Su "Panorama", vi è un articolo di Antonio Rossitto che è intitolato "L'uomo che sussurrava ai magistrati".
Le intercettazioni a Luca Palamara (presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati) rivelano un mondo sommerso fatto di favori e carriere incrociare, dove le toghe non esitano a tramare con i politici contro altri politici.
Quelle intercettazioni hanno fatto emergere una situazione veramente inquietante.
Infatti, in una democrazia seria e compiuta, il potere legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario sono separati.
Invece, queste intercettazioni rivelano una commistione pericolosa.
Serve una riforma seria della giustizia.
In primis, si debbono separare le carriere dei pubblici ministeri da quelle dei magistrati che giudicano.
In secundis, si deve fare sì che un magistrato che sceglie di entrare in politica si dimetta dalla magistratura.
Inoltre, si deve introdurre il legittimo sospetto.
Se vi è anche il minimo sospetto di pregiudizio nei confronti dell'imputato da parte di un magistrato quest' ultimo deve essere rimosso e sostituito.
Un processo deve sempre essere equo.
L'attuale situazione non è più sostenibile.
Infatti, c'è in gioco la nostra democrazia.
Nessun commento:
Posta un commento