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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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giovedì 17 gennaio 2013

Sant'Antonio Abate, un testimone vero!

Cari amici ed amiche.

Faccio tanti auguri di buon onomastico a tutti coloro che si chiamano Antonio.

Oggi è la festa di Sant'Antonio Abate (250-356).
Per parlare di questo santo, uso le parole dette da Josè Saraiva Martins e riportate dall'amica Irene Bertoglio, sul suo libro "Intervista ai maestri":

"Perché la Santità è importante oggi? Perché consiste nel prendere sul serio, nel vivere in profondità i valori umani.".

Antonio prese sul serio la vita.
Egli abbandonò le comodità, per vivere da anacoreta.
Rifiutò la vita mondana, per abbracciare un'altra vita.
Per due volte, egli lasciò la vita eremitica.
La prima fu per confortare i cristiani perseguitati ad Alessandria da Massimino Daia.
La seconda fu per convincere i cristiani ad aderire al Concilio di Nicea.
Egli fu tentato dal diavolo ma la tentazione non sortì alcun effetto.
Patrono degli animali (e, indirettamente, degli allevatori) la festa di Sant'Antonio è molto sentita in zone, come il Mantovano.
Non lontano da casa mia, a Bazza (una frazione di Bigarello), c'è una chiesetta dedicata a Sant'Antonio.
Ogni anno, don Giovanni Telò (che è il parroco di Villa Garibaldi e di Cadé) celebra la messa in quella chiesa e benedice gli animali.
Tra l'altro, c'è un detto mantovano che recita: "San Antoni chisuler,  sensa chisol ad da so al soler".
Tradotto, esso recita: "Sant'Antonio con la focaccia, senza focaccia andrà giù il soffitto".
La ricetta della focaccia in questione è:

Ingredienti:
500 g di farina bianca

125 acqua +125 latte

50 g di strutto,

25 g di lievito di birra

sale, malto 1 cucchiaino, o miele.

200 g circa di ciccioli ridotti in briciole.

Impastare il tutto, tranne i ciccioli e lasciare lievitare fino al raddoppio. Impastare di nuovo aggiungendo i ciccioli, stendere in una placca da forno, e lasciare lievitare 
una seconda volta, fino al raddoppio. Infornare a 200° finché è dorata, lasciare raffreddare, e mangiare. Non è proprio leggera leggera, ma è molto gustosa e buona.

Esiste anche una "Torta di Sant'Antonio", la cui ricetta è:

Ingredienti:
500 g di pasta frolla, ma fatta inserendo mezza bustina di lievito.

Ripieno:
marmellata di prugne un vasetto
cacao amaro 1 cucchiaio,
50 g di biscotti secchi
la buccia di mezza arancia grattugiata,
2 mele cotte tagliate a fettine e passate sul fuoco con poco vino bianco e zucchero
qualche amaretto tritato
2 cucchiai di mostarda di mele mantovana, tritata
mescolare il tutto e amalgamare bene.
Stendere meta della pasta frolla in una teglia ricoperta da carta da forno, coprire con il ripieno e sopra stendere la pasta frolla rimasta, chiudere bene i bordi, e infornare a 180° per circa 40 minuti.


Queste ricette (che sono state pubblicate da Katia Calciolari) sono semplici, com'è semplice l'essere mantovano.
Sant'Antonio è un Santo che caratterizza queste terre, terre in cui il lavoro, la semplicità ed il sacrificio contano.
Sant'Antonio fu un uomo semplice che sacrificò sé stesso, per un Bene più grande.
Termino con una mia poesia:

LA TINTAZZIUNI DI SANT'ANTONIU

Ferà cà si fici l'ancilu...
accussì cuntru Antoniu...monacu et d'Eggittu Santu...
di raggia vinni lu diavulu...
di raggia accussì tantu et di 'ngannu...
pì chiddu fari...si pigghiau 'n piccatu...accussì piccaturi...
cun fimmini spugghiati et di putiri onne signu...
ma nenti 'n putiri fù pì iddu...pirchì cun Sarvaturi...
l'autru stesi...et quannu cun Iddu si staci...nenti fari poti lu Malignu!

Cordiali saluti.


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".