Irene Bertoglio, autrice del libro "Intervista ai maestri" |
Sul giornale "Zenit", l'amica Irene Bertoglio, autrice del libro "Intervista ai maestri", ha scritto un interessante articolo intitolato "Dov'è il nostro tesoro?".
E' carina la citazione di Gollum, il personaggio de "Il Signore degli Anelli", il film ricavato dal romanzo di John Ronald Reuel Tolkien.
L'articolo di Irene mi piace.
Esso è pieno di spunti interessanti.
Specialmente in questi periodi, l'uomo è in bilico tra l'essere e l'avere, un po' come Gollum.
In primo luogo, va detto che l'avere non è necessariamente un male.
L'uomo che ha non è malvagio e la ricchezza non è di per sé malvagia.
Quindi, il pauperismo è di per sé negativo, perché trasuda ipocrisia.
Semmai, può essere buono o cattivo il modo in cui l'uomo si pone di fronte alla ricchezza.
Se l'uomo pone la ricchezza terrena come fine di tutto, egli si fa schiavo di essa e si porta alla rovina.
Se, invece, egli pone la ricchezza terrena come mezzo, la situazione è diversa.
La ricchezza posta come mezzo (ovviamente per fare del bene a sé e agli altri) diventa, automaticamente, qualcosa di utile.
L'uomo che pone la ricchezza terrena come mezzo sa che c'è una ricchezza ben più grande.
Questa ricchezza è il Regno dei Cieli.
Quando cercò di tentare Gesù, il diavolo provò a fare leva sui sentimenti umani che sono la fame di cibo, la sete di potere politico e di ricchezza e la fede basata sul miracolo.
Ora, i miracoli possono servire a rafforzare la fede, il cibo serve per nutrirsi (altrimenti si muore di fame) ed il potere politico serve a governare una popolo.
Tutte queste tre cose non sono negative.
Però, il diavolo sapeva (e sa) che troppo spesso l'uomo le poneva (e tuttora le pone) come fine.
Poste come fine, queste tre cose diventano negative perché l'uomo che fa ciò perde ciò che è più importante: il senso della vita.
La vita, infatti, è un pellegrinaggio per andare al Regno dei Cieli.
Noi siamo pellegrini sulla Terra.
Vorrei terminare facendo anche un altro discorso.
Purtroppo, noi siamo abituati all'apparire.
Mi ricordo che quando andavo alle Scuole Medie (qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova), c'era chi discriminava quelli come me, per il fatto di non avere il jeans firmato piuttosto che altre cose che andavano di moda.
Molti uomini di oggi sono simili a quei ragazzini che guardavano l'apparire piuttosto che l'essere.
Purtroppo per loro, io penso che valga un detto di Trilussa: un asino che si veste da leone sempre asino è.
Chi è capace di intendere...intenda.
Cordiali saluti.
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