Leggete l'articolo scritto sul quotidiano "Libero" ed intitolato "Don Giorgio De Capitani: "Berlusconi figlio di una madre degenere"".
Quello che dice quest'uomo, il signor Giorgio De Capitani, mi dà il voltastomaco.
Egli sarebbe un prete (parroco di Sant'Ambrogio di Rovagnate, in Provincia di Lecco) ma le sue farneticazioni non hanno niente di divino!
Per questo, io non lo chiamerò con il titolo di "don" o "reverendo".
Prima, ha augurato la morte al presidente Berlusconi.
Poi, ha inneggiato alla Palestina, sembrando quasi un antisemita.
Poi, sul suo sito, ha scritto un altro articolo contro il presidente Berlusconi che è intitolato "Tagliamo la testa ed i testicoli al mostro".
Ora, dulcis in fundo, questo soggetto ne ha sparata quest'ultima farneticazione.
Mi appello al vescovo competente, Sua Eminenza, il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano: un simile soggetto non dovrebbe essere solo ridotto allo stato laicale ma anche scomunicato.
Tra l'altro, questo "signore" non manca di parlare male anche del suo vescovo.
Ciò che scrive sul suo sito non è solo contrario al buon costume ma anche contro la dottrina cristiana.
Io non parlo solo come iscritto al Popolo della Libertà, il partito del presidente Berlusconi (che quel "signore" tanto odia), ma anche come cattolico praticante!
Come cattolico mi sento offeso da questa persona!
Inoltre, il suo linguaggio non è confacente a quello di un ministro di Dio.
Purtroppo, però, sembra quasi che persone come lui possano parlare.
Infatti, quel "signore" ha anche una pagina su Facebook.
Io, invece, vengo spesso censurato sul social-network.
Qualcosa che non va c'è.
Io non ho mai augurato la morte ad un mio avversario.
Cordiali saluti.
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