Vorrei fare una riflessione e vorrei farla partendo da un articolo del giornale "Zenit" che è intitolato "Una fede ragionata" e da un altro scritto sul giornale "L'Eco di San Gabriele".
Ora, partendo dall'articolo dell'Eco di San Gabriele (che è stato scritto da padre Luciano Temperilli), cito il Concilio Vaticano II che ha detto che ogni fede ha un barlume di Verità.
Ciò è vero ma aggiungo che questo barlume di verità cambia in ogni fede.
Infatti, dire che ogni fede abbia barlumi di Verità senza fare distinzioni a seconda dei casi ha il sapore di quel relativismo (spesso di stampo massonico) che mina la cristianità.
In alcune fedi questo barlume è più forte e in altre è più debole.
Per esempio, il Giudaismo ha un barlume di Verità più vigoroso di quello che c'è in altre.
Esso fu la religione professata da Gesù Cristo e senza Giudaismo non avrebbe potuto esserci la nostra religione.
Anche per questo è deprecabile l'antisemitismo, com'è deprecabile l'antisionismo che ad esso è sovrapposto.
Allora, cosa abbiamo "in più" noi cristiani.
Noi cristiani abbiamo Gesù Cristo, un Dio che si fece uomo, che accettò la condizione umana in tutto (meno che nel peccato) e che morì sulla croce e risorse per salvare il mondo.
Gesù Cristo, quindi, fu (ed è) un segno tangibile di Dio.
In poche parole, con Gesù Cristo, Dio non fu più qualcosa di intangibile e di raccontato sui libri ma divenne un vero uomo, un modello per tutti noi.
Il cristiano, per essere tale, deve diventare un "piccolo Cristo", seguendo il modello di Cristo.
Egli deve amare Dio ed il prossimo come sé stesso, proprio come Gesù Cristo amò Dio ed il prossimo come sé stesso.
Su questo, noi dobbiamo riflettere.
Cordiali saluti.
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