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sabato 19 gennaio 2013

Dio? E' radicato in ognuno di noi!

Cari amici ed amiche.

Sul sito "Zenit", l'amica Irene Bertoglio (nella foto)  ha scritto un articolo intitolato "Dio è radicato in me, come una promessa".
L'articolo parla di Gustave Thibon (1903-2001), un personaggio che è molto caro ad Irene, visto che con lei ho il piacere di dialogare e so che lo cita spesso.
E' molto interessante la parte che recita:

"Oggi ricorre l’anniversario della scomparsa del “filosofo contadino” Gustave Thibon: la sua morte ha gettato la luce suprema sulla sua grandissima opera di testimonianza cristiana, in quell’incontro tra l’umano e l’Eterno che il pensatore francese aveva tanto anelato. Le sue riflessioni sono caratterizzate da un’abissale profondità e ogni tema da lui affrontato porta l’impronta di una Presenza che ha sempre guidato i suoi pensieri.

Profondo conoscitore dell’anima, investigatore del cuore umano e impegnato nella società civile, Thibon si è posto controcorrente rispetto al pensiero dominante. Ed è uno di quegli uomini per cui si prova un senso di mancanza, nonostante non lo si sia mai incontrato personalmente, perché le sue parole parlano all’anima: il patrimonio spirituale che questo autore ci lascia è immenso e arduo è il compito di riassumerne la portata, ma è possibile individuare un filo conduttore nel desiderio dello scrittore francese di vivere all’altezza del proprio Ideale, munito dell’onestà intellettuale di chi, scrutando in primis nel proprio cuore, ne porta alla luce le contraddizioni: il lettore viene così condotto ad un’introspezione che non lascia scampo. Moltissimi sono i temi da lui toccati, dall’analisi sociale all’attualità politica, ma al centro vi è sempre l’interesse per l’umano: suo scopo è rifuggire dagli idoli che rendono «le nostre anime disorientate», per poter tornare a «Dio, che solo è capace di rimettere insieme gli elementi dispersi dalla follia umana».
".

Innanzitutto, faccio i miei complimenti ad Irene, una persona fantastica.
E' una ragazza molto intelligente e seria.
Sto pensando di scrivere scrivere anch'io su Zenit, in occasione della ricorrenza della scomparsa di re Carlo I Stuart (1600-1649), un personaggio che pagò il fatto di avere sostenuto i cattolici nell'Inghilterra del XVI secolo.
Bisogna fare conoscere chi difese il cattolicesimo e chi tuttora lo difende.
Gustave Thibon fu il rappresentante di quel cattolicesimo che non si lasciò prendere da certe tendenze contrarie alla tradizione, da certe mode.
Il cattolicesimo francese è un cattolicesimo serio.
Ricordo che, nel XVI secolo, in Francia ci furono vere e proprie guerre di religione tra cattolici ed ugonotti.
Nel XVII e XVIII secolo, alla vigilia della Rivoluzione francese, ci furono scontri dentro la Chiesa francese tra i gallicani (tendenzialmente fedeli al re e alla nazione francese), i giansenisti, i molinisti ed i vari ordini.
Con la Rivoluzione (1789) ci fu il disastro.
Dapprima, il nuovo Stato rivoluzionario cercò di imbrigliare la Chiesa (con la Costituzione civile del clero del 1789).
Poi, però, la Chiesa si spaccò tra il clero costituzionale (fedele alla Costituzione civile del clero e alla rivoluzione) e il clero refrattario, che fu fedele al Papa, che condannò la Costituzione civile del clero.
La rivoluzione, allora, cercò di distruggere la Chiesa.
Da qui nacque la secolarizzazione della Francia, secolarizzazione che noi vediamo oggi.
Il cattolicesimo francese (al di là dei numeri che lo vedono declinare) è un cattolicesimo forte.
Thibon fu un degno rappresentante di questo cattolicesimo.
In fondo, l'esperienza di Thibon ricorda quelle di tutti noi.
Io, per esempio, ero stato un cristiano un po' tiepido.
Poi, però, avevo iniziato a capire che una persona senza Dio e senza idee vere non è nulla.
Così, ho fatto sì che la fede e le idee ad essa legate si radicassero in me.
Oggi, troppo spesso, noi diamo la fede come scontata.
Anch'io la pensavo così.
Per questo motivo, ho detto di essere stato un cristiano un po' tiepido.
La realtà è ben diversa.
La fede non è mai scontata.
Essa va ravvivata ogni giorno, come un fuoco.
Mi vengono in mente gli ebrei.
Essi non danno la loro fede per scontata.
Per questo, nelle varie comunità ebraiche, i genitori cercano di trasmetterla ai loro figli.
Noi, per troppo tempo, abbiamo dato la fede per scontata.
Oggi ne paghiamo le conseguenze.
Lo smantellamento di valori come la famiglia e la vita, prima che a livello legale, è incominciato a livello delle persone.
Questo è gravissimo.
Quando i valori fondanti di una società vengono messi in discussione, si mette in discussione tutto.
Questo è il massimo insegnamento di Gustave Thibon, che ancora oggi ci mette in guardia da questo pensiero che ha tolto Dio dai cuori, prima che dai libri e dalla cultura.
Cordiali saluti.






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