronto sereno tra maggioranza ed opposizione?
Noi abbiamo 630 deputati e 315 senatori eletti, i quali percepiscono (di diritto) uno stipendio.
Il Parlamento ha anche le sue commissioni.
Si sarebbero potute attivare anche queste ultime.
Si volevano sentire i rappresentanti delle categorie?
Il Governo avrebbe potuto fare ciò a Palazzo Chigi.
Anziché convocare gli "Stati generali", il Governo avrebbe fatto bene a convocare i rappresentanti delle categorie a Palazzo Chigi e a venire in Parlamento per trattare le varie tematiche.
Perché non l'ha fatto?
Questa trovata del premier Giuseppe Conte è solo un espediente con il quale egli vuole evitare il confronto parlamentare.
Egli sa di non avere una maggioranza solida a livello politico.
Perciò, deve trovare un espediente con il quale evitare una votazione in Parlamento.
L'espediente è la trovata degli "Stati generali".
Il Parlamento è la sede nella quale si prendono le decisioni importanti per il nostro Paese.
Conte ha umiliato questa istituzione.
I giornali che sostengono Conte dicono che l'opposizione è divisa.
Nell'opposizione, ci sono dei distinguo ma la maggioranza non brilla certo di coesione.
Anzi, essa ha delle gravi divisioni al suo interno.
Le divisioni della maggioranza sono molto più gravi.
Infatti, le responsabilità della maggioranza sono diverse da quelle dell'opposizione.
La scelta di Conte certifica ciò.
Ha pienamente ragione Giancristiano Desiderio, che sul blog di Nicola Porro ha definito una simile iniziativa una "supercazzola" che non fa ridere.
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