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giovedì 24 gennaio 2013

Caso Cosentino, due parole

Cari amici ed amiche.

Nicola Cosentino, il coordinatore del Popolo della Libertà in Campania non è stato candidato perché accusato di avere rafforzato il clan camorristico dei Casalesi.
I suoi accusatori gli imputano di avere portato al successo il Popolo della Libertà in Campania grazie all'aiuto della camorra.
Ora, qui c'è qualcosa di grottesco.
Nel 1999 ci fu nella Regione Campania un'opera di trasformismo che fece cadere l'allora presidente Antonio Rastrelli (centrodestra) e portò al potere Andrea Losco (centrosinistra).
Da lì si aprì un decennio di centrosinistra, con Antonio Bassolino (2000-2010).
A Napoli, il centrosinistra regna.
Dal 1993 al 2000, il sindaco di Napoli fu Bassolino e dal 2000, a cui succedette Rosa Russo Iervolino, a cui (a sua volta) succedette Luigi De Magistris, nel 2011.
Nel 2006, se pur di pochissimo, il centrosinistra prevalse in Campania alle elezione politiche, per l'elezione del Senato.
Nel 2006, tra l'altro, il centrosinistra vinse in tutti i Comuni capoluogo della Campania.
Tutto questo tende a smontare le accuse contro Cosentino.
Stando alle tesi di chi lo accusa, pare che Cosentino avesse favorito il Popolo della Libertà con l'aiuto della camorra.
Visti i risultati, non mi sembra che egli e la camorra abbiano fatto un buon lavoro.
Sono ironico.
Non mi si dica che in quei contesti "vinsero i campani onesti" perché non ci crede nessuno.
I veri amici della camorra (piuttosto che della 'ndrangheta e della mafia) sono coloro che fanno della lotta contro questa piaga una lotta politica per abbattere l'avversario.
Spaccando la società civile, essi fanno un grosso favore alla criminalità organizzata.
Quando certi magistrati si mettono in mezzo a questa lotta politica (camuffata da"lotta alla criminalità organizzata") la criminalità organizzata ha gioco facile poiché il cittadino non si sente garantito della terzietà dei giudici.
La camorra (come la ndrangheta e la mafia) non ha colore politico.
Del resto, si attacca tanto la politica ma molto spesso è la burocrazia ad appoggiare la criminalità organizzata.
A differenza dei politici, che se ne possono andare, la burocrazia resta.
Per questo, io sto con Cosentino.
Cordiali saluti.





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